Filiera vite-vino

vigneti eroici

Le selezioni della 29esima edizione del “Mondial des vins Extrêmes” dal 15 al 16 luglio a Sarre, in Valle d’Aosta. Quest’anno il concorso apre ai distillati eroici di varie parti del mondo. Il presidente Stefano Celi: continuiamo «a crescere», valorizziamo «autentiche isole della biodiversità viticola e paesaggi unici».


Si svolge da oggi giovedì 15 luglio (ore 14.30) a venerdì 16 luglio a Sarre (Aosta) la 29esima edizione del “Mondial des Vins Extrêmes”, unica manifestazione enologica interamente dedicata ai vini prodotti in zone caratterizzate da viticolture eroiche. 
La manifestazione è organizzata dal CERVIM (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) in collaborazione con la VIVAL (Associazione Viticoltori Valle d’Aosta), l’AIS Valle d’Aosta e l’Assessorato del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta con il patrocinio dell’OIV (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin). Il concorso è autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e fa parte di VINOFED, la Federazione dei Grandi concorsi enologici, che raggruppa 17 tra i più importanti concorsi internazionali.
Le selezioni vedono protagonisti 838 vini in concorso, di cui 483 dall’Italia e 355 provenienti da 21 paesi di tutto il mondo, con la novità rappresentata dalla Serbia, ed i ritorni di Canada, Armenia, Bolivia, Cile e Israele, oltre alle etichette provenienti da Andorra, Argentina, Austria, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Malta, Portogallo, Macedonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stato di Palestina e Svizzera. Son 302 le aziende vitivinicole partecipanti, di cui 179 dall’Italia e 123 dall’estero. Un’edizione che nonostante il Covid è seconda solo all’anno record 2019 (920 vini in concorso), ma con numeri superiori alle edizioni precedenti (785 nel 2020).
Sono ammessi al “Mondial des Vins Extrêmes 2021” soltanto i vini prodotti da uve di vigneti che presentano almeno una delle seguenti difficoltà strutturali permanenti: a) altitudine superiore ai 500 m s.l.m., ad esclusione dei sistemi viticoli in altopiano; b) pendenze del terreno superiori al 30%; c) sistemi viticoli su terrazze o gradoni; d) viticolture delle piccole isole. E la particolarità di questo concorso è legata principalmente alla varietà dei vini in degustazione, prodotti per lo più da vitigni autoctoni, caratterizzati da terroir unici che segnano indelebilmente i profumi e i sapori.
«Il Mondial des vins Extrêmes, continua a crescere in numeri e visibilità, è un concorso che valorizza ed esalta autentiche isole della biodiversità viticola, oltre a salvaguardare dei paesaggi unici – sottolinea il presidente Cervim, Stefano Celi -. Nonostante questo periodo molto complicato, il Concorso è andato avanti, con ancora più impegno ed energia, per valorizzare e promuovere i vini eroici che hanno subito le maggiori conseguenze di questo anno di chiusure, della ristorazione, del canale Horeca e del turismo, privando le piccole aziende di un canale commerciale importante come la vendita diretta. Dall’entusiasmo e dalla risposta che le aziende ci hanno dato inviando i loro vini, riteniamo di aver proseguito sulla giusta strada, offrendo come ogni anno da 29 anni a questa parte, oltre ad un momento di confronto tecnico di altissimo profilo, un’occasione di promozione unica».
«Presentiamo con soddisfazione questa manifestazione internazionale che rappresenta una vetrina importante non solo per la valorizzazione e la promozione dei vini valdostani e di viticoltura estrema, ma anche un momento di promozione del territorio e delle sue eccellenze produttive e culturali con la partecipazione di 22 aziende valdostane, 73 vini e 13 distillati – commenta l’Assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Davide Sapinet - . Il Concorso, malgrado le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, si conferma come un appuntamento importante con un forte interesse da parte delle aziende partecipanti», che provengono da tutto il mondo, «con produzioni di qualità che premiano il grande lavoro dei viticoltori, impegnati in territori con altitudini e con pendenze a giusto titolo definiti eroici».
La maggiore novità di quest’anno è che il concorso apre ai distillati, anch’essi provenienti da tutto il mondo: produzioni tradizionali nelle zone della viticoltura eroica – basti pensare alle montagne -, un settore molto legato alla viticoltura. Il concorso riservato ai distillati eroici è unico nel suo genere e le produzioni presentate saranno giudicate da un’apposita commissione.


Redazione


Alla guida del Movimento Turismo del Vino nazionale è stato nuovamente eletto nei giorni scorsi Nicola D‘Auria, presidente uscente, che ha presentato una nuova squadra per guidare il triennio di mandato. Riconfermata anche la vice presidenza del pugliese Sebastiano de Corato. Nel direttivo si inseriscono anche nuovi nomi come i consiglieri Valentina Togn, presidente del MTV Trentino AA,, Maria Paola Sorrentino, presidente del MTV Campania, Stefania Busà, presidente del MTV Sicilia e Roberta Lilliu, presidente MTV Sardegna, con Filippo Antonelli, presidente del MTV Umbria.
«Quanto fatto dal 2018 a oggi è purtroppo stato limitato dagli eventi che tutti conosciamo – ha dichiarato il neo eletto Nicola D’Auria - tuttavia sono state gettate basi importanti che, sono certo, con la nuova squadra al mio fianco porteranno al raggiungimento degli obiettivi comuni a tutte le regioni del Movimento. Perché da nord a sud siamo accomunati tutti dalla voglia di ripresa e di crescita e dal desiderio di riorganizzare al meglio la nostra capacità di accoglienza. E mi fa piacere sottolineare la forte presenza femminile all’interno del Direttivo che certamente offrirà un quid plus importante». La rivisitazione dello statuto nazionale, l’avvio di importanti relazioni con referenti istituzionali, le partnership con realtà internazionali di settore sono alcuni esempi dei passi avanti fatti dal 2018, una premessa necessaria per progredire e migliorare.
«Sono certo – ha aggiunto D’Auria - che con questa squadra, che dall’estremo nord giunge alle nostre isole principali, riusciremo a riconfigurare il Movimento come un unico organismo dinamico. Pur nelle diversità e caratteristiche proprie di ciascuna regione esistono infatti necessità comuni che il direttivo porterà avanti: dal rafforzamento dell’immagine di MTV, anche attraverso il potenziamento dei canali di comunicazione a nostra disposizione, alle azioni di marketing finalizzate all’incoming internazionale. Dallo sviluppo dei rapporti istituzionali e al rafforzamento e ampliamento delle partnership fino alla formazione in ambito di marketing dell’accoglienza in Cantina e in ambito di attività fiscali e amministrative connesse al settore del turismo enogastronomico».

Redazione

 

 

Le domande di modifica dei due disciplinari verranno adesso inoltrate al Ministero delle politiche agricole per l’esame finale e l’eventuale approvazione. Molte le modifiche per il “Valdarno di sopra”, che allargherebbe la zona di produzione e vedrebbe in etichetta anche il termine “toscano”. Per il “Nobile di Montepulciano” chiesto l’inserimento di 12 unità geografiche aggiuntive.


«Si tratta di modifiche volte a evidenziare i legami col territorio e a sostenere il processo di qualificazione dei nostri vini. Per questo, dopo averle valutate con cura, le abbiamo approvate. Speriamo che anche l’esame del Ministero produca un orientamento simile».
Così l’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi ha commentato il parere positivo della Regione Toscana nei giorni scorsi alle proposte di modifica dei disciplinari di produzione di due denominazioni di origine di vini toscani,  “Valdarno di sopra” e  “Vino Nobile di Montepulciano”. Via libera che rappresentano un significativo passo in avanti nell’iter per la modifica che, dopo il parere regionale, prevede l’esame nazionale: la domanda di modifica, corredata dal parere favorevole della Regione, verrà inoltrata al Ministero delle politiche agricole per l’esame finale e l’eventuale approvazione.
La proposta di modifica relativa alla denominazione “Valdarno di sopra” comporta novità di rilievo, come l’allargamento della zona di produzione, l’eliminazione del riferimento alle due sottozone attualmente presenti (Pietraviva e Pratomagno), l’introduzione di numerose tipologie di prodotto. Inoltre il Consorzio ha proposto di modificare le rese di uva ad ettaro, la gradazione alcolica minima naturale delle uve, la densità di impianto dei nuovi vigneti. Nel pacchetto di richieste figura anche la modifica dell’articolo 7, che comporterebbe l’inserimento in etichetta del termine geografico “Toscano” allo scopo di consentire una migliore identificazione dei vini con il territorio di produzione. La proposta prevede infine la modifica della denominazione da “Valdarno di sopra” a “Vald’Arno di Sopra”.
Per quanto riguarda il Vino Nobile di Montepulciano la proposta oggetto di questa richiesta riguarda la possibilità di inserire dodici unità geografiche aggiuntive introducendo in etichetta una nuova menzione che le contraddistingua, la menzione “Pieve”, denotata dal sistema di pievi che insiste sull’area interessata. Questa modifica è la terza di una serie di cambiamenti intrapresi dal consorzio e dai produttori per una migliore identificazione e qualificazione del loro prodotto.

Redazione

 

 

vino e vitivinicoltura

Confagricoltura apprezza le proposte del Comitato congiunto del settore vino Francia-Spagna-Italia, fra cui la richiesta di proroga per l’uso delle autorizzazioni agli impianti vitati in scadenza nel 2021. L’adesione dell’Italia al Comitato è stata sancita nella riunione del 17 giugno che ha consolidato i rapporti fra i tre Paesi che rappresentano l’85% della produzione comunitaria. 


«Il Comitato congiunto del Settore vino, che vede la partecipazione delle amministrazioni e delle organizzazioni dei produttori di Francia, Spagna e, dall’ultima riunione, anche dell’Italia, ha previsto una serie di istanze che Confagricoltura sostiene con convinzione e che aveva avanzato da tempo. Apprezziamo molto, quindi, questo orientamento e confidiamo in un accoglimento di tali richieste a livello comunitario».
Così Palazzo della Valle ha commentato qualche giorno fa «la decisione del Comitato in occasione dell’ultima riunione del 17 giugno, cui ha partecipato anche Confagricoltura, per una transizione agevole dai programmi di supporto attuali a quelli futuri, così come l’introduzione, fra gli obiettivi della promozione, del consolidamento dei mercati e in particolare la richiesta di proroga per l’utilizzo delle autorizzazioni agli impianti vitati in scadenza nel 2021».
Su questo ultimo punto le amministrazioni di Italia, Francia e Spagna hanno annunciato una lettera congiunta alla Commissione Europea per evidenziare l'importanza di estendere fino al 2022 la validità delle autorizzazioni all'impianto in scadenza nel 2021 che i viticoltori non riescono a utilizzare per la difficile congiuntura economica legata al Covid. «Abbiamo supportato in tutte le sedi nazionali e comunitarie questa richiesta – ha dichiarato Confagricoltura - e annotiamo con grande favore l’iniziativa e lo spiraglio che sembra sia stato aperto dalla Commissione, come annunciato nell’ultima riunione del Comitato congiunto di settore. La Commissione, infatti, ha lasciato intendere che accoglierebbe la nostra richiesta modificando il testo comunitario per concedere la proroga. Se confermato, sarebbe un grande successo per l’Italia ottenuto grazie al lavoro congiunto e alla tenacia dell’amministrazione che ha preso in considerazione le nostre richieste».
Da notare che l’adesione ufficiale dell’Italia al Comitato congiunto del Settore vino insieme alla Francia e alla Spagna è stata sancita proprio nella riunione del 17 giugno scorso che ha consolidato i rapporti fra i tre Paesi che rappresentano insieme l’85% della produzione comunitaria. «Come è stato evidente sin da questo primo incontro ufficiale – ha commentato Confagricoltura dopo aver partecipato alla riunione -  riteniamo che il Comitato congiunto sia uno strumento molto importante per formulare analisi e proposte, e determinante per influenzare le scelte di politica comunitaria e internazionale del settore vitivinicolo, nonché trattare adeguatamente alcuni temi delicati come la situazione e le prospettive del mercato, il rapporto vino-salute e la promozione. Tutti aspetti prioritari per il comparto che necessitano di una visione di insieme pubblico-privata a livello comunitario, che grazie al Comitato è possibile conseguire e alla quale Confagricoltura è sin da subito disposta a supportare».


Redazione


Durante il webinar “Riforma PAC e nuovo OCM vino: il futuro del settore vitivinicolo nel Chianti Classico” il presidente di Cia Siena Berni ha detto che è «fondamentale creare sinergie per portare le aziende agricole di piccole dimensioni a essere più competitive sui mercati», mentre il presidente di Cia Toscana Centro Orlandini ha rimarcato che «i numeri positivi evidenziati dal Consorzio Vino Chianti Classico premiano anche le tante piccole aziende vitivinicole di questo territorio».

«Ogni momento di confronto con il mondo dell'imprenditoria vitivinicola rappresentato dalle associazioni di categoria è di grande utilità per il nostro Consorzio. Per questo abbiamo apprezzato l'invito della Confederazione, in particolare per l'attenzione dedicata ai temi dello sviluppo del territorio e al rispetto dei suoi valori paesaggistici e ambientali».
E’ quanto sottolineato da Carlotta Gori, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico, durante un webinar organizzato nei giorni scorsi da Cia Siena e Cia Toscana Centro, in vista della Riforma della Pac e di un nuovo OCM vino, con l’intento di sottolineare l’importanza del territorio e della «qualità delle piccole aziende nel futuro del Chianti Classico». Incontro online che ha visto la partecipazione di circa cinquanta aziende, di Domenico Mastrogiovanni, responsabile politiche comunitarie di Cia nazionale, e del presidente di Cia Agricoltori Italiani della Toscana, Luca Brunelli. 
«E’ sempre più fondamentale riuscire a creare delle sinergie in grado di portare le nostre aziende agricole, spesso di piccole dimensioni – ha sottolineato il presidente di Cia Siena, Valentino Berni – ad essere ancor più competitive sui mercati. Il Chianti Classico è una grande denominazione che esprime da sempre la massima qualità e la grande bellezza del territorio di produzione. Ho molto apprezzato l’intervento del direttore del Consorzio, Carlotta Gori: auspichiamo altre iniziative ed una sinergia di tutto questo territorio».
«I numeri positivi evidenziati dal Consorzio Vino Chianti Classico – ha commentato il presidente Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini – con l’aumento delle fascette richieste, premiano anche le tante piccole aziende vitivinicole di questo territorio, che con grandi sforzi sono in grado di esprimere una elevata qualità in bottiglia, pura espressione del territorio di origine, contribuendo ai grandi risultati della denominazione».

Redazione

 

 

imbottigliamento
La Conferena Stato Regioni ha dato il via libera a un decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) di sostegno allo stoccaggio dei vini di qualità. Una misura per dare una mano al comparto a superare le conseguenze della lunga chiusura del canale Ho.re.ca durante la pandemia da Covid-19.
Con il provvedimento si destinano 10 milioni di euro «per lo stoccaggio di vini Docg, Doc, Igt, certificati o atti a divenire tali, e detenuti in impianti situati nel territorio nazionale». E «il testo – come specifica un comunicato del Mipaaf - prevede l'estensione della misura anche ai vini imbottigliati, l'applicazione di sanzioni in caso di mancato mantenimento dell'impegno e la possibilità per le aziende di rinunciare in caso di riduzione proporzionale per eccesso di richieste».
Le domande per ottenere il contributo dovranno essere presentate dai produttori di ogni stabilimento sul portale SIAN (www.sian.it) in base alle disposizioni di Agea che con successiva circolare fisserà le modalità e il periodo di presentazione per un massimo di 5 giorni.


Redazione