Il vivaismo pistoiese regge alle crisi geopolitiche e punta sulla sostenibilità totale per vincere la sfida della competitività
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in Il vivaista
Al convegno del 27 ottobre a Pistoia dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) presentate tutte le iniziative avviate per la transizione ecologica e la salute delle piante: dall’imminente realizzazione dell’edificio del Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario al progetto dei vasi di plastica riciclati con Revet, che si aggiungerà al recupero degli scarti verdi di Agribios ampliando la circolarità del Distretto. Con occhio vigile sulle esigenze di mercato in una fase in cui si registra nel 1° semestre 2023 un -1,9% del valore dell’export (fonte Monitor distretti di Intesa Sanpaolo). Accolta con interesse dall’assessora regionale Saccardi la proposta del presidente di Avi Michelucci di un allestimento di piante pistoiesi nel padiglione del vino toscano al prossimo Vinitaly. L’assessore comunale Sgueglia ha preannunciato una visita del ministro dell’agricoltura Lollobrigida a Pistoia in quanto capitale del vivaismo nazionale.
La presentazione del progetto “Da vaso a vaso” di Revet, che consentirà di usare ai vivaisti pistoiesi vasi di plastica riciclata ottenuti dagli scarti dei vasi utilizzati nel Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. La proposta del presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Alessandro Michelucci, accolta con interesse dall’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, di un allestimento con piante ornamentali del Distretto nel padiglione della Regione Toscana a Vinitaly. E l’annuncio dell’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia di una visita del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida nella capitale italiana del vivaismo.
Queste le tre novità emerse al convegno “Vivaismo e competitività: quali i fattori chiave della sostenibilità economica e ambientale?” organizzato venerdì 27 ottobre al palazzo comunale di Pistoia dall’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, in occasione della sua consueta “Serata del vivaismo”. Incontro a cui hanno partecipato numerosi esponenti della filiera vivaistica pistoiese e delle associazioni agricole e rappresentanti delle istituzioni e in cui si è fatto il punto anche sullo stato di altre iniziative avviate da AVI e Distretto sulla via della transizione ecologica, sia sul fronte dell’economia circolare che riguardo ad altri aspetti della sostenibilità ambientale ed economica.
A cominciare dal “Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario” per garantire la salute delle piante che arrivano e partono dal Distretto, del quale si farà carico una società con quota maggioritaria di AVI e partecipazione unitaria di tutte le associazioni agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura) e di cui verrà a breve realizzata la sede presso GEA a Pistoia, grazie al sostegno della Fondazione Caript. Ma poi anche sul progetto di “acquedotto verde” che consentirebbe di utilizzare nei vivai di Pistoia le acque reflue depurate dell’impianto di San Colombano e sull’ampliamento dell’attività di riuso degli scarti agricoli dei vivaisti da parte della cooperativa Agribios, che potrebbe occuparsi anche degli scarti verdi urbani. Un Distretto molto attivo dunque sull’innovazione eco-sostenibile, che, come affermato dal suo presidente, prof. Francesco Ferrini, ha intrapreso e sta percorrendo la strada «verso la totale sostenibilità delle produzioni vivaistiche: una sostenibilità a tutto tondo, che riguarda i vasi, che riguarda le piante, che riguarda i fertilizzanti, che riguarda i substrati e che riguarda anche l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione».
Sul piano economico-commerciale il Distretto, come confermato dai recenti dati sull’export del Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, sta reggendo abbastanza bene in un contesto reso difficile dalle problematiche geopolitiche, tanto che «dopo un’evoluzione positiva delle esportazioni nel 2020 (+7,6%) e il boom registrato nel 2021 (+37,2%) ha leggermente ripiegato nel 2022 (-8,2%), ma i valori esportati, oltre 360 milioni di euro, sono superiori di oltre il 35% rispetto ai valori del 2019» e il calo nel 1° semestre del 2023 è stato di solo -1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Valori in euro che comunque, per effetto dell’inflazione, segnalano un calo ancora maggiore delle quantità di piante esportate, sia pure tutto sommato contenuto in un contesto internazionale come quello attuale. E un riflesso delle problematiche geopolitiche si è avuto anche nei dati delle certificazioni fitosanitarie presentati dal responsabile della sede di Pistoia del Servizio Fitosanitario Regionale Paolo Marseglia, che ha spiegato che, anche se le attività di controllo sono in continuo aumento, si è registrato un calo delle certificazioni di piante per l’export verso Paesi terzi (fuori Unione Europea) di circa il 20% nel 2022 rispetto all’anno precedente, livello che dovrebbe confermarsi nel 2023, stando ai dati fino al 31 agosto.
Ma il vivaismo è solido, come ribadito anche dalla prof. Silvia Scaramuzzi dell’Università di Firenze, ed è grazie alla produzione vivaistica (piante vive) se la bilancia commerciale del florovivaismo italiano (saldo export-import) è positiva, nonostante il recente aumento delle importazioni, perché nella floricoltura il saldo è negativo. Tuttavia, per Scaramuzzi, non va sottovalutata la concorrenza e la necessità di restare competitivi: «la competizione è globale e sempre più intensa e questo fa sì che ci siano nuovi competitor che sono paesi che sono solo produttori e che mirano proprio a erodere quote di mercato ad altri paesi e la competizione si fa anche con quei paesi che sono sia produttori che consumatori. Quindi abbiamo una competizione sempre più spinta in cui sempre bisogna sostenere, attraverso adeguate strategie di marketing, il ruolo che Pistoia, l’Italia e l’Europa hanno a livello internazionale».
«Il distretto vivaistico – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi - produce circa il 30% del valore della produzione agricola della nostra Regione, quindi è un distretto fondamentale. Ed è un distretto che periodicamente ha l’abitudine di misurarsi con le sfide del futuro e che ha retto la competizione nazionale e internazionale anche durante il periodo del Covid. Oggi abbiamo la nuova sfida della sostenibilità, che è la grande sfida che deve riuscire a coniugare la competitività con l’attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini. Queste sono le due frontiere verso le quali, anche con risorse della Regione Toscana, tramite la programmazione dell’agricoltura, bisogna accompagnare e sostenere il Distretto vivaistico».
Sulla stessa linea l’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia: «c’è un rinnovato entusiasmo nel mondo del vivaismo, che si interroga sempre di più sulla sostenibilità ambientale ed economica del comparto e lo fa con delle azioni strategiche importanti, a partire dal Laboratorio fitosanitario che è in procinto di essere costruito, ma anche con le strategie di concerto con Comune e Regione, per esempio per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico del settore, che è fondamentale, e sulla gestione circolare dei rifiuti, su cui stiamo lavorando con il gestore spalla a spalla». E sul problema di conciliare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica afferma: «il settore pubblico deve creare le condizioni per realizzare le infrastrutture strategiche necessarie al comparto per essere circolare e sostenibile sia economicamente che dal punto di vista ambientale. Ma se il pubblico fa questo, poi il comparto è pronto».
E, come evidenziato dalla relazione di Massimiliano Ulivi, Area Toscana Umbria Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, esistono anche altre forme di aiuto alle aziende agricole su tale fronte. Ad esempio «Intesa Sanpaolo – ha affermato Ulivi - è impegnata nel premiare quelle realtà in grado di ridefinire le strategie d'impresa in chiave di innovazione e sostenibilità, mettendo a disposizione il supporto finanziario necessario ad investimenti con connotazione ESG, in coerenza con le iniziative del PNRR e di Motore Italia Transizione Energetica. Un sostegno, offerto fino ad oggi a oltre duemila imprese del comparto per accedere ai bandi agevolati tra cui quelli relativi al PNRR, che è centrale anche per riconoscere, come nel caso del settore florovivaistico, il valore di perseguire una crescita virtuosa capace di coniugare la ricerca con il rispetto dell’ambiente e delle risorse».
A proposito di tutela ambientale, Alessia Scappini, amministratore delegato di Revet, la società a capitale prevalente pubblico e con socio di maggioranza Alia spa che gestisce e valorizza tutte le raccolte differenziate degli imballaggi della Toscana, ci ha spiegato l’iniziativa “Da vaso a vaso”: un progetto che «ha l’ambizione di essere un unicuum al mondo ed è basato sulla volontà del vivaismo di costruire una filiera circolare chiusa tutta sul territorio pistoiese». «Ad oggi la Revet – ha spiegato Alessia Scappini - ha già un’attività con cui ricicla tutti gli imballaggi di plastica post consumo, quindi quelli della raccolta differenziata dei cittadini, e su una selezione di plastiche miste realizza un granulo che serve al vivaismo. Dall’altra parte il vivaismo produce una serie di scarti dei vasi che servono alle proprie produzioni. Oggi siamo arrivati a un punto, facendo delle prove sperimentali, che hanno comprovato il fatto che possiamo introdurre, tramite ulteriori macchinari di bonifica, questo scarto del vaso all’interno della nostra filiera. Quindi da vaso riprodurre un nuovo vaso, ma un nuovo vaso che si porta dietro un significato enorme: realizzare una filiera circolare tutta territoriale e abbattere enormemente l’impatto ambientale misurabile nell’impronta carbonica. Lo scarto vivaistico non andrebbe più a smaltimento a recupero energetico, ma servirebbe per riprodurre un prodotto che è utilizzato dal vivaismo stesso». A che punto siamo di questo progetto e quali le prossime tappe? «Dovrà essere fatto un protocollo di rete d’impresa – spiega Scappini - perché chiaramente gli attori che realizzano questo progetto non si limitano a Revet, ma sono anche l’Associazione Vivaisti, il Distretto, i produttori di vasi, la rete commerciale. Sono tutti attori che devono far parte di questa filiera. Abbiamo fatto le prove sperimentali, ora vogliamo realizzare una logistica sul territorio che permetta di intercettare questi scarti dei vasi e implementare questa linea dell’impianto di Pontedera».
Marco Vidotto, consigliere di Agribios, facendo il punto sullo stato dell’arte della cooperativa attiva nel riuso degli scarti agricoli dei vivai pistoiesi, ha sottolineato che l’attività è «cresciuta in maniera esponenziale nel giro di 6 anni. Questo a dimostrazione del fatto che i nostri servizi per l’economia circolare del comparto vivaistico pistoiese hanno grande utilità» e consentono di trasformare quella che era una voce di costo per i vivaisti per il potenziale impatto ambientale in «un’economia di sfruttamento a impatto ambientale zero, perché noi applichiamo l’economia circolare in tutto il suo insieme». Il prossimo step di Agribios, ha spiegato Vidotto, è «ampliare l’impianto grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale e la Regione Toscana in modo da avere la possibilità di introiettare anche gli scarti provenienti da altre situazioni e non soltanto dalla parte privatistica ma anche per la parte pubblica».
Un parere favorevole al progetto di “acquedotto verde” per portare nei vivai di Pistoia le acque reflue depurate di San Colombano è venuto dal presidente del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, che presiede anche Anbi Toscana, l’associazione dei consorzi. «Penso che sia una questione di civiltà – ha detto al Vivaista - ma credo anche che l’interesse del mondo del vivaismo sia quello di darsi un futuro fatto di sostenibilità. Noi sappiamo quanto la sostenibilità ambientale poi pesi anche in termini economici nell’acquisto e nella vendita di prodotti». Il suo Consorzio sarà coinvolto nel "progetto acque reflue”? «Noi siamo disponibili a dare una mano sia in senso progettuale che nel senso della gestione degli impianti» ha risposto Bottino, che ha anche avanzato una proposta ai vivaisti pistoiesi: «secondo me, con i cambiamenti climatici, potrebbe non bastare il progetto acque reflue. Connotarsi anche dal punto di vista dell’autoapprovvigionamento dell’acqua attraverso mini invasi o luoghi di accumulo dell’acqua può essere importante per i vivaisti in futuro. Soprattutto in un territorio come Pistoia dove grandi spazi non ce ne sono e dove ovviamente sviluppare progetti multifunzionali che accumulano l’acqua quando ce n’è troppa, la rilasciano quando è poca è un valore molto importante: tutela dalle alluvioni e consente un’irrigazione di qualità». «Noi – ha aggiunto - siamo disponibili ad ascoltare il mondo del vivaismo se ha delle idee in merito a vasche di accumulo o a procedimenti di auto contenimento, disponibili a dare una mano sia dal punto di vista progettuale che dello sviluppo dei progetti».
Tirando le somme del convegno, il presidente di AVI Alessandro Michelucci afferma che «il punto chiave è l’eco-sostenibilità, ma con un occhio anche all’economia. Nel senso che si deve insistere sulla transizione ecologica, e noi siamo un distretto molto avanzato sulla compatibilità ambientale, forse il primo in Europa, perché la stiamo affrontando da tutti i punti di vista dell’economia circolare: dal riuso degli scarti agricoli fino a questo nuovo progetto della Revet sui vasi di plastica riciclati. Ma tutto ciò va fatto guardando sempre al prodotto sui mercati, perché ci si scontra anche con competitor che non tengono conto come noi di eco-sostenibilità e prevenzione fitosanitaria».
E fondamentale sul piano anche della competitività di mercato, per Michelucci, sarà proprio il Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario. Il cui progetto, come ci ha spiegato l’accademico dei Georgofili Riccardo Russu, ex direttore del Servizio Fitosanitario della Regione Toscana, continuerà ad avvalersi del supporto scientifico dell’Accademia dei Georgofili tramite il protocollo d’intesa che è stato sottoscritto da Associazione Vivaisti e Accademia. L’Accademia dei Georgofili interloquirà anche con il CREA, in particolare per quanto riguarda la formazione del personale di cui dovrà dotarsi il Laboratorio. Perché, come sottolineato da Russu, «dovrà esserci un direttore e dei tecnici di laboratorio e un amministrativo» ed è «importante avere le figure giuste da mettere lì». Infine, prima di iniziare l’attività, sarà necessario avere l’autorizzazione del Servizio Fitosanitario Regionale.
Con riferimento alla realizzazione del Laboratorio di Autocontrollo, è stata invitata venerdì a Pistoia, per illustrare l’esperienza del Laboratorio Fitosanitario della Regione Lombardia, attivo anche nelle analisi su richiesta dei vivai privati oltre che nei controlli ufficiali, la responsabile della qualità e dell’Area batteriologia Francesca Gaffuri, che ha fatto sapere che le richieste di analisi dai vivai sono in un trend di crescita dal 2020 ad oggi nel loro laboratorio. «Abbiamo appreso come opera questo Laboratorio che può offrire buoni spunti per quello che si realizzerà a Pistoia – ha commentato Michelucci – e, visto che loro ci dicono di essere sempre oberati di lavoro, auspichiamo che questo possa accadere anche a Pistoia. Il Laboratorio dovrebbe diventare un interlocutore fisso per tutti i vivaisti e ogni lotto di piante, prima di essere venduto, andrà fatto analizzare lì, così ci sarà una garanzia di piante sane e un elemento competitivo in più. E anche le piante in arrivo dovranno passare da qui».
Ma il Laboratorio di Autocontrollo, a cui partecipano unitariamente i vivaisti pistoiesi di tutte le associazioni di categoria agricole, è per Michelucci anche «un ottimo esempio di quella coesione e unità che, insieme alla qualità dei prodotti e dei servizi ad essi associati e alla tempestività garantita da una buona organizzazione logistica, può aiutare il vivaismo pistoiese a mantenere intatta la propria leadership europea».
Redazione