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Il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini risponde alle parole di Carmazzi uscite il 15 febbraio su un articolo di Report Pistoia dicendo che il presidente del distretto Carmazzi non ha dimostrato «la sensibilità istituzionale» e la «equidistanza» necessarie per la sua funzione. Orlandini insiste in ogni caso nel chiedere a Carmazzi la revoca dell’accordo con Anve, in quanto nato senza i necessari presupposti di collegialità e ingiustificato sul piano dei contenuti.
Il 15 febbraio su Report Pistoia è stata pubblicata la risposta di Marco Carmazzi (clicca per leggere l'articolo) al comunicato del presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini di venerdì 13 febbraio, pubblicato integralmente da Floraviva il giorno successivo (clicca per leggere l'articolo). Ecco qua sotto, in versione integrale, la replica di Sandro Orlandini alla risposta di Marco Carmazzi, così come veicolata da Report Pistoia:
«Dopo aver letto le dichiarazioni del presidente del comitato del distretto floricolo Lucca-Pistoia Marco Carmazzi, penso che farebbe meglio a dimettersi perché sta dimostrando, anche con le ultime parole, di non avere né la sensibilità istituzionale né l’equidistanza e l’imparzialità necessarie per svolgere il suo compito, che richiede, da regolamento, la capacità di assicurare collegialità nelle decisioni, lasciando a casa la casacca di provenienza, nel suo caso quella di Coldiretti».
E’ quanto dichiara Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, replicando all’articolo-intervista a Marco Carmazzi, presidente del distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia, di Marco Baronti, pubblicato ieri da Report Pistoia. Per Orlandini infatti «accusare di “autoreferenzialità” Cia e Confagricoltura solo perché esigono il rispetto del regolamento, oltre che delle elementari norme di condotta non scritte del galateo istituzionale, è infatti lunare, fuori dal mondo». Così come è «del tutto infondato sostenere che il bene delle aziende consista nel consegnare di fatto la gestione di gran parte delle funzioni strategiche del distretto a una associazione privata come Anve, sulle cui capacità non possiamo nemmeno esprimerci perché sono ancora tutte da dimostrare e le cui finalità associative sono quanto meno ambigue (fra sostegno all’export dei vivaisti ornamentali e assistenza a 360 gradi a tutti i florovivaisti), solo perché a Carmazzi e a Coldiretti piace così e perché sono stati abili a far credere alle controparti politiche che siedono nel distretto che questa fosse l’unica strada possibile».
«Non è così – prosegue Orlandini - . E comunque non è questo il modo di procedere, checché insista Carmazzi. Che è addirittura, lui, sì, sconcertante, quando sostiene che la comunicazione arrivata via e-mail da Anve e non dal Distretto è frutto di un “inghippo telematico che non ha motivo di creare polemiche” e quando afferma, prima, che “la convenzione che è stata approvata con la legittima delibera della scorsa sera permette di dare un'ulteriore servizio alle aziende che rappresentiamo” (ma il sindaco Giurlani non aveva detto che era stata congelata?) e, dopo, che “a breve faremo un incontro con le organizzazioni sindacali per cercare di ricucire lo strappo che c'è stato in tutta questa vicenda ed andare avanti. Noi lavoriamo per aggregare e unire, non per dividere. Tutto questo per il bene e l'interesse delle aziende e del settore che rappresentiamo”».
«Ecco, Cia Pistoia ribadisce che l’incontro con le organizzazioni sindacali e professionali di categoria avrebbe dovuto aver luogo prima, non dopo, la decisione di fare simile convenzione con Anve. Pertanto insistiamo nell’appoggiare la diffida del 3 novembre scorso di Cia Toscana Nord e Confagricoltura Lucca in cui si chiedeva a Carmazzi di revocare la convenzione con Anve». Tra l’altro, conclude Orlandini, al contrario di quanto cerca di far credere il presidente del distretto Carmazzi, «tale convenzione, almeno se l’ultima versione della convenzione/collaborazione della settimana scorsa avrà contenuti simili alla prima, non si limita a consentire “alle imprese del settore di avere tutta una serie di notizie e informazioni in più collegate all'attività”, ma, stando al testo della convenzione originaria, a fornire servizi quali: “assicurazione crediti, assicurazioni contro le calamità naturali, consulenza legale, fiscale e contabile, consulenza per l’efficienza energetica delle aziende, agevolazioni per l’accesso al credito, sviluppo di software gestionali, marketing e internazionalizzazione”. E il tutto senza nemmeno introdurre criteri di verifica e monitoraggio dell’eventuale operato di Anve. Non ci siamo proprio!».
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Pistoia, 12 febbraio 2015. Nei giorni scorsi Cia e Confagricoltura sono spesso intervenute sui giornali locali per esprimere le loro opinioni in merito al ritardo sulla rielezione del presidente del Distretto Vivaistico Pistoiese. Coldiretti, nonostante le accuse che le venivano pubblicamente lanciate, ha fino ad oggi taciuto, per evitare di turbare le trattative in corso. Ciononostante, ci sentiamo oggi in dovere di rendere pubblica la nostra opinione, perché riteniamo quanto detto nei giorni scorsi da Cia e Confagricoltura inesatto e inopportuno.
Sappiamo bene che il settore vivaistico locale si sviluppa su cinquemila ettari di piante, che da decenni restituiscono alla città ossigeno e occupazione. E che da oltre un decennio stiamo tutti lavorando per dare al comparto solide basi strategiche per il futuro (ricordiamo che la prima conferenza regionale per il florovivaismo si tenne nel 2003 ). Per questo, nel 2007, è nato il Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, che ha messo insieme tutti gli attori del territorio: comuni, provincia, camera di commercio, aziende e associazioni rappresentative, sindacati. Nel suo statuto si leggono parole come “coordinamento”, “confronto”, “consolidamento delle relazioni”. Parole sagge, che non sempre hanno avuto conseguenze pratiche.
Dopo la fine del mandato di Vannino Vannucci (titolare della storica azienda Vannucci Piante), eletto all'unanimità e per acclamazione per due mandati consecutivi (e che ancor oggi prosegue nel suo mandato in prorogatio), dal 2013 il Distretto è in fase di stallo. Non si riesce a rinnovare la presidenza.
L'assemblea del Distretto conta circa trenta componenti ed elegge il presidente (che deve essere, a norma dello statuto, un vivaista) a maggioranza qualificata dei due terzi. Ci teniamo a sottolineare che Coldiretti, direttamente o indirettamente, contribuisce alla nomina del presidente con soli tre membri presenti nell'assemblea del distretto, nonostante sia l'associazione agricola di maggior peso in Italia e nella provincia (alla nostra associazione sono iscritti circa il 60% dei vivaisti della provincia stessa, per intenderci).
Quando iniziammo a discutere della nomina del nuovo presidente, Coldiretti propose Riccardo Andreini, mentre Confagricoltura fece il nome di Giorgio Innocenti. Cia si manifestò fin da subito contraria alle due proposte (in maniera, talvolta, estremamente polemica) senza avanzare però alcuna candidatura.
Nonostante vari tentativi di mediazione, nell'estate del 2014 la situazione era ancora bloccata. Visto lo stallo generatosi, grazie all’azione del sindaco Bertinelli, vennero convocate le tre associazioni storiche ( Cia, Coldiretti e Confagricoltura ), assieme alla presidente della provincia Federica Fratoni e a Vannino Vannucci presidente uscente, per ascoltare e capire i motivi delle divergenze e cercare di trovare una sintesi.
Coldiretti espose a tutte le parti cosa intenda per Distretto: la casa di tutti i vivaisti, una grande risorsa per l'intera provincia, la sede giusta dove potersi confrontare e poter risolvere i problemi del comparto. La proposta di Coldiretti fu chiara e certamente non arrogante: dopo i due mandati di Vannino Vannucci (esponente di Confagricoltura) ritenevamo giusto, per una corretta e democratica alternanza, che fosse eletto presidente del Distretto Riccardo Andreini (ex presidente Coldiretti) per un mandato di tre anni. Dopo tale periodo, per evitare nuovi dolorosi e dannosi stalli, proponevamo (per la presidenza) di continuare con una giusta rotazione fra le tre associazioni storiche.
Fu un nulla di fatto, a causa del veto di Cia e Confagricoltura. Alla ulteriore ipotesi, di una possibile guida istituzionale pro tempore nella figura di Federica Fratoni, avanzata dal sindaco come possibilità temporanea per superare lo stallo, Coldiretti rispose esprimendo un sostegno convinto, la CIA si dimostrò disponibile, Confagricoltura invece si oppose.
Dopo questo ennesimo nulla di fatto, Confagricoltura avanzò la candidatura di Francesco Mati, attuale vicepresidente di Confagricoltura. E Cia, improvvisamente e incredibilmente, cambiò strategia appoggiando il candidato Mati, giustificando la precedente forte contrarietà ad un presidente di Confagricoltura come “semplice provocazione”.
La posizione Cia è in linea coi dettami della Cia nazionale, che punta ad una alleanza strutturata con Confagricoltura, alleanza che riunisce sotto l'unica sigla di “Agrinsieme” aziende e cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (una sigla che però non rinuncia alla rappresentanza multipla nei vari organismi di rappresentanza, Distretto Vivaistico Pistoiese compreso...).
Noi di Coldiretti abbiamo sempre mediato (è nel nostro DNA) tra interessi e priorità differenti, al fine del raggiungimento del bene comune. Abbiamo quindi accettato, dopo lunghe riflessioni, la candidatura di Mati, ponendo però alcune condizioni: vicepresidenza a Coldiretti, più una rappresentanza all'interno del comitato del distretto commisurata al numero di vivaisti che Coldiretti associa. La proposta: nel comitato di distretto su 7 rappresentanti del settore vivaistico si chiede che 3 (vicepresidenza compresa) siano di Coldiretti, e i restanti 4 degli alleati Cia e Confagricoltura. Attualmente composizione del comitato è così mal distribuita: 5 membri direttamente o indirettamente appartenenti a Confagricoltura, 1 appartenente a Coldiretti, 1 alla Cia.
Inoltre abbiamo chiesto di mettere subito all'ordine del giorno la Carta dei valori tra aziende, tanto auspicata dal sindaco Bertinelli, che punta a ridurre con gradualità (ma a RIDURRE!) i tempi di pagamento tra le aziende vivaistiche, al fine di dare a tutti respiro finanziario e maggiori possibilità di sviluppo (per primi e con coraggio, circa due anni fa, sollevammo con forza la questione, suscitando scandalo...).
Infine abbiamo chiesto una modifica dello statuto, in modo tale che tra tre anni la nomina del presidente non sia di nuovo una via crucis. E' l'assemblea del Distretto che elegge il Presidente, e riteniamo che la composizione dell'assemblea vada riconsiderata. Dell'assemblea fanno parte anche soggetti privati e associazioni di comodo che certamente non rappresentano e non possono risolvere i problemi generali del comparto. Il tempo e questo lungo stallo lo hanno dimostrato.
Infine, parlando non solo da presidente di Coldiretti, ma anche da vivaista e da cittadino pistoiese, mi auguro che anche le altre associazioni riflettano, come noi, sul problema. Il Distretto ha rapidamente bisogno di un presidente, e che tale presidente sia affiancato da collaboratori tutti convinti e motivati.
Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia
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Il 31 dicembre scadono i contratti di subconcessione e noleggio, possibile rinnovo per un anno più un anno. La dirigenza Mefit invita dunque tutti gli operatori iscritti al Mercato per l’anno 2014 a rinnovare i contratti per un periodo di dodici mesi, prorogabili poi di ulteriori dodici con il mantenimento fisso delle tariffe all’anno 2015. Si potrà così garantire la continuità del servizio pubblico rivolgendosi semplicemente agli uffici del mercato. Conformemente a quanto disposto dai contratti di subconcessione e noleggio per l’uso dei servizi e dei locali del mercato all’ingrosso dei fiori, questi scadranno il 31 dicembre dell’anno corrente. Sarà però possibile stipulare nuovi contratti, fermo restando nei richiedenti il mantenimento del possesso dei requisiti di onorabilità per lo svolgimento delle attività commerciali ex articolo 71-ter DLgs. 26 marzo 2010 n. 59, per un periodo di dodici mesi, prorogabile di ulteriori dodici. Da parte del Comune di Pescia era stata fatta infatti richiesta alla Regione per la messa a disposizione dell’immobile e delle aree circostanti per un periodo di tre anni. Anche se sono in corso di predisposizione gli atti relativi, la Regione Toscana ha già deliberato di concedere il complesso immobiliare al Comune di Pescia fino al 31 dicembre 2015, con proroga al 31 dicembre 2016, al verificarsi della valutazione positiva entro il mese di luglio 2015, da parte della Regione stessa, dell’aggiornamento e dell’integrazione del progetto di valorizzazione multifunzionale del complesso immobiliare, a suo tempo approvato da parte del Comune. Nonostante sia evidente una permanenza della situazione di precarietà in cui versa il Mercato dei Fiori e delle Piante della Toscana, non possiamo che rilevare come positivo il fatto che dai sei mesi della prima concessione dell’immobile per l’anno 2013 da parte della Regione, poi prorogata di altri sei mesi, e dopo quella di dodici mesi per il 2014, si è passati oggi a un periodo di dodici mesi, prorogabile di altri dodici, quasi a testimonianza della crescita di fiducia conquistata sul campo. Con l’occasione dell’invito all’iscrizione al mercato per il 2015, si inviano i più fervidi auguri di buon anno a tutti gli operatori iscritti al Mercato per l’anno 2014 e ai prossimi iscritti per il 2015.
L’amministratore unico, Franco Baldaccini
Il Direttore, Fabrizio Salvadorini
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