Filiera della canapa
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Le potenzialità della farina di semi di canapa nella zootecnia approvata negli Stati Uniti dal Minnesota che ha recentemente sdoganato l’uso della farina di semi di canapa come mangime per galline ovaiole
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Confagricoltura sollecita il governo a escludere l’uso ricreativo della canapa sativa dal ddl Sicurezza per tutelare i settori cosmetico, nutraceutico, tessile ed edilizio che sono in procinto del raccolto. L’emendamento attuale mette a rischio un comparto in forte crescita e migliaia di posti di lavoro.
Confagricoltura, attraverso il suo Gruppo di Lavoro sulla canapa industriale, ha richiesto un intervento urgente al governo italiano per modificare un emendamento al disegno di legge Sicurezza. L'emendamento in questione prevede l'inclusione delle infiorescenze di canapa e dei suoi derivati nel Testo Unico delle leggi sugli stupefacenti (legge 309 del 1990), equiparando di fatto la canapa industriale a sostanze soggette a restrizioni. Confagricoltura ha sottolineato come tale misura possa compromettere gravemente il settore agricolo, che negli ultimi anni ha registrato una crescita significativa. Confagricoltura propone di modificare l’emendamento in modo da escludere l’uso ricreativo della canapa industriale dalla legge 242, mantenendo il settore agricolo estraneo alle misure restrittive previste per la canapa destinata a usi non industriali. La confederazione ritiene infatti che la modifica sia necessaria per salvaguardare la stagione agricola in corso e consentire uno sviluppo continuativo delle filiere di canapa destinate a settori come la cosmetica, la nutraceutica, il tessile e l’edilizia. Il settore della canapa industriale italiana rappresenta un'opportunità economica per le aree rurali e montane, nonché un’occasione per i giovani agricoltori. Con oltre il 65% delle imprese del settore guidate da imprenditori under 40, il comparto si pone come un’importante leva per il rinnovamento generazionale in agricoltura. Dal 2019 al 2023, il settore ha registrato una crescita del 200% e conta oggi su circa 10.000 posti di lavoro, con un significativo contributo all'export: oltre il 70% della produzione italiana è infatti destinata all’estero, con mercati di riferimento in Svizzera, Germania, Spagna, Francia e Austria. Il mancato intervento, avverte Confagricoltura, potrebbe assestare un duro colpo a una filiera che ha mostrato di essere sostenibile e capace di rispondere a esigenze ambientali e di diversificazione agricola, ostacolando il percorso di crescita e riducendo le prospettive di occupazione giovanile nel settore.
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Sei aziende italiane del settore canapa hanno avviato una iniziativa congiunta con il supporto politico del M5S contro il divieto sui fiori di canapa previsto nella Legge Sicurezza 2023, che sarà discusso in Parlamento dopo la pausa estiva.
Il Parlamento italiano è pronto a discutere la Legge Sicurezza 2023, dopo la pausa estiva. Tra le disposizioni in esame c'è un emendamento che mira a vietare tutte le attività commerciali legate ai fiori di canapa, anche quelli con un contenuto di THC inferiore allo 0,3%. Questo divieto avrebbe un impatto notevole su oltre 2.300 aziende italiane, specializzate nella coltivazione e trasformazione della canapa, che rischiano la chiusura. In risposta a questa proposta, sei associazioni italiane del settore della canapa, tra cui Imprenditori Canapa Italia e Federcanapa, hanno lanciato una petizione per chiedere il ritiro immediato dell’emendamento e avviare un dialogo costruttivo con il governo. La petizione sottolinea l'importanza di una regolamentazione equilibrata e sostenibile per la filiera della canapa industriale. Il Movimento 5 Stelle (M5S), in particolare l'eurodeputata Valentina Palmisano, ha chiesto l’intervento della Commissione Europea, sostenendo che il divieto proposto violerebbe le normative dell'Unione Europea sulla libera circolazione delle merci e sullo status non narcotico del CBD, stabilito da una sentenza del 2020. La Commissione Europea ha già avviato una revisione approfondita della questione, sollecitata da diverse associazioni di settore che hanno presentato reclami a giugno. Se il divieto dovesse essere approvato, esso vieterebbe non solo la vendita, ma anche l'importazione, la lavorazione, la distribuzione e il possesso dei fiori di canapa, anche in forma secca o triturata. Inoltre, la misura si integrerebbe con un decreto già in vigore dal 5 agosto, che limita la vendita di prodotti a base di CBD destinati al consumo orale esclusivamente alle farmacie, previa prescrizione medica non ripetibile. La Legge Sicurezza 2023, e in particolare il divieto sui fiori di canapa, continua a essere oggetto di forti controversie, con diverse forze politiche che esprimono dubbi sull’approccio restrittivo del governo. Anche esponenti di Forza Italia, partito di destra parte della coalizione di governo, hanno espresso perplessità, chiedendo un approccio più bilanciato. L’esito di questa discussione parlamentare avrà conseguenze significative per il futuro della filiera della canapa in Italia e per la conformità del Paese alle normativa.
Redazione
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Cia-Agricoltori Italiani critica il decreto del Ministero della Salute che inserisce il CBD tra i medicinali stupefacenti, e chiede un tavolo di confronto con il governo per tutelare la filiera
Cia-Agricoltori Italiani critica il decreto del Ministero della Salute che inserisce il CBD a uso orale tra i medicinali stupefacenti, senza consultare gli operatori del settore. Il decreto viene ritenuto discutibile non solo dal punto di vista legale, sanitario e scientifico, ma anche per le possibili ripercussioni economiche su una filiera già messa a dura. Il contesto di questa decisione si inserisce nel più ampio dibattito parlamentare sull’emendamento al Ddl Sicurezza, che prevede il divieto di coltivazione, lavorazione e vendita delle infiorescenze della canapa industriale e dei suoi derivati. “Siamo di fronte a interventi ideologici che rischiano di azzoppare una filiera ad alto valore aggiunto e a trazione giovanile, con un enorme potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile,” afferma Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia. La filiera della canapa industriale, infatti, ha un valore economico di 500 milioni di euro annui e impiega più di 10 mila persone in tutta Italia. Cia invita il Governo a un dialogo costruttivo con gli operatori, convocando il Tavolo di filiera della canapa presso il Ministero dell'Agricoltura per promuovere e non ostacolare questo settore chiave del Made in Italy agroindustriale.
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Nel bando europeo EIP AGR un gruppo operativo (GO) di 9 agricoltori tedeschi ha vinto nella categoria "Modelli di Business nelle Filiere Alimentari" con un progetto che valorizza la coltivazione della canapa nel distretto di Werra-Meißner. Hanno sviluppato varietà coltivabili in Germania, dalle quali realizzare anche pellet per le lettiere degli animali, migliorando i redditi agricoli e promuovendo sistemi agricoli sostenibili.

Focus sul Progetto Innovativo
Il progetto vincente si concentra sulla coltivazione, raccolta e lavorazione della paglia di canapa e dei semi di canapa, puntando a creare nuove catene del valore per questa coltura in Germania. Nonostante i numerosi usi della canapa, la sua coltivazione è ancora rara in Germania. Questo gruppo operativo ha lavorato per cambiare la situazione, implementando modelli di business innovativi e sostenibili.
Benefici del Progetto
Nel distretto di Werra-Meißner, nove agricoltori hanno collaborato con imprese regionali e un istituto di consulenza per l'agricoltura e l'orticoltura, concentrandosi su una varietà di canapa a duplice scopo. L'obiettivo è commercializzare sia le noci di canapa che la paglia di canapa, diversificando così le fonti di reddito degli agricoltori. Le attività principali del progetto includono la lavorazione parziale in loco della pianta di canapa, l'ottimizzazione delle tecniche di coltivazione e l'allevamento di piante di canapa adattate alle condizioni locali.
Innovazione e Sostenibilità
Un aspetto innovativo del progetto è la trasformazione della paglia di canapa in pellet, che vengono utilizzati come lettiera nelle stalle degli animali. Questo utilizzo non solo aggiunge valore alla produzione di canapa, ma rappresenta anche una soluzione sostenibile per la gestione dei sottoprodotti agricoli.
Collaborazione e Sviluppo Futuro
La collaborazione tra agricoltori, imprese regionali e istituti di consulenza ha permesso di creare un modello di business solido e replicabile. Il successo di questo progetto nel bando EIP AGRI dimostra come l'innovazione e la cooperazione possano portare a sviluppi significativi nel settore agricolo, contribuendo allo sviluppo economico locale e promuovendo la sostenibilità.
Il progetto rappresenta un esempio concreto di come le nuove catene del valore possano essere create attraverso modelli di business innovativi, migliorando la redditività agricola e promuovendo pratiche sostenibili. Questo successo evidenzia l'importanza di esplorare e sfruttare il potenziale delle colture alternative come la canapa, offrendo nuove opportunità economiche agli agricoltori e contribuendo positivamente all'ambiente.
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Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio stabilisce la legalità della vendita dei fiori apicali di canapa non stupefacente, aprendo nuove prospettive per il settore.
Una decisione storica del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (TAR) potrebbe avere un impatto significativo sul settore della canapa legale in Italia. La sentenza, emessa come risposta a un ricorso introduttivo presentato da varie associazioni di settore, ha stabilito la legalità della vendita dei fiori apicali di canapa non stupefacente.
Il ricorso contestava il Decreto Ministeriale sulle piante officinali del 21 gennaio 2022, che limitava la coltivazione e la vendita dei semi e dei loro derivati. La sentenza del TAR del Lazio ha chiarito che la vendita dei fiori apicali di canapa non stupefacente a basso contenuto di THC non costituisce un rischio per la salute pubblica e, quindi, non è soggetta a divieti.
Questa sentenza potrebbe rappresentare un passo significativo verso una maggiore chiarezza nella regolamentazione della canapa legale in Italia. Potrebbe aprire nuove prospettive per gli operatori del settore, creando un ambiente più favorevole per lo sviluppo della filiera della canapa. Inoltre, potrebbe influenzare positivamente la percezione pubblica della canapa, spostando l'attenzione dalla controversia verso una visione più informata delle sue applicazioni e benefici.
L'industria della canapa non stupefacente è in continua crescita e questa sentenza potrebbe quindi contribuire ad accelerare questo trend, promuovendo lo sviluppo economico e facendo tornare l'Italia competitiva rispetto ai concorrenti europei. La decisione del TAR del Lazio riflette una tendenza globale verso una maggiore accettazione e regolamentazione della canapa legale, riconoscendo il suo potenziale nella produzione di prodotti sostenibili e a basso impatto ambientale.
Redazione





