BIBI ZOGBÉ, I FIORI COME LINGUAGGIO DELL’ESILIO
- AnneClaire Budin
La libanese Bibi Zogbé, pioniera dell’arte femminile arabomediterranea, trasformò i fiori in simboli. I suoi dipinti vivono tra Buenos Aires, Dakar e Beirut.

Composizione floreale simbolica di Bibi Zogbé
Labibé “Bibi” Zogbé nasce nel 1890 a Sahel Alma, in Libano, e a soli 16 anni emigra in Argentina per un matrimonio combinato. La sua vita prende così una piega radicale: divorzia negli anni ’30 e si dedica interamente alla pittura, divenendo una delle prime donne libanesi a esporre nei grandi circuiti internazionali.

Esplosione floreale in vaso, Bibi Zogbé 1940
Bibi Zogbé si forma artisticamente tra Beirut e Parigi: studia all’Académie Libanaise des Beaux-Arts e successivamente all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts nella capitale francese, dove assorbe le influenze del modernismo europeo. Pur vivendo stabilmente a Buenos Aires, non smette mai di evocare il Libano nei suoi dipinti. I suoi fiori, intensi e selvaggi, si caricano di significati simbolici, evocano origini e identità diasporiche.
La carriera artistica di Zogbé inizia ufficialmente nel 1934 con una mostra alla Whitcomb Gallery di Buenos Aires. L’anno successivo espone a Parigi, poi in Cile e Brasile. Gli anni Quaranta la vedono tornare in Libano, dove partecipa a un'esposizione del Cénacle Libanais, importante salotto letterario e artistico.

Fiori mediterranei come metafora dell’identità migrante
Viaggia molto e dipinge ovunque: a Dakar, in Senegal, dove realizza opere come A Village in Senegal, e a Parigi, dove affina il proprio stile. Le sue opere sono oggi conservate in musei di prestigio come il Sursock Museum di Beirut, il MoMA di New York e la Tate Modern di Londra.

Femme aux fleurs: la donna come soggetto sacro
I suoi quadri – prevalentemente oli su tela – ritraggono fiori esotici, piante mediterranee, cactus, crisantemi, meli giapponesi. In Femme aux fleurs, una delle sue opere più note, fonde il ritratto femminile con un'aura sacrale, in uno sfondo che richiama le icone bizantine. La donna, circondata da piante rigogliose, è simbolo di forza e fertilità.

Fiori africani e mediterranei: un ponte fra due mondi
Zogbé elimina l’esotismo maschile alla Gauguin e dipinge la donna come soggetto sacro e autonomo. I suoi fiori sono, al tempo stesso, elementi naturali e metafore identitarie: ricordano la nostalgia dell’esilio, la vitalità femminile e il legame indissolubile con la terra.

Simbolismo floreale e nostalgia dell’esilio
Nel 1947, lo Stato libanese la insignisce della Medaglia del Cedro per meriti artistici. Tuttavia, solo nel XXI secolo Zogbé viene riconosciuta come pioniera dell’arte modernista araba. Nel 2022, la Galerie Tanit di Beirut le dedica una retrospettiva. Le sue influenze arrivano fino alla moda: la stilista libanese Sandra Mansour le ha dedicato la collezione Fleur du Soleil per H&M.

Astrazione floreale in stile naïf, Bibi Zogbé

Paesaggio vegetale onirico: natura, identità, colore
La sua prima apparizione alla Biennale Arte di Venezia avviene nel 2024, postuma ma significativa, consacrando la sua figura come ponte fra Oriente e Occidente, natura e arte, simbolo e colore.
AnneClaire Budin – Floraviva
© Floraviva – riproduzione riservata | 4 novembre 2025