Arte Verde
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25 Verde, un complesso di appartamenti progettato e realizzato a Torino. Un mix di 5 piani di alberi rigogliosi e travi in acciaio, che permettono ai cittadini di sentirsi un po’ come scoiattoli. Gli appartamenti sembrano tane scavate in un unico, gigantesco, albero.
Redazione Floraviva

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- Scritto da Andrea Vitali
L’artista nasce nel 1976 a Busan e oggi vive e lavora fra Seul e Chicago. La sua arte si caratterizza per la descrizione dell’esperienza intima fra il suo essere e l’ambiente che lo circonda. Alla prova è proprio la sensazione che l’esterno ha sulle nostre percezioni e sui nostri ricordi: attraverso vari mezzi, Myeongbeom Kim tratteggia il dialogo privato che ognuno instaura con il mondo. L’immaginario a cui attinge l’artista è quello surreale, che combina elementi i quali, normalmente, non hanno niente a che fare l’uno con l’altro. Così capita nel caso dei rami di albero che diventano le corna di un maestoso cervo: bastano pochi secondi per capire che è qualcosa di non reale, anche se vorremmo che lo fosse. Molte delle opere di Kim fanno riferimento alla natura, accostata all’uomo. L’immagine che emerge è quella della vita, della crescita e del declino: un ciclo completo che permette all’artista di descrivere l’ambiente dal punto di vista della vita. L’interrogativo ricorrente, che attraversa tutta l’opera di Kim, sembra essere: riusciremo a far prosperare la natura o la soffocheremo e la faremo appassire?
Redazione Floraviva


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- Scritto da Andrea Vitali
Le opere dell’artista brasiliano Henrique Oliveira portano la sua firma nella loro prepotenza sinuosa: enormi radici, grovigli di legno che attraversano pareti e invadono le strutture artificiali create dall’uomo. Le installazioni di Oliveira sono formate da tapumes, un tipo di compensato alterato, e assi di staccionate sottratte ai cantieri. Nel 2014 completa la sua più grande e affascinante opera, “Transarquitetônica”, presso il “Museu de Arte Contemporânea da Universidade di San Paolo”. Questa installazione riporta lo stile delle sue precedenti opere e stupisce per la sua imponente dimensione. Nata da uno scheletro in legno e metallo aggrovigliato, l’opera è dotata anche di un percorso interno, fatto da una grande trapunta di legno in vari stadi di usura e degrado. “Transarquitetônica” ricorda le radici di un grande albero e invita i visitatori del museo ad entrare nel suo interno cavernoso per ricordare a tutti che l’uomo è un ospite nella grande casa creata dalla natura. Oliveira ha infatti sempre inserito nelle sue opere il richiamo alla natura grazie alla presenza del legno e a forme che ricordano radici, tronchi di alberi o materiale organico.
Redazione Floraviva

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L’artista, nata in Israele nel 1975, vive e lavora a Parigi dove ha anche compiuto i suoi studi all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts. Nel corso degli anni Mona Oren ha sviluppato una multidisciplinarietà nell’arte: disegno, fotografia, video, installazioni. Ma il centro di gravità di tutta la sua opera resta la scultura, una passione che prende vita nel contatto con la materia, con i volumi e le superfici di vari materiali. L’artista realizza oggi opere tridimensionali in latex, carta o silicone che mettono in scena la spazializzazione, la trascrizione o una serie fotografica o video.

L’incontro fra forma e materia avviene in modo perfetto e simbolico, come nel caso di “Anthurium Meltdown” (2006) in cui il fiore, organo sessuale della pianta, che rappresenta il simbolo della bellezza naturale nell’estetica classica, si fonde con la cera che, lontana dall’essere un materiale neutro, possiede un forte potere evocativo. La cera resta infatti di fronte ai nostri occhi qualcosa di vitale, qualcosa di cui percepiamo la vulnerabilità. Non a caso, dunque, la cera è spesso scelta come materiale per le sue opere da Mona Oren: grazie alla sua facilità di modellamento a mano, è un materiale più intimo del bronzo o della ceramica. I lavori dell’artista sono così riconducibili al post-minimalismo, poiché esplorano abilmente la forza evocatrice e formale dei materiali per arricchirli infine di un’emotività effimera e più volatile che conosce molto bene il simbolismo, l’erotismo, il pudore e il dubbio.
Redazione Floraviva
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Il talento artistico di Sonja indaga l’ambiente urbano e naturale attraverso l’esplorazione e la ricerca. Il suo lavoro si esprime attraverso interventi diretti sulla natura e installazioni video. Laureata all’Accademia d’Arte di Stoccarda, ha conseguito il suo Master in “New Genres” presso il San Francisco Art Institute nel 2001. Salta subito all’occhio come Sonja non sia interessata a ricreare opere durature, ma piuttosto una consapevolezza del mondo naturale che circonda ogni essere umano. I disegni sulle nevi incontaminate sono un chiaro esempio di questo intento: l’artista, infatti, partendo dal presupposto che l’attività umana ha già segnato abbondantemente l’ambiente, desidera colpire intellettualmente il suo pubblico. L’arte di Sonja si manifesta così in grandi esperienze coinvolgenti, che sopravvivono grazie alla documentazione fotografica e al ricordo di chi ha potuto ammirarle. Gli “Snow Drawings” sono dei grandi disegni, ricreati sulla neve grazie alle impronte delle ciaspole, e hanno il dichiarato scopo di riavvicinare l’uomo alla natura corrispondendovi perfettamente.





