Filiera foresta-legno

Workshop sulla selvicoltura di precisione (Precision Forestry): concetti e applicazioni

Il Crea Foreste e Legno organizza il 15 settembre a Trento presso la Fondazione Mach una giornata di studio sul tema “Selvicoltura di precisione: concetti teorici e applicazioni pratiche”. Nel pomeriggio nella sede del Crea FL attività dimostrative. Partecipazione gratuita con prenotazione entro il 10 settembre. Crediti formativi per gli iscritti all'Ordine degli agronomi.


Miglioramento dell’efficienza del monitoraggio, della pianificazione e delle pratiche selvicolturali e di utilizzazione delle risorse legnose mediante l’adozione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’ambito della gestione delle foreste. Questa, in sintesi, la “selvicoltura di precisione” (Precision Forestry) che coi suoi metodi consente di fornire informazioni dettagliate e tracciabili a beneficio di tutti i segmenti della filiera forestale.
Il Crea Foreste e Legno organizza il 15 settembre (dalle ore 8,30) presso l’aula magna della Fondazione Edmund Mach di Trento (Via E. Mach, 1 San Michele all’Adige) la giornata di studio “Selvicoltura di precisione: concetti teorici e applicazioni pratiche”: un’occasione per fornire conoscenze di base sulla precision forestry e presentare soluzioni applicative con riferimento agli strumenti disponibili a supporto delle attività professionali, imprenditoriali e amministrative dei tecnici, proprietari e gestori forestali.

Programma
Dopo l’introduzione di Piermaria Corona, direttore del Crea Foreste e Legno (Crea FL), il programma prevede nella mattinata, fra l’altro, le seguenti relazioni:
- 9,30 “Presentazione del progetto Agridigit” (vedi) di Marcello Donatelli del Crea Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari (Crea IT)
- 9,45 “Stima spazialmente esplicita di variabili forestali inventariali tramite telerilevamento” di Gherardo Chirici (Università di Firenze) e Walter Mattioli (Crea FL)
- 10 “Web App per la martellata forestale” di Giacomo Colle (F360) ed Emanuele Presutti Saba (Crea FL)
- 10,15 “Cavallettamento elettronico open source” di Simone Figorilli, Francesco Tocci, Simone Vasta (Crea IT)
- 10,30 “Terrestrial Laser Scanning: applicazioni software sviluppate con il progetto Agridigit” di Nicola Puletti (Crea FL)
- 10,45 “Treetalker come strumento per il monitoraggio forestale” di Damiano Gianelle (Fondazione Edmund Mach - FEM)
- 11 “Sistemi di supporto alle decisioni per la pianificazione e gestione forestale” di Alessandro Alivernini (Crea FL), Luigi Portoghesi (Università della Tuscia)
- 11,15 “Applicazioni di precisione per le utilizzazioni forestali” di Vincenzo Civitarese (Crea IT)
- 11,30 “Applicazioni digitali per la tracciabilità dei prodotti forestali” di Corrado Costa e Simone Figorilli (Crea IT)
- 11,45 Discussione
- 12,15 Conclusione
Dopo pranzo, presso il Crea FL di Trento (piazza Nicolini 6, Villazzano), alle ore 14 si terranno delle “Attività dimostrative di campo e di laboratorio”, con chiusura alle ore 16 di Mario Pezzotti, dirigente FEM CRI e Commissario Crea.

La partecipazione alla Giornata di Studio è gratuita, ma occorre una prenotazione alla segreteria non oltre il 10 settembre 2023.
Per gli iscritti agli Ordini provinciali degli agronomi la giornata di studio è valida ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi (0.53 crediti).
Per iscrizioni:
- se iscritti all’Ordine, Segreteria Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Trento (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
- se non iscritti all’Ordine, Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA, sede di Trento, Elisa Trentin (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e Simone Innocenti (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

L.S.

Legno. Nasce il primo Cluster nazionale

Lollobrigida: Centrato obiettivo Strategia Nazionale Forestale per una filiera 100% italiana


È stato firmato oggi al Masaf, alla presenza del ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il protocollo di intesa che ha dato avvio al primo cluster italiano del legno. Il dicastero di via XX Settembre centra il primo obiettivo della Strategia Nazionale Forestale e si pone all'avanguardia in Europa.

"Oggi raggiungiamo un obiettivo che riteniamo fondamentale, quello di creare un cluster del legno in Italia che mette insieme le migliori energie del mondo della ricerca, della produzione, e che può garantire da una parte la sostenibilità ambientale, con la crescita di un sistema foresta sano, dall'altra una sostenibilità produttiva che renda interessante investire sul legno, insieme a tutti gli elementi della filiera e le imprese a questi collegati. Le potenzialità sono enormi. I risultati pongono la nostra Nazione all'avanguardia sul piano europeo e mondiale in questo settore", ha dichiarato il ministro Lollobrigida. "Il Masaf ha deciso di scrivere una strategia vincente, ossia quella di consentire all'Italia di avere una capacità autonoma di produzione di legno di qualità e valorizzare le potenzialità della Nazione. Vogliamo raggiungere l'obiettivo, lanciato dal Presidente Meloni al Salone del Mobile, di arrivare a una filiera del legno che abbia una vocazione anche di approvvigionamento più ampia a livello territoriale per ottenere anche la sovranità forestale".

Le attività produttive legate alla selvicoltura e all'industria del legno e della carta valgono circa l'1% del Pil e il valore della produzione complessiva della macro-filiera del legno italiana si attesta sui 39 miliardi di euro, che, complessivamente, rappresenta circa il 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale. Il tasso di utilizzazione delle risorse forestali italiane è basso (prelievo legnoso stimato al 24% dell'incremento di volume), e scarso è il valore merceologico del prodotto prelevato (prevalentemente legna da ardere): ciò rende il Paese fortemente dipendente dall'estero.

"La strategia vincente - ha aggiunto quindi il ministro - è quella di avere una capacità autonoma di produzione di qualità e valorizzare le nostre potenzialità, sviluppandole al massimo". Nel dettaglio "stiamo parlando di captazione della CO2 in atmosfera, della manutenzione del territorio, che in alcune aree è maggiore rispetto ad altre, e della manutenzione dei fiumi per organizzare il deflusso dell'acqua in maniera ordinata. Dobbiamo ripensare la manutenzione dei fiumi per evitare un deflusso irregolare o degli argini che creano esondazioni".

"Oggi è un grande giorno per il sistema foresta legno italiano che con la creazione del Cluster Italia Foresta Legno si allinea alle migliori esperienze europee. Si attua il primo degli obiettivi della Strategia forestale, con la collaborazione di mondo dell'industria, della trasformazione, della ricerca nel segno della sostenibilità delle foreste e della bioeconomia circolare. Il legno è solo una delle produzioni della foresta, che in Italia si sa ricavare rispettando tutte le altre funzioni e tutte le altre produzioni. Foresta e legno sono natura, biodiversità, salute, capacità manifatturiere, ingegno e bellezza tutti italiani", ha sottolineato Alessandra Stefani, Direttore della direzione generale dell'economia montana e delle foreste del Masaf.

Quindici i soggetti che costituiscono il primo cluster Italia: Federlegnoarredo, CNA, Confartigianato, Confcooperative, LegaCoop Associazione Generale Cooperative Italiane, Consorzio Legno Veneto, Cluster Arredo Legno FVG, FSC Italia, PEFC Italia Uncem Nazionale, Università della Basilicata, Università di Padova, Università della Tuscia e CNR.
Tra gli scopi del Cluster, la promozione e il sostegno di iniziative rete tra mondo forestale e mondo della prima e seconda lavorazione del legno, il rafforzamento dei legami tra le imprese, le istituzioni territoriali e gli enti di ricerca, anche per sostenere il trasferimento tecnologico e mettere a sistema le realtà di aggregazione industriale e le reti già presenti in ambito locale, regionale e sovraregionale, creando sinergie nei processi di innovazione e di marketing. Tra i compiti principali, anche quello di valorizzare il prodotto legnoso nazionale, basato su principi di certificazione di qualità, di sostenibilità e di tracciabilità.

Particolare attenzione viene posta alla ricerca e innovazione di settore portata avanti dalle Università italiane e dai centri di ricerca, affinché ogni innovazione possa trovare il giusto canale per poter arrivare alle filiere economiche e, viceversa, poter costruire insieme ai settori produttivi delle progettualità mirate e coerenti con le grandi sfide che il mondo forestale sta affrontando e affronterà nei prossimi anni.

Slide cluster legno

Redazione

Fare rete per vincere la sfida del PNRR

Uno dei punti di forza della filiera vivaistica pistoiese è sempre stato la capacità delle aziende di fare rete e collaborare nel contesto del libero mercato: dalla ricerca e sperimentazione fino alle vendite. Il modello distrettuale del vivaismo ornamentale pistoiese ha dimostrato nel tempo e oltre i confini nazionali di essere efficace.
Oggi il distretto è a un punto di svolta storico che richiede un nuovo passo in avanti, indispensabile per affrontare con successo la doppia sfida dell’impennata della domanda di alberi e piante da esterno delle città e della richiesta dell’Unione Europea di più alti requisiti di eco-sostenibilità produttiva, due aspetti del Green Deal con cui l’UE cerca di contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti.
Il percorso verso una produzione più ecologica è già stato avviato nel nostro distretto, sia dalle aziende singolarmente sia collettivamente con il Pid “Vivaismo per un futuro sostenibile” curato da AVI e già concluso con successo. Ma ci sono ancora progressi da fare sulla via dell’eco-sostenibilità: sui fronti dell’energia rinnovabile e dell’economia circolare. Inoltre va data con coraggio una risposta all’accresciuta domanda di piante per il verde urbano che non può essere soddisfatta solo nei confini del distretto.
Tutto ciò porta naturalmente all’opportunità di una sinergia con il Distretto forestale della Montagna Pistoiese, a vantaggio di entrambi i distretti. Un bando sui contratti di distretto nell’ambito del PNRR offre l’occasione per una progettualità comune dei due distretti pistoiesi che consenta davvero di fare quel doppio passo in avanti e salto di qualità necessari oggi.
Non c’è tempo da perdere, perché le voci corrono di un crescente interesse di concorrenti stranieri per la nostra Montagna. I rapporti fra Distretto vivaistico e Distretto forestale non sono all’anno zero, ma c’è tanto tanto da fare e in fretta.

Andrea Vitali

ForestSharing: la condivisione che valorizza il patrimonio boschivo italiano

Scopri come ForestSharing sta promuovendo la gestione attiva del bosco attraverso la condivisione e la collaborazione, creando valore per i proprietari forestali e contribuendo alla sostenibilità ambientale.


La gestione attiva e sostenibile del bosco è fondamentale per preservare il patrimonio boschivo italiano e promuovere la filiera foresta-legno. In questo contesto, ForestSharing si propone come una piattaforma innovativa che facilita la condivisione delle risorse forestali, creando un ambiente collaborativo e valorizzando il patrimonio boschivo italiano.

L'accesso a ForestSharing è semplice e gratuito. I proprietari forestali possono iscriversi alla piattaforma e inserire i dati del proprio bosco, indicando le modalità di gestione desiderate, come il taglio del legname, la valorizzazione turistica o il mantenimento. La piattaforma mette in contatto i proprietari con i tecnici di ForestSharing, che analizzano le proprietà forestali e collaborano con i proprietari per individuare le soluzioni migliori.

Uno dei principali obiettivi di ForestSharing è creare valore dal patrimonio boschivo italiano, attraverso la condivisione e la valorizzazione delle risorse. La piattaforma favorisce la gestione condivisa del bosco, consentendo ai proprietari di scegliere le modalità di gestione più adatte alle proprie esigenze. Questo approccio incentiva una gestione responsabile del bosco, contribuendo a preservare l'ambiente e sostenendo la sostenibilità ambientale.

La piattaforma offre una serie di servizi principali, tra cui la condivisione delle risorse forestali, la promozione di pratiche di gestione sostenibile e l'accesso a informazioni utili attraverso una sezione di domande frequenti. Inoltre, l'iscrizione alla piattaforma consente ai proprietari di boschi di entrare a far parte di una community che promuove la condivisione delle conoscenze e delle esperienze nel settore forestale.

Attraverso ForestSharing, i proprietari di boschi possono ottenere numerosi vantaggi. Oltre alla possibilità di creare valore dal proprio patrimonio boschivo, la piattaforma favorisce la collaborazione e la condivisione di risorse, consentendo di ottimizzare l'utilizzo delle materie prime e di ridurre la dipendenza dalle importazioni. Inoltre, la gestione attiva del bosco contribuisce a sostenere l'ambiente, preservando e valorizzando le funzioni ecosistemiche dei boschi italiani.

La piattaforma ForestSharing si impegna a garantire la trasparenza e la sicurezza dei dati, fornendo un ambiente virtuale affidabile e protetto per la gestione delle risorse forestali. Inoltre, la collaborazione tra proprietari, tecnici e altri attori del settore favorisce lo scambio di conoscenze e promuove una gestione sostenibile e consapevole del bosco italiano.

La condivisione e la collaborazione sono gli elementi chiave per creare valore dal patrimonio boschivo italiano. Grazie a iniziative innovative come ForestSharing, i proprietari di boschi hanno l'opportunità di gestire in modo responsabile e condiviso il proprio bosco, contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla promozione della filiera foresta-legno italiana.

ForestSharing ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello europeo nel settore forestale. È stato selezionato come best practice nel progetto Rosewood, promosso dalla Commissione Europea, testimonianza del suo impegno nel promuovere pratiche innovative e sostenibili.

Inoltre, ForestSharing ha ricevuto il premio Comunità Forestali Sostenibili 2020 nella categoria Gestione Forestale Sostenibile, promosso da PEFC e Legambiente. Il progetto è stato elogiato per l'applicazione della Sharing Economy nella gestione forestale, dimostrando un forte impegno per la sostenibilità ambientale. Forest sharing è stato selezionato da Impact Now come miglior progetto ad impatto ambientale positivo

La gestione forestale di ForestSharing segue gli standard di qualità di PEFC, garantendo la sostenibilità delle attività svolte.

La collaborazione con diverse organizzazioni e associazioni di rilievo testimonia l'impegno di ForestSharing nel creare una rete solida per promuovere la gestione forestale sostenibile. È socia di EARSC, l'associazione di riferimento per le aziende di remote sensing, e partner di Agresta, un'eccellenza nell'innovazione forestale in Spagna. Inoltre, la collaborazione con Agricolus, leader nella fornitura di servizi innovativi per il precision farming, unisce selvicoltura e agricoltura di precisione per creare valore sostenibile.

La partnership con IED, il principale istituto per lo sviluppo imprenditoriale in Grecia, e la collaborazione con FederLegnoArredo, la principale realtà aggregativa italiana nei settori legno ed arredo, sottolineano l'importanza di ForestSharing nella gestione forestale e nella filiera del legno.

Redazione

La catena del valore eco-ambientale nella Filiera forestale

Inauguriamo questa rubrica di Floraviva che parlerà del mantenimento e dello sviluppo del patrimonio forestale, grazie anche alle filiere locali che avranno il compito, insieme alle istituzioni, della sfida alla sostenibilità eco-ambientale.

La valorizzazione della produzione legnosa rappresenta una delle finalità principali della programmazione e pianificazione forestale in Italia. Tuttavia, l'attuale tasso di prelievo forestale, come risulta da un recente studio presentato durante il "Position Paper del Tavolo di Filiera Foresta Legno" che viene stimato con diversi metodi, porta a risultati variabili compresi tra il 18,4% e il 37,4% dell'incremento annuo (l'incremento annuo tiene conto della crescita naturale delle piante, della formazione di nuovi alberi e della loro crescita in termini di diametro e altezza. È una misura importante per valutare la capacità di un bosco di accumulare carbonio, assorbire anidride carbonica e fornire risorse rinnovabili come il legno). Nonostante la forbice di dati piuttosto amplia, emerge chiaramente che il prelievo italiano rimane molto inferiore rispetto alla media europea, che si attesta al 73% non riuscendo ad intaccare minimamente l'incremento del patrimonio boschivo che in italia è largamente siuperiore a quello agricolo.

È interessante notare che circa il 70% del legname prelevato in Italia è destinato alla produzione di legna da ardere, rappresentando una bassa pressione antropica sull'ambiente ma comportando una forte dipendenza dalle importazioni di legno e combustibili legnosi. Paradossalmente, nonostante la presenza di complessi industriali competitivi su scala internazionale nel settore del legno e della cellulosa, la domanda di materie prime legnose non è completamente soddisfatta dalle risorse forestali nazionali.

Per affrontare questa sfiida sarà quindi necessario, come indicato dal MASAF, adottare un approccio più efficiente, sostenibile e "a cascata" nella gestione delle biomasse forestali. Ciò consentirebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e di stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno. Inoltre, è importante considerare che le norme forestali nazionali, l'ampia diffusione della certificazione forestale e l'attenzione dei cittadini verso la sostenibilità ambientale rappresentano una garanzia di qualità e sostenibilità, a differenza delle importazioni provenienti da ecosistemi forestali a rischio e da paesi con normative meno stringenti.

Un uso più efficiente delle biomasse forestali non solo contribuirebbe a ridurre la dipendenza dalle importazioni, ma anche a promuovere la sostenibilità ambientale e ridurre significamente l'LCA, preservando le risorse naturali e riducendo l'impatto ambientale. Inoltre favorirebbe lo sviluppo di una filiera legno-energia locale e nazionale, generando benefici economici e occupazionali per le comunità rurali e montane.

Andrea Vitali

La governance del Distretto forestale pistoiese al GAL Montagnappennino

Sarà il GAL Montagnappennino il soggetto referente per la governance tecnica del Distretto rurale forestale della Provincia di Pistoia. L’obiettivo è dare impulso alle attività del territorio con riferimento soprattutto alla nuova programmazione dei fondi comunitari.
La decisione è stata presa all’unanimità durante l’ultima assemblea del Distretto forestale pistoiese, tenutasi venerdì 30 giugno a Pistoia.
I GAL (Gruppi di Azione Locale) sono promossi dall'Unione Europea per sviluppare piani e programmi per il miglioramento socio-economico delle comunità rurali; in Toscana sono 7, e il GAL Montagnappennino è già referente anche per la programmazione LEADER della Montagna Pistoiese.
«La capacità operativa del GAL Montagnappennino – ha affermato il presidente della Provincia Luca Marmo - potrà portare un valore aggiunto alle attività del distretto, soprattutto per individuare negli strumenti e nei programmi previsti il sostegno economico per la realizzazione degli interventi per tutta l’area montana». Mentre il sindaco Alessandro Tomasi ha sottolineato che «il Distretto rappresenta nei fatti l’occasione per cercare di contenere le tendenze demografiche negative, che rischiano di portare la nostra montagna a livelli irreversibili di criticità del saldo demografico».
La presidente del GAL Montagnappennino Marina Lauri ha espresso la propria soddisfazione per la fiducia, annunciando che il GAL aprirà una sede sulla Montagna Pistoiese, messa a disposizione da Luca Marmo in qualità di sindaco di San Marcello Piteglio, per garantire un punto di riferimento anche per le attività specifiche del Distretto.
L’assemblea si è chiusa con l’obiettivo di riconvocarsi a metà luglio, per dare vita a una cabina di regia politica e a un gruppo tecnico, chiamati a definire le prime linee di intervento da portare all’attenzione dei vari tavoli di programmazione.

Redazione