Filiera olivo-olio
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Presentato il video Turismo dell’Olio in Toscana del Coordinamento regionale delle Città dell’Olio. Saccardi: acquistare olio è investire su paesaggio e salute.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Corso del COI “Uso efficiente dell’acqua negli oliveti in un contesto di cambiamento climatico” il 18-23 settembre (pure online). Iscrizioni entro il 15 aprile.
I paesi olivicoli hanno adottato nuove politiche sulla gestione dell'acqua che avranno un impatto significativo sul futuro del comparto dell’olivicoltura. Queste politiche eserciteranno un'elevata pressione sull’irrigazione, poiché l'acqua diventa un bene sempre più scarso.
Con questo in mente, il Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) (International Olive Council) e l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Saragozza (IAMZ) (Mediterranean Agronomic Institute of Zaragoza) organizzano un corso avanzato intensivo sul tema dell’“Uso efficiente dell'acqua negli oliveti in un contesto di cambiamento climatico”.
Il corso si terrà presso la sede del CIHEAM (International Centre for Advanced Mediterranean Agronomic Studies) di Saragozza per un periodo di 1 settimana, dal 18 al 23 settembre 2023, in sessioni mattutine e pomeridiane. Può essere seguito anche on-line. A causa delle diverse nazionalità dei relatori, alcuni anche italiani, sarà fornita un’interpretazione simultanea, nelle seguenti lingue: inglese, francese e spagnolo.
Pensato per 35 partecipanti in presenza e 30 partecipanti online, il corso è rivolto a manager e decisori pubblici e privati, agronomi, ambientalisti, consulenti tecnici ed esperti di istituti di ricerca e sviluppo, con una laurea, coinvolti nella gestione dell'acqua e nell’olivicoltura.
Il corso illustrerà come utilizzare l'acqua in modo efficiente nell'olivicoltura, come adottare le strategie di gestione raccomandate per prevenire le perdite d'acqua in campo e come introdurre tecnologie innovative per l’ottimizzazione dell'uso di acqua e altre risorse.
Il termine di scadenza delle iscrizioni è il 15 aprile.
Maggiori dettagli sul programma, sui relatori e sulle modalità di iscrizione si trovano qui.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il 22 marzo alle 15,30 il 2° webinar (gratis) di Vigna & Olivo 2023 per operatori. Tra i temi Piano Xylella, difesa fitosanitaria sostenibile e fertilizzazione.
La sostenibilità in olivicoltura fra presente e futuro. Questo il tema principale del 2° webinar della 11^ edizione di “Vigna & Olivo” 2023, che si terrà domani mercoledì 22 marzo alle ore 15,30. Un evento online gratuito che è dedicato ad aziende, tecnici professionisti e altri addetti ai lavori del comparto olivicolo e in cui sono previsti anche crediti formativi per i professionisti.
L’appuntamento è organizzato dall'Associazione Vento di Maestrale con i patrocini dell'Ordine degli agronomi della Provincia di Bari, del Coordinamento regionale periti agrari della Puglia (Corepa), dell'Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra), dell'Associazione italiana per la protezione delle piante (Aipp) e della Rete Gas Puglia - Gruppi di acquisto solidale. A moderare l’incontro il presidente di Arptra Gianluca Chieppa e il giornalista Tommaso Cinquemani.
Iscrizioni qua. Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Programma
Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’Associazione Vento di Maestrale Gerardo Tedesco, del dirigente dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia Salvatore Infantino, del presidente dell’Ordine degli agronomi della Provincia di Bari Oronzo Milillo, del rappresentante del Corepa Ettore Zucato e del presidente dell’Associazione italiana per la protezione delle piante (AIPP) Gianfranco Romanazzi, inizieranno le relazioni vere e proprie:
- “Xylella fastidiosa: Piano d'azione 2023-2025 della Regione Puglia” Salvatore Infantino, dirigente dell'Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia
- “Aggiornamenti delle conoscenze sull'eriofide dell'olivo (Aceria oleae)”, Enrico de Lillo, professore del Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell'Università degli Studi di Bari
- “La mosca delle olive (Bractrocera oleae): attuali soluzioni di controllo”, Antonio Guario, responsabile Ricerca e Sviluppo di Agrolab
- “L’innovazione nella corretta fertilizzazione dell’oliveto”, Domenico Labriola di Chimiberg Diagro - Diachem Spa e Luigi Quarta di Biolchim
Infine una finestra sulle “Nuove proposte per il controllo sostenibile dei parassiti e malattie dell'olivo” delle aziende, con Andrea Bergamaschi (Upl), Francesco Vito Campanale (Biogard Cbc), Gianluca Scarcia (Sipcam), Luigi Amoruso (Manica), Roberto Balestrazzi (Nufarm), Luigi Evangelista (Gowan), Danilo Slanzi (Bayer), Giuseppe Depinto (Corteva Agriscience), Santina Rivela (Syngenta Italia) e Vincenzo Coscia (Fmc).
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Per Coldiretti nel 2022-23 l’olio prodotto da noi sceso a 208 mln di kg. Forte calo pure in Spagna. Spesa per l’evo in Italia +7,5%. Prandini: filiera da 3 mld.
«A causa della siccità e dei cambiamenti climatici l’Italia ha perso il 37% della produzione di olio d’oliva con un impatto pesante sulla disponibilità di prodotto e sui bilanci delle aziende, colpite dagli aumenti record dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina».
E’ quanto emerso da una analisi di Coldiretti su dati Ismea diffusa l’11 marzo al Villaggio contadino di Cosenza, secondo la quale «complessivamente la campagna 2022-2023 vede una produzione di 208 milioni di chili di olio d’oliva contro i 329 milioni di chili dell’annata precedente».
Come spiega il comunicato di Coldiretti, «a pesare sono stati soprattutto gli effetti dei cambiamenti climatici, con la mancanza di pioggia e il freddo primaverile che hanno danneggiato la fioritura e l’allegagione (la trasformazione del fiore in frutto) con fenomeni di cascola. Una situazione proseguita anche nei mesi successivi dove la carenza idrica e le alte temperature estive hanno stressato le piante, mentre in molti territori non si riusciva neppure a ricorrere alle irrigazioni di soccorso a causa della mancanza di invasi e dell’esaurimento dei pozzi. Senza dimenticare il fenomeno della Xylella che purtroppo continua ad avanzare e che ha già ucciso più di 21 milioni di piante di ulivo».
Ma le difficoltà di quello che Coldiretti chiama l’«Uliveto Italia» non sono isolate, perché anche altri Paesi produttori di olio di oliva hanno registrato cali produttivi significativi. A cominciare dal Paese produttore numero 1 al mondo, la Spagna, dove «le prime stime – fa sapere Coldiretti - parlano di un calo dal 30 al 50% rispetto a 1,4 miliardi di chili dello scorso anno, per continuare con la Tunisia dove si prevede una flessione intorno al -25%, secondo Ismea». Solo la Grecia, ricorda il comunicato, «potrebbe superare i livelli produttivi dello scorso anno portandosi sopra i 300 milioni di chili».
Questi dati produttivi potrebbero pesare anche sui consumi, secondo Coldiretti: «nel 2022 la spesa degli italiani per l’olio extravergine d’oliva è comunque aumentata del 7,5% nei dodici mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021» secondo un’analisi di Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen. «Non a caso l’Italia – viene precisato – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali» secondo elaborazioni di Coldiretti sugli ultimi dati IOC (International Oil Council).
«Gli italiani – prosegue la nota - usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva, che è anche l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, addirittura più di pane e pasta, utilizzato da oltre il 97% degli italiani nell’ultimo anno», secondo un’analisi di Coldiretti sui dati Istat sugli stili alimentari, «con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative come la Fondazione Evo School di Coldiretti che forma gli esperti dell’olio del ventunesimo secolo». E in Italia «resta forte la propensione all’acquisto all’interno delle grandi catene commerciali, ma cresce la tendenza all’acquisto diretto dalle aziende agricole e dai frantoi».
«Occorre intervenire – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - per salvare un patrimonio unico del Paese con 250 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità, ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani». «L’obiettivo – ha concluso - è rilanciare una produzione nazionale dell’olio d’oliva messa a rischio anche dal Nutriscore, sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva, che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute».
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il 16 marzo per il Centenario del CNR incontro al Politecnico di Bari “Emergenza Xylella: la scienza al centro delle soluzioni”. Ci sarà la presidente Carrozza.
L’epidemia del batterio Xylella fastidiosa ha provocato forti danni ambientali, paesaggistici ed economici, con conseguenti tensioni sociali, nella Puglia meridionale. Danni che sono all’attenzione della cronaca pugliese e nazionale (ma anche estera) da ormai circa 10 anni. E anche di recente, come riportato dal Giornale di Puglia e richiamato ieri nel sito web di Italia Olivicola, si è svolto ad Alberobello un convegno sui danni nel territorio pugliese colpito dalla Xylella, che ormai è arrivata nella Valle d’Itria, alle porte della provincia di Bari.
Come sottolineato nel notiziario online dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP), «per poter giungere a far convivere le attività olivicole/agricole nelle aree infette, un ruolo di primo piano sia nello studio del patogeno che nella ricerca di soluzioni per il contenimento della sua diffusione è stato ricoperto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche».
A rimarcare questa funzione, il 16 marzo, in occasione del Centenario della fondazione del CNR, presso il Politecnico di Bari si terrà, dalle ore 10 alle 12, l’incontro/dibattito intitolato “Emergenza Xylella: la scienza al centro delle soluzioni”, che sarà un’occasione per discutere delle nuove strategie della ricerca anche con istituzioni e rappresentanti degli stakeholder coinvolti.
All’incontro, a cui parteciperà tra gli altri la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, interverranno il direttore dell’IPSP Mauro Centritto, che aprirà i lavori, Donato Boscia, responsabile della sede di Bari dell’IPSP, con la relazione “L’evoluzione del problema Xylella alla luce dei risultati già acquisiti dalla ricerca”, e la ricercatrice dell’IPSP di Bari Maria Saponari con la relazione “Il piano strategico dei futuri progetti scientifici del CNR”.
Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno Giuseppe Blasi, capo Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali e dello Sviluppo Rurale del Ministero dell'agricoltura, David Granieri, presidente Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano, Salvatore Infantino, dirigente Sezione Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, Gianluca Nardone, direttore Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia, Eugenio Scandale, presidente dell’Accademia Pugliese delle Scienze, e Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola.
A tirare le conclusioni sarà Maria Chiara Carrozza. Modera l’incontro il giornalista de Il Foglio Luciano Capone.
Per partecipare all’evento è obbligatoria la prenotazione qua.
L.S.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
I tappa “Sulla strada per il Congresso mondiale dell’olio di oliva”, che sarà nel 2024 a Madrid. Dal convegno gli esperti: non mancherà olio. Gli ultimi dati.
Con il convegno “Olive hoy” tenutosi il 27 febbraio a Toledo è iniziato il cammino verso il primo “Congresso mondiale dell’olio di oliva” (Olive Oil World Congress: in sigla OOWC), che si terrà nel 2024 a Madrid allo scopo di promuovere nell’opinione pubblica internazionale la consapevolezza del valore e i benefici dell’olio di oliva.
Durante la prima tappa di questo percorso promozionale, denominato “On the Road to OOWC 2024” (sulla strada per il OOWC 2024), è stato fatto il punto della situazione generale del comparto olivicolo e di tutta la filiera delle olive e dell’olio a livello internazionale, che, come sottolineato nel comunicato post convegno degli organizzatori, sta attraversando una fase complicata e «una campagna olearia con molte sfumature» e vede la Spagna nella posizione di soggetto più influente grazie a circa il 40% della produzione globale. “Olive hoy”, hanno riferito gli organizzatori, «è servito per esaminare la situazione attuale dalla produzione alla percezione dei consumatori, passando per l'industria, e cercando di intravedere il futuro di questo settore molto importante per tutti i paesi produttori di olio d'oliva».
Come affermato dal coordinatore del Congresso mondiale dell’olio di oliva - OOWC Ricardo Migueláñez in apertura del convegno di Toledo, il Congresso OOWC - che è sponsorizzato da Agrobank, Junta de Castilla-La Mancha attraverso il marchio Campo y Alma, Grupo Interóleo, Balam Agriculture, Agrocolor e Kubota - è un’iniziativa internazionale nata in Spagna come «un progetto di collaborazione per l'intero settore dell'olio d'oliva, che mira a riunire tutti i paesi produttori». «Ecco perché – ha aggiunto - abbiamo la presenza di Italia e Portogallo in questa prima giornata, poiché è impossibile analizzare il settore dell'olio d'oliva senza sapere cosa sta accadendo in due importanti operatori mondiali come questi Paesi».
Sempre in apertura dei lavori, è intervenuto Francisco Martínez Arroyo, ministro dell'agricoltura, dell'acqua e dello sviluppo rurale del governo regionale di Castilla-La Mancha, sottolineando che «la Castilla-La Mancha ha più di 80.000 olivicoltori ed è la seconda regione spagnola in termini di produzione». Il ministro ha anche ricordato che la stagione olivicola di quest'anno è stata breve, «con una produzione di 70 milioni di chili, anche meno di quanto previsto».
Radiografia del comparto olivicolo internazionale
A fare il punto della situazione è stato Juan Luis Vicente, capo del Dipartimento di studi economici e statistici del Consiglio oleicolo internazionale (Coi) con la relazione “Radiografia del settore dell'olio d'oliva nel mondo”. Nei paesi dell'Unione Europea, ha messo in evidenza per prima cosa Vicente, la produzione è diminuita del 33,8% rispetto alla stagione precedente. Nel caso della Spagna, la produzione è scesa da 1.412.000 tonnellate della scorsa stagione a 780.000 tonnellate nella stagione 2022/2023: un calo del 47,7%. Tendenza negativa anche in Italia e Portogallo, dove la produzione è scesa rispettivamente del 28,6% e del 39,4%. In Grecia, invece, la produzione è aumentata in questa stagione del 50,9%. Il calo produttivo, ha detto Vicente, è un dato globale e secondo le stime del Coi, «nella campagna 2021/2022 la produzione si è attestata a 3.724.000 tonnellate, mentre per la campagna 2022/2023 i dati indicano una produzione di 2.730.000 tonnellate».
Per quanto riguarda invece le importazioni, Vicente ha riferito che i Paesi al top all'interno dell'Unione Europea sono Spagna e Italia, con un aumento del 38,6% e del 32,2% rispetto alla stagione 2021/2022. Sul fronte dell'export, nell’attuale campagna olearia in Francia si è verificato un calo del 63,9% rispetto al 2021/2022, seguito da quelli della Spagna (-35,8%) e dell'Italia (-20,9%), mentre in Grecia è cresciuto del 14,3%. A livello globale si è registrato un calo del 16,6%.
Con una stagione molto breve, ha spiegato ancora Vicente, i prezzi dell'olio d'oliva alla fonte in Spagna sono di nuovo in aumento e il calo storico della produzione minaccia di continuare a spingere i prezzi verso l'alto. «Nel caso della Spagna – ha specificato - gli ultimi dati del Coi danno l'olio extravergine di oliva a 527,5 euro per 100 kg, il 58,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2021/2022. Una situazione simile a quella di altri paesi produttori».
Dal lato consumi, i dati forniti dal Coi mostrano che i consumi mondiali nella stagione 2022/2023 sono inferiori del 5,7% rispetto alla stagione precedente. La Spagna è in cima alla lista dei Paesi dell'Unione Europea che hanno visto calare i propri consumi, con il 27,6% in meno rispetto alla stagione precedente. A notevole distanza altri produttori come Francia e Portogallo, i cui consumi sono diminuiti rispettivamente del 5,1% e del 3,2%.
Le sfide e opportunità per il comparto
È seguita una tavola rotonda intitolata “Sfide e opportunità per il settore”, moderata da Pedro Antonio Martínez, direttore di Agrobank DT Castilla-La Mancha, con la partecipazione di Esteban Momblán, manager di Interoleo, Mariana Matos, segretaria generale della Casa do Azeite de Portugal, Nicola Carbone, addetto economico dell'Ambasciata d'Italia a Madrid, e Felipe Medina, segretario tecnico generale di Asedas.
In generale, sempre a quanto riferito nel comunicato conclusivo del convegno, fra le principali sfide per i professionisti del comparto olivicolo emerse durante la tavola rotonda vi sono «l'internazionalizzazione delle imprese del settore» e «l'impegno per la sostenibilità economica». Inoltre, «i partecipanti hanno evidenziato la necessità di instaurare strutture più competitive, sia in campo e nella produzione che nella commercializzazione dell'olio di oliva, e, dall’altro lato, la ricerca di relazioni commerciali stabili e la collaborazione dei diversi anelli della catena della comunicazione e promozione di questo prodotto rivolto al consumatore».
Mariana Matos ha sottolineato che in Portogallo «oltre il 60% delle esportazioni sfuse sono destinate all'Italia e alla Spagna» e ha aggiunto che nel suo Paese coesistono due realtà: «un settore dell'olio d'oliva nuovo e altamente professionalizzato e il 75% delle superfici con problemi strutturali, in cui è necessario intervenire per crescere in dimensione e mantenere la sostenibilità sociale e ambientale di queste regioni». Altre priorità per Matos sono «guadagnare consumatori, laddove il trend mondiale è in calo, e continuare a lavorare allo sviluppo dei mercati».
Nicola Carbone ha ricordato che le sfide dell'Italia includono «investire in ricerca e sviluppo per prevenire le malattie che possono colpire le colture, ringiovanire gli oliveti e meccanizzarli per ridurre il prezzo del lavoro e convincere i produttori a unire le forze per aumentare la competitività». L'Italia esporta il 3% della sua produzione annuale di olio d'oliva su mercati esteri come Stati Uniti, Francia, Germania e Giappone. Carbone si è poi soffermato, come riferito nel comunicato, sul fatto che in Italia si coltivano tantissime varietà di olivi e che «abbiamo 49 denominazioni di origine di oli di oliva», pari al «40% di tutte le denominazioni di origine dell'Unione Europea».
I nuovi consumatori di olio di oliva
Infine, la seconda delle tavole rotonde aveva come titolo “I nuovi consumatori di olio d'oliva” e ha visto la partecipazione di José Zafrilla, nuovo manager di Kantar WorldPanel, e Fernando Móner, presidente di Avacu.
Zafrilla ha spiegato che il comportamento del consumatore è influenzato da diversi fattori, «non solo il prezzo, ma anche la fiducia nel prodotto, i diversi formati in cui viene presentato, ecc.». Questo, ha aggiunto, «è il caso anche dell'olio d'oliva, prodotto influenzato da una moltitudine di fattori che devono essere seguiti per correggere e lavorare sulla percezione del consumatore, ed è necessario controllare la visione globale del consumatore».
Moner si è soffermato sul fatto che i consumatori «sono andati perdendo potere d'acquisto da 18 mesi» a questa parte e ciò, ovviamente, «ha colpito anche il settore dell'olio d'oliva». Inoltre parlato della necessità di un messaggio comune dell'intero settore ai consumatori «soprattutto per combattere le fake news che possono colpire il consumatore di olio d'oliva». L’olio di oliva, ha detto, «gode di un punteggio molto alto», ma nonostante ciò bisogna continuare a dare informazioni sulle sue proprietà nutrizionali, soprattutto tra i giovani.
Redazione