Vivaismo: interesse a Pistoia per i bandi del PNRR e l’ipotesi PID

Oltre 100 presenze e grande interesse all’incontro del 20 aprile alla Capannina del Bottegone di Pistoia, su “PNRR e investimenti agevolati: un’opportunità unica per il vivaismo”, organizzato dall’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) e dal Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia presieduto dal Prof. Ferrini. Già una trentina le manifestazioni d’interesse ricevute. Il vice presidente di AVI Stanghini: «essenziale ridurre i costi dell’energia ricorrendo al fotovoltaico». Il consulente Natali: «il bando dei Progetti Integrati di Distretto (PID) legato al PNRR consentirà investimenti in direzione green e sarà molto flessibile e cumulabile con il credito d’imposta 4.0; disponibili a una strategia di distretto anche su tutti gli altri bandi: agrisolare, logistica, biodigestori...». Il presidente Ferrini: «troppo poco coinvolgimento dei vivai nelle riforestazioni urbane. Stiamo agevolando l’evoluzione del vivaismo verso “fossil free”, “emission free” e “pesticide free”».
 

«Tecnologie e innovazione, riduzione del costo dell’energia e dell’impatto ambientale». Così Gilberto Stanghini, vice presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia, ha riassunto ieri l’altro, a margine dell’incontro sul tema “PNRR e investimenti agevolati: un’opportunità unica per il vivaismo” presso la Capannina di Bottegone, gli obiettivi del Progetto Integrato di Distretto (PID) con cui i vivaisti pistoiesi stanno progettando di partecipare all’apposito bando governativo nell’ambito del PNRR. Un progetto che dovrebbe coinvolgere anche il Distretto Rurale Forestale della Montagna Pistoiese nell’ottica di massimizzare l’attrattiva del PID anche dal punto di vista dell’economia circolare e della coesione sociale.
«L’AVI – ha aggiunto Stanghini - sarà capofila del nuovo PID insieme al Distretto, come è successo nel caso del PID regionale del 2019, che ha avuto un ottimo esito». Quel PID che, come riferito dal vice presidente aprendo l’incontro, «ha portato tanta economia e innovazione nel nostro settore». Solo che in questo caso si tratterà di un PID nel contesto di un bando nazionale. «Questo nuovo progetto – ha detto Stanghini, che è intervenuto in sostituzione dell’indisposto presidente Luca Magazzini – sarà interessante sul fronte della riduzione dei costi energetici, perché le bollette sono aumentate di oltre il 100% e l’unica via di uscita è usare i pannelli fotovoltaici sui tetti e sulle coperture delle serre. L’energia elettrica resta infatti fondamentale anche in relazione a sistemi di irrigazione che garantiscano un minor consumo di acqua».

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Ma, come da programma, a illustrare le opportunità di finanziamento legate al PNRR, di fronte a una platea di oltre 100 persone, è stato il consulente Roberto Natali, titolare di A.S.I.A. - Associazione Sviluppo Imprese Agricole, che ha già gestito, anche in collaborazione con un network di altri tecnici, diversi progetti di filiera e di distretto sia regionali che nazionali. Natali ha innanzi tutto spiegato che il bando governativo dei PID afferente al PNRR, che non è stato ancora pubblicato, mette a disposizione dei distretti italiani circa 220 milioni di euro per progetti da un minimo di 4 milioni a un massimo di 50 milioni di euro di investimenti. Questi investimenti devono essere in linea con gli obiettivi della nuova PAC e quindi favorire la svolta green dell’agricoltura: riduzione di consumo idrico, ricorso a energie rinnovabili, riciclo dei rifiuti ed economia circolare, riduzione di fitofarmaci, macchinari e tecnologie che favoriscono tutto ciò. Nell’ambito di questo tipo di PID si potranno così ottenere finanziamenti a fondo perduto fino al 40% per investimenti in macchine e attrezzature agricole e in impianti per colture protette, fino al 40-60% per le energie rinnovabili (agrivoltaico, agrisolare, biodigestori), fino all’80% per la promozione e comunicazione e fino al 90% per ricerca e innovazione (ad esempio sui sostituti della torba, il packaging biocompatibile e ammendanti da digestione anaerobica). E l’ideale, anche per raggiungere i migliori punteggi, sarebbe presentarlo come PID dei due distretti della provincia pistoiese, quello vivaistico ornamentale della piana e quello forestale della Montagna Pistoiese, che hanno diverse potenzialità di integrazione ben oltre il cippato delle pacciamature delle piante in contenitore, sia nell’ottica dell’economia circolare che delle comunità energetiche.
Come sottolineato da Roberto Natali, un aspetto interessante di questo bando dei PID legato al PNRR è che i finanziamenti ottenuti dalle aziende tramite di esso si potranno cumulare con quelli ottenuti attraverso altri bandi e in particolare con il credito d’imposta di cui molte aziende usufruiscono nell’ambito della ex “Industria 4.0” (adesso diventata “Transizione 4.0”). Per cui, tanto per fare un esempio, se uno acquista un macchinario da 25 mila euro, potrà avere 10 mila euro tramite il PID, altri 10 mila euro come credito d’imposta 4.0 e finirà per pagarlo solo 5 mila euro. Un altro aspetto interessante di questo bando governativo sui PID è che presenta molti elementi di flessibilità: i progetti possono essere presentati senza la “cantierabilità” e se in corso d’opera capitano degli imprevisti si possono fare delle varianti: dalla riduzione dell’investimento previsto alla sostituzione del beneficiario inadempiente.
Infine, Natali ha accennato a tutti gli altri cospicui bandi, legati al PNRR e non solo, che possono interessare in questa fase le singole aziende del distretto vivaistico pistoiese: il bando da 800 milioni di euro sulla logistica, che può coinvolgere anche gli enti pubblici; il cosiddetto “Parco agrisolare” da 1,5 miliardi di euro per ottenere finanziamenti al fotovoltaico sui tetti agricoli; quello da 1,1 miliardi per l’agrivoltaico (la convivenza sullo stesso terreno di colture agricole e pannelli fotovoltaici installati a diversi metri di altezza in modo da non interferire con le coltivazioni); il bando da 1,9 miliardi del Ministero della Transizione Ecologica per la creazione di impianti biodigestori per produrre biometano, e altri ancora.
A fronte di tutte queste opportunità, Natali ha da un lato sottolineato che il Distretto vivaistico, se riuscisse a fare una buona programmazione di investimenti, potrebbe diventare non solo un distretto carbon free, ma anche una sorta di centrale diffusa per la produzione di energia elettrica. Dall’altro lato, si è messo a disposizione per collaborare a una strategia distrettuale capace di favorire da un lato la definizione del PID e dall’altro la partecipazione delle singole aziende interessate anche ad alcuni degli altri bandi, a seconda delle esigenze di ciascuna.
ferriniridDopo Natali, è intervenuto in collegamento a distanza il presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale Francesco Ferrini con una relazione intitolata “Green Deal, Next Generation Eu e PNRR: il ‘Rinascimento verde’ DEVE partire dalle aziende vivaistiche”. Il prof. Ferrini ha esordito sostenendo che per ora le forestazioni urbane stanno avvenendo senza un (adeguato) coinvolgimento nella progettazione dei vivaisti, che dovrebbero essere invece «il principale comparto a cui fare riferimento». Così, da un lato, si assiste in alcuni casi a interventi troppo frazionati e di scarso impatto, spesso con impianti di piantine di al massimo 1 o 2 anni e comunque di scarsa qualità. Mentre una vera riforestazione urbana dovrebbe partire dal vivaio e consistere in infrastrutture verdi ben progettate. Dall’altro lato, lo scollegamento significa che i vivaisti non ricevono chiare indicazioni su che cosa e quanto produrre.
Ferrini ha poi sottolineato che il vivaismo si è evoluto molto velocemente nella direzione della sostenibilità negli ultimi tre anni, anche se «questa cosa non è ancora percepita dai più». E che ciò avviene perché ormai vale il principio che «non possiamo pensare di essere competitivi se non siamo sostenibili e allo stesso tempo non siamo sostenibili se non siamo competitivi». Inoltre, dopo aver mostrato un’analisi swot (punti forti e punti deboli, opportunità e minacce) del settore vivaistico, ha ricordato che con l’intento di cercare «la giusta macchina, al momento giusto, nel posto giusto» negli ultimi mesi «stiamo incontrando diversi produttori di macchine e tecnologie per verificare se sono adattabili o meno al vivaismo»: dai droni per il controllo delle malattie sulle piante, ai software per la gestione dei vivai. Molto importanti sono anche le tecniche di irrigazione e il miglioramento dell’assortimento varietale. Obiettivo finale: «una produzione vivaistica ad alta tecnologia che sia “fossil free” (risparmio energetico, fonti di energia sostenibili), “emission free” (risparmio idrico, nessuna perdita di nutrienti), “pesticide free” (nessuno o ridotto uso di sostanze chimiche, sostituite da prodotti naturali)».
All’incontro è intervenuto anche il vice presidente del Distretto forestale della Montagna Pistoiese Ivano Sabatini che ha fra l’altro annunciato un incontro ai primi di maggio nel suo distretto, organizzato dall’associazione MOTORE, soggetto referente del loro distretto, per presentare il progetto di PID legato al PNRR e raccogliere manifestazioni di interesse.
A questo proposito, a poche ore dalla chiusura del primo incontro sono già una trentina le manifestazioni di interesse ricevute da AVI.

Redazione