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Soddisfazione di Cia Toscana Centro, la Commissione tributaria di Pistoia ha accolto il ricorso di un floricoltore di Cia contro le cartelle Tari (esosissime) del Comune di Pescia in provincia di Pistoia.

Stop quindi alla Tari sulle serre dei floricoltori e vivaisti. Questo il messaggio che arriva al Comune di Pescia da una sentenza della Commissione tributaria provinciale di Pistoia, emanata il 12 giugno scorso ma depositata in cancelleria l’8 novembre, che ha accolto i ricorsi di un importante floricoltore pesciatino socio di Cia Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato) contro sei avvisi di accertamento Tari emessi dal Comune nel novembre 2017. Il Comune, fra tasse e sanzioni, aveva avanzato richieste di pagamento esorbitanti, capaci di mettere in crisi un’azienda floricola in piena salute. La sentenza ha annullato gli avvisi impugnati e ha condannato il Comune al pagamento delle spese legali.
Nella sentenza sono stati accolti i ricorsi dell’azienda floricola associata a Cia Toscana Centro sia sotto il profilo procedurale, in quanto non era stato attivato alcun confronto con il contribuente, sia sul piano sostanziale, in quanto è stata esclusa nel caso di specie l’assoggettabilità alla Tari delle superfici dedicate alla produzione agricola. Più in generale, il testo della sentenza afferma il principio che le superfici coltivate, sia in campo che in serra, generano rifiuti speciali (che l’agricoltore tratta in conformità alla normativa vigente) e non rifiuti urbani o assimilabili soggetti a Tari.
«Aspettavamo con trepidazione questa pronuncia – ha commentato il presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini – per tranquillizzare i nostri florovivaisti, che fibrillavano su questa questione, da quando si era diffusa la notizia delle cartelle esorbitanti emesse dal Comune di Pescia nei confronti di alcune aziende floricole del territorio, fra cui una nostra azienda di tutto rispetto. Il nostro Gruppo floricoltura mi aveva chiesto a più riprese incontri sull’argomento con l’amministrazione comunale. Auspicavamo ed eravamo convinti della giustizia di un esito di questo tipo: alle serre florovivaistiche non va applicata la Tari».

Redazione

Domani parte a Bologna la 43esima edizione di Eima, Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio, rassegna a cadenza biennale promossa dal 1969 da FederUnacoma (Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura).

Visto il successo del 2016 e i padiglioni rinnovati, quest'anno sono attesi circa 300mila visitatori da oltre 140 Paesi. Sono 1950 le aziende che hanno deciso di esporre ad Eima e rappresentano 49 paesi; 50mila sono i modelli di macchine e attrezzature esposti, 14 i settori espositivi, 1.100 le voci merceologiche e 80 le delegazioni estere da 70 Paesi. La fiera durerà fino all'11 novembre e sarà ricca di eventi ed iniziative collaterali come le assemblee di categoria o i momenti di formazione per i giovani
Eima Green (giardinaggio), Eima Componenti, Eima Energy (tecnologie per la gestione delle biomasse a fini energetici), Eima Mia (multifunzionalità) e Eima Idrotech (irrigazione) sono i cinque saloni specializzati.
Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, spiega che «Tra le rassegne della meccanica agricola, Eima International è quella più ‘globale’ poiché accoglie operatori da circa 150 Paesi. Per mantenere questo posizionamento deve confermarsi ricchissima di modelli e soluzioni tecnologiche capaci di rispondere alle esigenze di ogni tipo di agricoltura. Abbiamo lavorato per garantire questa ricchezza merceologica e aspettiamo riscontri positivi. Una rassegna come la nostra costituisce non soltanto una grande vetrina promozionale e commerciale, ma anche una rappresentazione ‘scenografica’ della meccanica agricola, un settore vincente che merita molta più attenzione anche da parte della politica».

Redazione

Il comparto sconta ogni anno una diminuzione di circa il 10 per cento della produzione. I Mercati dei fiori cedono spazio al vivaismo.

Novembre non è più tempo di crisantemi per gli agricoltori italiani. Questo quanto emerge secondo un’analisi fatta da CIA Piemonte che ha come osservatorio il mercato dei fiori di Torino. L’andamento del fiore più tipico per la ricorrenza dei Santi e dei Defunti, sconta tutti gli anni una diminuzione di circa il 10 per cento della produzione che viene confermata anche per il 2018.
Quest’anno, in particolare, si registrano  fioriture in ritardo per l’andamento climatico sfavorevole (troppa luce) ed ha avuto un buon prodotto solo chi ha ombreggiato con teli e soprattutto chi lo ha fatto per tempo. Sul fronte degli altri fiori, invece, complice il caldo, si sono ottenute buone produzioni (garofano e sterlizia), prezzo basso, ma quantità notevoli, che in parte hanno consentito un lieve recupero sui crisantemi. Buono anche l’andamento delle produzioni di fronde.
Nel 2017, a fronte di una produzione circa pari ad 1,2 miliardi di euro, i fiori e le piante da vaso hanno pesato per il 4 per cento sul valore produttivo di tutte le coltivazioni agricole (2 per cento sul totale agricoltura). Tuttavia, negli ultimi dieci anni il valore della produzione ha ceduto il 29 per cento.   
Sono i dati sul florovivaismo di fine stagione rilevati dalla Confederazione italiana agricoltori, che, a Torino, occupa la parte più ampia del plateatico del Mercato dei fiori: «E’ da anni che la nostra Organizzazione – osserva il presidente di Cia Torino, Roberto Barbero - lancia l’allarme sulle problematiche specifiche del fiore reciso. Da anni si assiste alla perdita sia delle superfici investite, che delle produzioni, non solo in Italia, ma anche in Europa. Nel nostro Paese vi è una riconversione in atto verso il vivaismo, che in parte attutisce gli effetti della crisi del comparto floricolo».
In Europa, sempre secondo i dati Cia, il minor costo del prodotto di alcuni Paesi come Kenya, Colombia, Israele ed Ecuador, corrisponde al 70 per cento dell’import totale dei fiori. Un’emergenza alla quale si aggiunge la crisi economica italiana, che ha contratto i consumi interni a favori di altri prodotti per tutte le fasce di età.
«Sul fronte dei costi – evidenzia ancora Barbero - giocano un ruolo di particolare rilievo i costi di natura energetica (serre riscaldate per alcune produzioni), cosi come altre criticità riguardano le regole di produzione del materiale che viene importato».
FLOROVIVAISMO ITALIANO
Il florovivaismo italiano - che comprende vari segmenti: fiori e fronde recise, piante in vaso da interno e da esterno e quelle utilizzate per gli spazi verdi -  si estende su una superficie di quasi 29 mila ettari grazie all’attività di circa 21 mila aziende ripartite tra 14 mila per il segmento fiori e piante in vaso e 7 mila per quello vivaistico. La produzione di fiori e fronde si attesta in poco più di 3 miliardi di steli, mentre quella di piante in vaso, alberi ed arbusti si stima in 575 milioni di pezzi.
Il valore della produzione delle aziende florovivaistiche italiane è di circa 2,5 miliardi di euro, di cui il 45 per cento, 1,2 miliardi, derivante da fiori e piante in vaso, e il restante 55 per cento,  1,4 miliardi, dai prodotti vivaistici (alberi e arbusti). Il settore rappresenta, nel complesso, oltre il 4 per cento della produzione agricola totale. Il comparto muove un indotto di notevole rilevanza, sia a monte che a valle della filiera. Gli occupati, in base al censimento Istat del 2010, sono oltre centomila, al netto dell’indotto, e rappresentano più del 10% degli occupati agricoli complessivi

Redazione

Secondo l'analisi di Coldiretti su dati Istat, relativi ai primi sette mesi dell’anno, le esportazioni di zucche Made in Italy nel 2018 registrano un aumento record del 19% in quantità. I dati sono stati resi noti in occasione del “Zucca day” che si festeggia in tutta Italia nei mercati di Campagna Amica con lezioni di intaglio delle zucche per prepararsi ad Halloween, l’esposizione di “mostruose” sculture, ma anche i consigli in cucina dell’agrichef per prepararle al meglio in padella.


Come spiega Coldiretti si registra una corsa all’acquisto dell’ortaggio più grande del mondo anche in Italia dove la produzione nazionale quest’anno dovrebbe aggirarsi poco sotto i 40 milioni di chili, in leggero calo causa del maltempo. Complessivamente in Italia sono circa 2000 gli ettari coltivati, divisi soprattutto tra Lombardia (con circa il 25% della superficie nazionale), Emilia Romagna e Veneto, seguite da Campania, Lazio, Liguria, Sicilia e Toscana. Si tratta per la quasi totalità di prodotti destinati al consumo alimentare anche se cresce la coltivazione di varietà di zucche a scopi ornamentali o da “competizione” con esemplari che possono arrivare anche oltre i 900 chili di peso. Accanto a varietà internazionali molti imprenditori agricoli in Italia – continua la Coldiretti – sono impegnati nella conservazione di quelle tradizionali come la zucca marina di Chioggia del Veneto, la zucca violina di Ferrara, la zucca di Castellazzo Bormida in Piemonte, la zucca lardaia di Siena, la zucca Berrettina piacentina, la zucca Delica e quella Cappello da Prete, la più diffusa, soprattutto nel Mantovano, che molto spesso si possono trovare nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. In questo modo è possibile – sottolinea Coldiretti - garantirsi l’italianità del prodotto, visto che la legge impone oggi di indicare l’origine sulle zucche fresche intere, ma non su quelle tagliate, né su quelle trasformate, né sui classici semi di zucca. Così - avverte Coldiretti - aumenta il rischio di portare a tavola zucche provenienti da paesi dove non vigono le stesse regole sull’uso di pesticidi, come nel caso dell’Egitto e della Tunisia, tra i principali esportatori in Italia assieme al Portogallo.
Regina indiscussa delle tavole invernali nella versione dei famosi tortelli, la zucca – afferma la Coldiretti – è uno dei prodotti più versatili della cucina italiana e può essere utilizzata sia per le preparazioni salate che per quelle dolci, ma anche abbinata a pasta, carne, formaggi e torte. E c’è anche chi le usa per fare la birra. Nel corso del tempo si sono differenziate principalmente due tipologie di utilizzo, una relativa alla preparazione di tortelli, gnocchi, dolci e pane, l’altra come ingrediente di minestre e minestroni. Per assicurarsi un prodotto di qualità – spiega Coldiretti - quando si compra la zucca a pezzi, occorre verificare che le fette siano state tagliate da poco (la polpa deve essere un po’ umida e i semi scivolosi) perché la vitamina A è sensibile alla luce e tende a distruggersi man mano che passa il tempo. Va controllata anche la buccia: deve essere integra, senza segni di muffe e ammaccature. Se invece – aggiunge Coldiretti - si compra una zucca intera, è necessario provare a batterla leggermene con le nocche delle dita: è buona se emette un suono sordo. Inoltre, va controllato il picciolo: deve essere morbido e ben attaccato alla zucca.
L’altra categoria di zucca che si sta affermando in Italia – ricorda ancora Coldiretti – è quella ornamentale: si tratta di zucche di ogni tipo, che si differenziano per le dimensioni (di piccola taglia oppure enormi) per la forma (allungate a forma di tubo, a trombetta, a cappello, schiacciate, a spirale, tonde), per la buccia (rugosa, bitorzoluta, costoluta, liscia) e per il colore (di ogni tonalità, dal verde al rosso accesso, passando per zucche striate).
Ma è indubbio che l’affermarsi della notte delle streghe ha aperto il nuovo “mercato” delle zucche intagliate con le quali si cimentano un numero crescente di italiani. Per intagliare un’autentica zucca di halloween – suggerisce la Coldiretti – occorre innanzitutto scegliere una bella zucca dal peso compreso tra i cinque e i dieci chili, rotonda e senza imperfezioni perché, più liscia è la superficie, più facile è intagliarla. Con uno scalpello a forma di V poi bisogna tracciare le linee sul volto della zucca e con un coltello da cucina ben affilato e non troppo flessibile occorre scavare per intagliare i tratti del “volto” in modo da ricavare dei fori da dove fuoriesca la luce. Per inserire al suo interno una candela accesa è sufficiente scavare un buco sul fondo della zucca per ricavare una via d’entrata senza rovinare “l’opera d’arte”. Chi volesse conservare a lungo il ricordo della magica notte delle streghe – continua la Coldiretti – deve una volta alla settimana passare sulla parte esterna un po’ di olio vegetale con un panno morbido e lasciarla in un luogo fresco e asciutto. Successivamente ogni 4-5 giorni deve immergerla in acqua fresca. In caso di aria particolarmente secca, in casa, di notte è consigliabile – conclude la Coldiretti – coprire la zucca con un panno umido.

Redazione

Royal Flora Holland Aalsmeer: tre giorni fondamentali per fare il punto sul Florovivaismo e tracciarne gli scenari futuri. Per gli olandesi di Royal Flora Holland lo slogan “Connect to the Global Growth” sarà il file rouge per seguire gli argomenti che si alterneranno con continui work-shop nel Royal Flora Holland House su: tendenze e ispirazioni, sostenibilità, innovazione, digitalizzazione e l’atteso aggiornamento sul nuovo sistema di vendita di Royal Flora Holland “Floriday”. Oltre a 20.000 prodotti tra fiori e piante in esposizione.

25.000 mq di esposizione, 20.000 prodotti e 600 espositori provenienti da Europa, Africa, Asia e Nord America il Trade Fair Aalsmeer è sicuramente la fiera internazionale leader della floricoltura che annovera la migliore selezione di prodotti e di novità (fiori e piante) con i loro espositori provenienti da tutto il mondo. Produttori, vivaisti, commercianti, che condividono le novità in termini di tecnologie e sopratutto digitalizzazione.
Con una conoscenza globale senza precedenti del settore, le ultime novità nel campo della digitalizzazione, la fiera quest’anno si svolgerà dal 7 al 9 novembre naturalmente al Royal Flora Holland di Aalsmeer e avrà come tema Connect to Global Growth.
La Royal FloraHolland House occupa una posizione centrale in fiera. Qui si svolgeranno presentazioni su argomenti come internazionalizzazione, sostenibilità, innovazione e digitalizzazione, e un aggiornamento di Floriday, la piattaforma di fornitura digitale per la floricoltura, di Gerhard van der Bijl, CDO di Royal FloraHolland. Ci saranno anche workshop e novità sulle tendenze e le ispirazioni.
La fiera Aalsmeer è organizzata da Royal FloraHolland e si svolge presso la sede dell’asta Aalsmeer. Gli orari di apertura sono mercoledì dalle 9:00 alle 17:00, giovedì dalle 9:00 alle 17:00 e venerdì dalle 9:00 alle 15:00. La fiera Aalsmeer non è accessibile al pubblico.
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