Filiera olivo-olio
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Il Toscano IGP protagonista alla Firenze Marathon: il 24 novembre promuove olio, salute e sport con stand all’Expo, GinkyFamilyRun e Trofeo Studentesco.
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Questa domenica, dalle 12:00 alle 18:30, il centro storico di Pistoia ospita «OlioinSala», evento che vede le aziende produttrici di olio extravergine d'oliva locali protagoniste in abbinamento ai locali più suggestivi del capoluogo.
L’olio extravergine d’oliva, prezioso simbolo della tradizione e qualità toscana, sarà il protagonista di «OlioinSala», l’evento che domenica animerà il cuore storico di Pistoia. Organizzato dal Comparto Sala e dal Consorzio Turistico, con la collaborazione di Confcommercio Pistoia e Prato e il patrocinio del Comune di Pistoia, «OlioinSala» offrirà un’esperienza unica di degustazione, grazie all’incontro tra produttori locali e i migliori locali della città. Ogni locale sarà affiancato a un’azienda agricola, creando percorsi degustativi esclusivi che permetteranno di assaporare l’olio direttamente nel contesto di ristorazione. Ecco gli abbinamenti previsti: Attitude Plus con Podere Macolo, Voronoi con Podere Caprili, La Degna Tana con Azienda agricola La Spagna, Le Blanc con Fabbri, Bottega dei Pippi con Azienda agricola La Cavallina, Casa Lola con Podere Pellicciano, Mamma Bar con Gaudia società agricola, Osteria Fratelli con Agriturismo A Casa Nostra, La Macelleria con Azienda agricola Galigani, Gargantua con La Dispensa, Le Cotte in Città con Podere Villa Soldi, Lo Storno con Azienda Agricola La Perla, Vineria N4 con Dievole, Norcineria Orsi con Società agricola Marini e Santinello con Azienda agricola Irele.
Dalle 12:00 alle 18:30, i visitatori potranno percorrere le vie del Comparto Sala e di piazza Spirito Santo per incontrare i produttori, degustare i migliori oli locali e acquistare direttamente dai produttori. Nei locali, sarà inoltre possibile gustare menù speciali pensati per valorizzare al meglio l’olio, mentre produttori e ristoratori condivideranno le loro esperienze e il processo che porta alla creazione di questo “oro verde”.
«OlioinSala» celebra l’olio toscano con una alieson tra produttori e territorio in un contesto originale che unisce passione per la tradizione e socialità in una vetrina per eccellenze locali e prodotti a chilometro zero.
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Copa-Cogeca chiede all’UE misure anti-frode sull’olio d’oliva, proponendo il divieto delle miscele con altri oli, imballaggi sigillati nella ristorazione e un controllo più rigoroso sulle importazioni extra-UE per garantire qualità e trasparenza.
Negli ultimi anni, il settore dell'olio d'oliva in Europa sta affrontando sfide senza precedenti a causa dell’aumento dei prezzi, che ha generato timori per il rischio di frode. L’Unione Europea, principale produttore mondiale di olio d’oliva con il 65% della produzione globale, ha registrato una riduzione del 40% nella produzione nel 2022/23 e un ulteriore calo del 25% per il 2023/24, dovuto principalmente a condizioni climatiche sfavorevoli. Questo ha provocato aumenti dei prezzi dell'olio d’oliva fino al 175% in alcuni mercati, con conseguenze non solo per i consumatori, ma anche per l'integrità del prodotto. Con la crescita dei prezzi, aumenta il rischio che produttori e commercianti senza scrupoli ricorrano a pratiche di frode per massimizzare i profitti, come sottolineato da Fernando do Rosario, presidente del gruppo di lavoro Copa-Cogeca. I consumatori, attratti da alternative più economiche, rischiano di acquistare oli misti o di bassa qualità senza esserne consapevoli. Un problema che Rosario evidenzia è la possibilità, all’interno dell’UE, di miscelare l’olio d’oliva con altri oli vegetali. Questa pratica è consentita e regolamentata in modo differente nei vari Stati membri, e porta a possibili re-importazioni di oli misti in Stati che ne vietano la vendita, compromettendo la trasparenza per i consumatori. Rosario sollecita una riforma per vietare l'importazione di tali miscele negli Stati dove la miscelazione è proibita, sostenendo che “i consumatori meritano di sapere se stanno acquistando olio d’oliva puro o un prodotto misto”.
Misure per la tutela della qualità L’introduzione di normative comuni e più severe in tutta l’UE potrebbe rafforzare la tutela dei consumatori, in particolare con obblighi uniformi sull'uso di bottiglie sigillate nei ristoranti, già imposti da alcuni Paesi membri per evitare adulterazioni. La tracciabilità del prodotto e la chiarezza sulle caratteristiche dell’olio, come differenze tra extravergine e oli di qualità inferiore, sono essenziali per contrastare le frodi, accrescere la consapevolezza dei consumatori e garantire la qualità.
L’importanza della produzione europea Un ulteriore rischio per il settore è rappresentato dalle importazioni da Paesi extra-UE come Tunisia, Cile e Argentina, i cui costi di produzione sono nettamente inferiori a quelli europei. Mentre queste importazioni possono temporaneamente ridurre i costi per i consumatori, Rosario avverte che “rivolgere i consumatori verso l’olio d’oliva extra-UE può danneggiare gli standard di qualità che distinguono la produzione europea”. Le importazioni esenti da dazi della Tunisia sono ormai attive dal 1998, e Rosario propone di utilizzarle solo come misura temporanea nei periodi di scarsità.
L'olio d’oliva, prodotto simbolo della Dieta Mediterranea e patrimonio UNESCO, è apprezzato per le sue proprietà salutari, come il contenuto di acidi grassi monoinsaturi e vitamina E. Mantenere la sua integrità significa tutelare un patrimonio culturale e alimentare. Rosario auspica che il nuovo mandato legislativo dell'UE dia priorità alla tutela dell'olio d’oliva e implementi misure concrete per salvaguardare l'autenticità e la qualità di questo prodotto iconico nel panorama globale.
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Le iscrizioni al Premio Nazionale Ercole Olivario – Sezione Olive da Tavola 2024 sono aperte fino al 31 ottobre. Il concorso valorizza le migliori olive italiane con premi e menzioni speciali.
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Secondo Coldiretti, la raccolta anticipata delle olive in Sicilia riflette la crisi produttiva del Sud Italia, con un calo del 32% dovuto alla siccità. Nonostante la qualità eccellente, emergono preoccupazioni per speculazioni e frodi.
Con l’inizio anticipato della raccolta delle olive in Sicilia, l’olio nuovo del 2024 è già arrivato sulle tavole italiane, ma Coldiretti, Unaprol e Ismea lanciano l’allarme: la produzione di olio d’oliva in Italia è destinata a crollare del 32% rispetto al 2023. Le cause principali, secondo Coldiretti, sono la siccità e il caldo record che hanno colpito duramente le regioni del Sud, in particolare Puglia, Calabria e Sicilia, rallentando una campagna olivicola già segnata da gravi difficoltà. La Puglia, che rappresenta circa un terzo della produzione olivicola nazionale, ha visto una fioritura e un’allegagione limitate, aggravate dalle elevate temperature estive e dalla mancanza di piogge. Le stime indicano un raccolto praticamente dimezzato rispetto all'anno precedente. Anche in Calabria e Sicilia la situazione non è migliore, con lo stress idrico che ha provocato una caduta precoce delle olive, riducendo ulteriormente le aspettative produttive. Tuttavia, secondo Coldiretti, le prime rese in olio sono promettenti in termini qualitativi. Al calo registrato al Sud si contrappongono gli aumenti nelle regioni del Centro (+70%) e del Nord Italia (+75%) rispetto a un 2023 molto deficitario. Sul fronte della qualità, Coldiretti sottolinea che, grazie all’impegno delle circa 400 mila aziende agricole, l’Italia continua a mantenere una posizione di leadership in Europa, con 43 Dop e 4 Igp riconosciuti nell’olio extravergine. David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Unaprol, ha commentato che “l’olio extravergine d’oliva 100% Made in Italy è stato l'unico a crescere nei consumi lo scorso anno, dimostrando quanto i consumatori apprezzino la qualità di un prodotto che offre caratteristiche organolettiche uniche." Tuttavia, Granieri ha messo in guardia sulle possibili speculazioni sul mercato, date la scarsità di prodotto e il conseguente aumento delle quotazioni. Per combattere le frodi, Coldiretti e Unaprol propongono di ridurre i parametri di acidità dell'olio extravergine dall'attuale 0,8% a 0,5%, garantendo maggiore trasparenza attraverso un nuovo decreto sulle modalità di registrazione delle olive acquistate. Si sottolinea inoltre l’importanza di distinguere chiaramente i condimenti a base di olio sugli scaffali, separando i prodotti con olio Evo da quelli contenenti oli raffinati per evitare confusione tra i consumatori. Infine, Coldiretti e Unaprol richiamano l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici accelerando la realizzazione del piano di invasi, essenziale per una gestione programmata delle risorse idriche. Senza un’adeguata risposta alle nuove condizioni climatiche, l’olivicoltura italiana rischia di non garantire una produzione costante e di qualità negli anni a venire.
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All'evento di Confagricoltura e Costa d'Oro, ISMEA ha evidenziato le criticità del settore olivicolo italiano, con una produzione in calo e una bilancia commerciale costantemente negativa, a causa dell'eccessiva dipendenza dalle importazioni per soddisfare la domanda interna e le esportazioni.
Durante l’incontro del 11 settembre 2024, tenutosi a Roma presso Palazzo della Valle, ISMEA ha fornito un quadro dettagliato della situazione attuale del settore olivicolo italiano, sottolineando diverse criticità strutturali che influenzeranno la campagna 2024/25. I dati mostrano chiaramente come la produzione italiana di olio di oliva sia soggetta a un’eccessiva variabilità, influenzata dai cambiamenti climatici e dalle sfide del mercato globale. Sebbene negli ultimi quattro anni questa variabilità sia risultata meno accentuata rispetto al passato, il trend di lungo periodo rimane negativo. La produzione italiana, tradizionalmente insufficiente a soddisfare il consumo interno, ha reso necessarie le importazioni per coprire non solo il fabbisogno nazionale ma anche le esportazioni. Questa situazione ha generato un saldo della bilancia commerciale strutturalmente negativo, sia in termini di volume che di valore, con poche eccezioni, come quella del 2020. Le esportazioni italiane, nonostante il prestigio del marchio Made in Italy, non riescono a compensare il deficit causato dalle importazioni, e la concorrenza della Spagna, che ha saputo innovare con varietà precoci e meccanizzabili, continua a erodere quote di mercato. Il settore, pur vantando un patrimonio genetico di oltre 500 varietà, non è riuscito a sviluppare nuove varietà che rispondano efficacemente alle sfide produttive e climatiche, mentre la Spagna ha guidato l'innovazione nel settore con un vantaggio ormai consolidato.
Andrea Vitali