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E’ una delle risposte a medio e lungo termine alla siccità annunciate oggi dal Ministro delle politiche agricole, che ha reso noto l’anticipo dei contributi europei (dal 16 ottobre). Circolano varie stime sui danni delle mancate piogge (e del successivo maltempo): per Cia in Toscana -30% la produzione media, per Coldiretti la nostra regione è la terza fra le più colpite con 260 milioni di danni e una vendemmia al –20%. Mario Catania dice che la valutazione va completata in vista dell’applicazione del «parziale ristoro del danno». Parere positivo di Confagricoltura sulle misure del ministro.

«Tutto lascia pensare che, nel quadro dei cambiamenti climatici in atto, ci troveremo sempre più spesso ad affrontare situazioni caratterizzate da piogge meno frequenti ma più copiose. Per questo è fondamentale, al di degli interventi sull'emergenza, lavorare a una politica di più ampio respiro sul medio e sul lungo termine per affrontare in maniera organica il problema delle risorse idriche sia sul fronte della gestione che su quello infrastrutturale».
Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, al termine dell’incontro straordinario di oggi a Roma con i rappresentanti delle Regioni (gli assessori all’agricoltura) per affrontare le conseguenze dell’emergenza siccità (-48% le precipitazioni estive secondo la Coldiretti) sull’agricoltura italiana.
Danni sui quali negli ultimi giorni le associazioni degli agricoltori hanno fatto circolare varie stime. Con la Cia nazionale che ieri ha parlato di «bollettino di guerra» pari a, «tra contrazioni di prodotto, roghi e rischio dissesto», oltre 1,5 miliardi di euro, «purtroppo destinati sicuramente a salire». Mentre la Coldiretti diceva che «è andato perso un valore pari al 10 per cento del Pil agricolo» se si contano anche i danni dei nubifragi, vale a dire un conto di quasi 3 miliardi: i mesi di grande caldo e senza pioggia hanno «tagliato drasticamente i raccolti di mais, pomodoro, barbabietola, girasole mentre la grandine ha provocato danni irreversibili a coltivazioni particolarmente sensibili come tabacco, frutta e soprattutto l’uva in attesa di vendemmia». Le regioni più colpite, sempre secondo Coldiretti, sono state il Veneto e l’Emilia Romagna con perdite stimate in 1 miliardo ciascuna, seguite dalla Toscana i cui danni ammontano a 260 milioni e dalla Lombardia (-200 milioni).
A livello regionale, in un comunicato di Cia Toscana di ieri si parlava di calo della produzione medio del 30% e veniva descritto così l’andamento delle diverse colture: cali dal 25 al 30 per cento del pomodoro da industria, che registra anche perdite di qualità tali da compromettere il conferimento alle industrie; cali di qualità generalizzati e di quantità prodotte dal 20 all’80% a seconda delle specie per i prodotti ortofrutticoli freschi; i cereali si attesterebbero a perdite fra il 60 e l’80%; mentre nell’olivicoltura le perdite di produzione sono in molte zone anche del 50% a causa della caduta massiva delle olive; nel settore della viticoltura ci si aspetta una vendemmia con perdite di prodotto dal 20 al 30 per cento, «con l’aggravante» di probabili «tassi alcometrici eccessivi» dei vini; infine, nel florovivaismo si sono registrate perdite di prodotto e di qualità e aumenti dei costi di produzione per l’irrigazione, ma sono anche «saltate le programmazioni delle produzioni, ovvero la messa a dimora dei bulbi e talee per le produzioni autunnali e invernali». Oggi invece la Coldiretti Toscana ha messo a fuoco la vendemmia che in Puglia, Lombardia, Veneto, Umbria e Toscana dovrebbe subire un calo superiore alla media nazionale (-10%) attestandosi intorno al –20%.
Ma, come ha spiegato il ministro Catania, dopo un esame della situazione con gli assessori, oggi si è concordato «sulla necessità di completare rapidamente il quadro degli adempimenti necessari per il riconoscimento dell'eccezionale avversità atmosferica, a partire dalla valutazione dei danni registrati che non è stata ancora completata». «Abbiamo riflettuto – ha affermato il ministro - sulla possibilità di rappresentare la situazione generale sia in Conferenza Stato-Regioni che di fronte al Governo nel suo complesso, affinché a tutti i livelli ci sia l'esatta percezione dell'entità del fenomeno per poi verificare se sia possibile applicare il meccanismo di parziale ristoro del danno subito dalle imprese agricole. Inoltre siamo riusciti ad ottenere l'anticipo dei contributi comunitari che, quest'anno, verranno erogati a partire del 16 ottobre».
Questo a breve termine. Ma in prospettiva, ha aggiunto Catania, «ho registrato la disponibilità degli assessori a lavorare per raggiungere una maggiore diffusione delle coperture assicurative per questo tipo di rischio, raccogliendo anche l'invito arrivato dalla Commissione europea, garantendo il contributo pubblico per la sottoscrizione di queste polizze". Sempre nell’ottica del medio-lungo periodo, il ministro ha richiamato l’esigenza di «approfondire il tema degli orientamenti colturali che, soprattutto in alcune aree del Paese, espongono gli agricoltori a forti rischi».
Catania ha infine sottolineato «l’importanza capitale» del tema dell’acqua nei prossimi decenni. «Non possiamo permettere – ha detto - che il consumo civile, quello agricolo e quello industriale entrino in competizione tra loro. Servono nuove infrastrutture e opere irrigue, serve una corretta manutenzione della rete, ma serve soprattutto che questo tema assuma la dovuta centralità. Proprio per questo abbiamo mobilitato 600 milioni di euro per opere relative alla rete irrigua nazionale, ma questo non basta: mi sono infatti confrontato con il Ministro Fabrizio Barca sulla necessità di mobilitare una parte significativa dei fondi regionali e di coesione, oltre a quelli della Pac, per avviare un grande intervento pluriennale sull'acqua».
Positiva la reazione di Confagricoltura. «Particolarmente importante – ha sottolineato l’organizzazione agricola - è che vengano rapidamente chiuse da parte delle Regioni le procedure per la richiesta di eccezionale avversità atmosferica, per dare modo al ministro di rappresentare la situazione alla conferenza Stato-Regioni e al Governo. Sarà così possibile ottenere l’ampliamento del parziale ristoro dei danni attualmente previsto dalla normativa, attivare gli sgravi contributivi e sensibilizzare il sistema bancario per una maggiore disponibilità verso le aziende colpite».  «E’ già una buona notizia – ha aggiunto Confagricolturache il ministro abbia annunciato di avere ottenuto da Bruxelles l’anticipo al 16 ottobre degli aiuti Pac previsti tra dicembre e febbraio».

Lorenzo Sandiford

All’incontro, in calendario il 5 settembre a Tassignano (Capannori), verranno presentati i risultati di un progetto di ricerca regionale che una carta d’identità genetica alle varietà autoctone del fiore e il libro 'Antiche camelie della Lucchesia' (Ed. ETS) a cura della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Intervengono fra gli altri il sindaco Del Ghingaro, il direttore dell’Istituto scienze della vita della Sant’Anna Enrico Bonari, il responsabile scientifico del progetto Luca Sebastiani e l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori. Il libro contiene un “Vademecum per la coltivazione hobbistica delle camelie”. [Foto di Kurt Stuber da wikipedia]

«Obiettivo del progetto era di caratterizzare, attraverso un lavoro innovativo basato su tecniche molecolari, le cultivar di Camelia tipicamente presenti in Toscana e strutturare di conseguenza un “albero” delle relazioni genetiche». Così l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori presenta le finalità del Progetto territoriale “Le antiche Camelie del Capannorese: analisi morfologiche e molecolari per la caratterizzazione e la salvaguardia del patrimonio genetico autoctono” nella prefazione del libro che raccoglie i risultati di tale progetto e li inquadra in una più ampia trattazione monografica delle camelie lucchesi. Volume curato dai Biolabs della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e pubblicato dalla casa editrice Ets con il titolo Antiche camelie della Lucchesia - Storia, botanica, cultura, agronomia, novità scientifiche e curiosità. Con cenni alla camelia del .
Sia il progetto che il libro saranno illustrati mercoledì 5 settembre alle 16 presso il polo culturale Artémisia a Tassignano nel comune di Capannori (Lucca) nel corso di una giornata di studio che offrirà una full immersion nelle camelie autoctone. Dopo l’apertura dei lavori da parte del sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro, interverranno fra gli altri il direttore dell’Istituto Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna Enrico Bonari, il responsabile scientifico del progetto Luca Sebastiani (dei BioLabs dell’Istituto Scienze della vita), gli altri autori del volume pubblicato da Ets, fra cui Angelo Lippi e Guido Cattolica della Società italiana della camelia, il presidente di quest’ultima Andrea Corneo, il vice presidente europeo della International Camellia Society e, per la conclusione dei lavori, l’assessore Salvadori.
«La Regione Toscana negli ultimi anni, - spiega ancora Salvadori nella prefazione del libro - attraverso il finanziamento dei progetti territoriali, ha inteso promuovere una serie di iniziative di ricerca e di valorizzazione di numerose realtà agricole di rilevanza locale. Il progetto sulla Camelia si inserisce in questo contesto e si colloca a fianco delle iniziative regionali di tutela e valorizzazione del germoplasma autoctono avviate con la LR 50/97 e proseguite con la LR 64/04». «Per quanto molto, se non moltissimo, si sia scritto sulla camelia, - conclude Salvadori - questo volume affronta in maniera originale e al tempo stesso rigorosamente scientifica il tema della caratterizzazione delle varietà locali, accompagnando le descrizioni con immagini di particolare pregio. Un contributo veramente ricco di notizie  per quanti, tecnici, coltivatori, studiosi o semplici appassionati, vogliano approfondire le proprie conoscenze su questa pianta e sulla sua storia in Toscana».
Più nello specifico, gli obiettivi del progetto territoriale di ricerca erano «fornire una descrizione (morfologica e molecolare) della variabilità presente nel “Parco regionale delle Camelie” e nelle antiche collezioni di camelie del Capannorese», «identificare un insieme di marcatori (AFLP e SSR) che identifichino in modo univoco le diverse cultivar di camelia» e infine «divulgare i dati dello studio per la valorizzazione delle cultivar di camelia autoctone».
Come scrive nella prefazione del volume Luca Sebastiani, «La storia della Camelia (Camellia japonica L.) in Italia è documentata dalla fine del ‘700 e la Toscana è una delle regioni dove la sua diffusione è ben consolidata. Le antiche e rare camelie presenti nei giardini delle ville lucchesi hanno stimolato i membri della Società Italiana della Camelia, assieme all’Orto Botanico di Lucca, a effettuare, alla fine degli anni ’80, un primo censimento delle camelie monumentali del territorio, individuandone un centinaio, molte delle quali ritenute scomparse. Oggi queste piante sono state propagate, catalogate e sistemate in un campo catalogo (Camellietum) a Sant’Andrea di Compito, mentre quelle a serio rischio di estinzione sono state iscritte nei Repertori Regionali della Toscana». Il progetto territoriale di cui si presentano i risultati domani aveva lo scopo di dare completezza a tale classificazione-catalogazione su base morfologica e fenologica delle camelie. Sono state «prese in considerazione le varietà più rappresentative del territorio lucchese realizzando una puntuale ricerca storica, la schedatura morfologica, la caratterizzazione genetica con marcatori molecolari ed uno studio innovativo sulla micro-morfologia al crio-microscopio elettronico a scansione. L’analisi molecolare, in particolare, ha permesso di ottenere nuove informazioni per la gestione delle camelie della Lucchesia, ponendo le basi per un sistema razionale di certificazione genetica delle stesse».
Il volume contiene comunque informazioni non solo di tipo botanico sulla specie, ma ne indaga anche il valore culturale ed economico. Con un interessante “Vademecum per la coltivazione hobbistica delle camelie” in cui vengono forniti consigli sulla scelta del terreno e dell’esposizione, su come annaffiare, e così via.


L.S.

Alla Settimana Mondiale dell’Acqua 2012, conclusasi ieri a Stoccolma, la Fao ha presentato un nuovo piano per la gestione dell’acqua in agricoltura (responsabile del 70% del consumo mondiale) che individua le seguenti priorità: modernizzazione dell’irrigazione, migliore stoccaggio, riciclaggio dell’acqua, controllo dell’inquinamento, riduzione dello spreco di cibo. [Irrigation, Netherlands, 2009. Photo credits: Stefan Heilscher, sIWI]

Arrivano le prime piogge in Toscana, ma il ricordo della grande siccità estiva non svanisce nel settore agricolo e forestale. Si ponderano le conseguenze nei vari comparti rurali delle tante settimane senza acqua alla luce dei possibili andamenti delle precipitazioni iniziate negli ultimi giorni (la Cia si è interrogata sulla produzione di castagne, mentre Coldiretti su funghi, tartufi, uva ed altre colture). Ma soprattutto si pensa a cosa escogitare per affrontare in futuro con più tranquillità eventuali ulteriori periodi siccitosi (è di ieri ad esempio la proposta sulle pagine della Nazione da parte dell’Autorità di bacino dell’Arno di rialzare la diga di Levane di due metri).
Può essere utile quindi richiamare i punti principali del «nuovo piano d'azione per la gestione dell'acqua in agricoltura "Coping with water scarcity: An action framework for agriculture and food security" (“Confrontarsi con la scarsità dell’acqua: un piano d’azione per l’agricoltura e la sicurezza alimentare”che la Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha presentato durante la “2012 World Water Week” (la Settimana Mondiale dell’Acqua 2012) che si è conclusa ieri nella capitale svedese, dove si tiene ogni anno dal 1991 a cura dell’Istituto internazionale sull’acqua di Stoccolma. Negli ultimi anni, infatti, «la siccità in alcune parti del mondosostiene la Fao - ha avuto pesanti ripercussioni sulla produzione cerealicola mondiale ed ha contribuito al rialzo dei prezzi alimentari registrato ogni anno a partire dal 2007». E ciò dimostra la necessità di «gestire meglio le risorse idriche per salvaguardare la sicurezza alimentare», di «trasformare il modo in cui l'acqua viene usata - e sprecata - lungo l'intera filiera alimentare».
Come ha detto nel suo intervento il direttore generale della Fao José Graziano da Silva «non esiste sicurezza alimentare senza sicurezza delle risorse idriche». Graziano da Silva ha fatto notare che il recente rapporto della Fao “The State of Land and Water Resources for Food and Agriculture (Lo Stato Mondiale delle Risorse Idriche e Fondiarie per l'Alimentazione e l'Agricoltura)” ammonisce con chiarezza che la scarsità d'acqua e l’inquinamento stanno mettendo a rischio in tutto il mondo interi sistemi produttivi. «L’agricoltura come viene praticata oggi - ha aggiunto il direttore generale della Fao - è una delle cause di questo fenomeno, poiché rappresenta il 70% di tutto il consumo d'acqua a livello mondiale». Però, ha proseguito, c’è un enorme potenziale per cambiare il modo in cui l’acqua viene utilizzata e «l'agricoltura è l'elemento chiave per un uso sostenibile delle risorse idriche». Per raggiungere quest'obiettivo e soddisfare la crescente domanda di cibo «dobbiamo riuscire a produrre in modo che si preservino le risorse idriche, si usino in modo più sostenibile ed intelligente, e si aiuti così l'agricoltura ad adattarsi al cambiamento climatico».
Ma ecco le «aree prioritarie d’intervento» previste dal nuovo piano d’azione della Fao:
- Modernizzazione dei sistemi irrigui. I vecchi sistemi d’irrigazione devono essere modernizzati per riuscire a rispondere alle necessità degli agricoltori di domani e consentire un uso più efficiente dell'acqua, che aiuti a incrementare la produzione. L'irrigazione agricola del futuro dovrà sempre più basarsi su sistemi di tubature e mettere insieme in modo sostenibile differenti fonti, incluse le falde freatiche.
- Migliore stoccaggio dell'acqua piovana a livello agricolo. Immagazzinando l'acqua in stagni di piccole dimensioni o direttamente nel terreno, gli agricoltori possono ridurre i rischi connessi con la siccità e incrementare la produzione.
- Riciclare e rimpiegare. Riutilizzare l'acqua, in particolare le acque reflue trattate provenienti dai centri urbani, può aiutare la produzione agricola nelle zone aride, un modo più sistematico e sicuro di usarle può fare incrementare la produzione locale.
- Controllo dell'inquinamento. Devono essere introdotte norme più strette di controllo della qualità dell'acqua e meccanismi efficaci per farle rispettare al fine di ridurre l'inquinamento idrico che non fa che peggiorare la situazione.
- Ridurre lo spreco di cibo. La riduzione delle perdite post-raccolto deve essere parte integrante di qualsiasi strategia che affronti la penuria d'acqua. Il 30% di tutto il cibo prodotto a livello mondiale - l'equivalente di 1,3 miliardi di tonnellate - va ogni anno perduto o sprecato lungo la catena alimentare "dal campo alla forchetta".  Ridurre queste perdite aiuterà a ridurre la pressione su risorse naturali essenziali per la produzione alimentare quali la terra e l'acqua.
Infine le politiche agricole dovrebbero considerare il potenziale che la produzione non irrigua ancora offre in molte aree, e cercare una combinazione integrata di agricoltura irrigua e piovana.

L.S.

La fiera olandese del vivaismo si tiene dal 22 al 25 agosto a Hazerswoude-Dorp, vicino a Boskoop. Fra gli oltre 300 espositori, di cui 60 non olandesi, 7 imprese italiane: 3 di Pistoia. Anche quest’anno previsti molti premi per le nuove piante. Il direttore Jos van Lint: «partecipanti sempre più attenti ai consumatori finali».

Ci saranno sette imprese italiane fra gli oltre 300 espositori di Plantarium 2012, di cui 60 stranieri (da quattordici differenti Paesi) e tutti gli altri olandesi. E fra le nostre magnifiche sette spiccheranno tre vivai pistoiesi: Magni Piante, Romiti Vivai e Vivai Soldi. Le cui piante potranno essere valutate e ammirate da almeno 17 mila visitatori, di cui 10 mila professionali, stando ai dati delle ultime edizioni.
Dal 22 al 25 agosto presso l’International Trade Centre Boskoop-Hazerswoude nel cuore dell’Olanda è in programma la trentesima edizione della fiera del vivaismo Plantarium, un appuntamento che quest’anno avrà come tema la “comunicazione” e in particolare i “social media”, che stanno cambiando i rapporti fra imprese e consumatori finali. Fenomeno che si riflette anche nel modo in cui si evolve la partecipazione delle aziende alle esposizioni commerciali. «Percepiamo fra i partecipanti una maggiore sensibilità per il targeting (la capacità di selezionare e raggiungere i consumatori finali, ndr) – dice infatti il direttore di Plantarium Jos van Lint -. Pensiamo sempre più consapevolmente a ciò che vogliamo offrire ai visitatori. Qual è il messaggio? Facciamo scelte di prodotto consapevoli pensando a mostrare applicazioni e materiali che possano smuovere i visitatori. Le imprese si stanno concentrando sui consumatori, perché sono loro, dopo tutto, i compratori».
Fra gli aspetti salienti della presente edizione, che segna un importante anniversario per la manifestazione, oltre alle tantissime nuove piante e ai nuovi accessori, uno spazio appositamente dedicato ai prodotti premiati negli ultimi 22 anni: una testimonianza del contributo che la fiera ha saputo dare nel corso del tempo al settore del florovivaismo. E poi naturalmente i premi, tutti frutto di accurate selezioni ad opera di giurie di esperti. Ci sono tre tipi di selezioni: per gli stand migliori (sia dei produttori di piante che dei fornitori), per le novità di prodotto, per i premi della stampa. Da queste selezioni usciranno i seguenti premi: a) il premio per il migliore stand verde (cioè di azienda che produce piante), b) il premio al migliore fornitore, c) il premio per la migliore novità, d) il premio della stampa e, infine, e) quattro premi riservati a quattro segmenti del settore.
Vale la pena di riportare le descrizioni di questi ultimi segmenti.
1) Produzioneprodotti dal mondo del vivaismo capaci di evocare nel consumatore l’esperienza della natura, cioè dall’aspetto attraente, utilizzabili direttamente negli spazi verdi dei privati (terrazze, giardini, balconi); i cosiddetti prodotti d’atmosfera.
2) Materiale per la coltivazione di piante: sementi, giovani piante, materiale trapiantabile.
3) Commercio: ai partecipanti capaci di rendere le loro collezioni di prodotti adatte ai target group.
4) Vendita al dettaglio: ai partecipanti che presentano articoli di massa in comode unità da asporto o pacchi pensati per le vendite attraverso i canali takeaway, i garden e i supermercati; prodotti che vendono se stessi e spesso accompagnati da appropriati concept o tematizzazioni.

L.S.

Il bando internazionale, rivolto a progettisti under 35, è organizzato nell'ambito della VI edizione del festival Comodamente di Serravalle di Vittorio Veneto (Treviso), che ha per filo conduttore la “meraviglia”. Entro il 6 agosto si può partecipare inviando i progetti sui 7 frammenti urbani identificati dagli organizzatori. Le soluzioni vincenti saranno inaugurate durante il festival dal 7 al 9 settembre.

Sette ritagli urbani del centro storico di Serravalle a Vittorio Veneto, dei «piccoli spazi residuali […] privati di un loro carattere e vissuti al minimo delle loro potenzialità», che vengono trasformati in sette meravigliosi giardini contemporanei. E’ lo scopo del concorso internazionale di progettazione “Locus Amoenusframmenti di meraviglia in città” nato quest’anno in seno alla sesta edizione del festival di cultura contemporanea Comodamente, kermesse organizzata nella cittadina trevigiana dal Centro Studi Usine in collaborazione con la fondazione Francesco Fabbri, che quest’anno ha per filo conduttore proprio “la meraviglia”: «quel cortocircuito che svela nuove facce della realtà, proiettando d’un balzo oltre il conosciuto oppure, semplicemente, offrendone prospettive inedite».
Il bando è rivolto a studenti, architetti, ingegneri, agronomi, paesaggisti e creativi under 35. I partecipanti possono iscriversi singolarmente o in gruppo, previa indicazione di un capogruppo rappresentante. Sono consentiti raggruppamenti temporanei soprattutto se multidisciplinari. Ogni partecipante è chiamato a progettare da un minimo di tre spazi ad un massimo di sette spazi. E ci sono alcuni vincoli a cui obbedire nella stesura del progetto, che potrà essere inviato in formato digitale. Ad esempio «i materiali messi a disposizione dalle imprese locali coinvolte potranno essere: piante, fiori, erba in rotoli, neon, elementi prefabbricati per l’edilizia (tombini, ecc.), ghiaie e inerti, reti metalliche, tubi innocenti e snodi, tubi di plastica, teli da cantiere, pallets, tubi per serre, tavolati in legno, balle di fieno, plexiglass, cartoni, cassette per la frutta, polistirolo (qualsiasi altro materiale di risulta e di facile reperibilità)». Un primo elemento costante per i sette giardini sarà l’utilizzo del neon e quindi i partecipanti sono invitati a progettare in ognuno dei sette luoghi un’istallazione luminosa di circa 5 metri lineari di sviluppo.
I luoghi o «ambiti» di Serravalle di Vittorio Veneto da ripensare e trasformare in giardini si possono perlustrare comodamente online sul sito web del concorso e sono così denominati: il lavatoio, le terrazze, l’angolo, il balcone, i gradoni, la soglia e l’approdo.
La scadenza per la partecipazione è il 6 agosto e tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione e di presentazione dei progetti si trovano nel bando consultabile online, ma visto il poco tempo a disposizione si consiglia di contattare l’organizzazione per e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o per telefono 0438-553969.

L.S.