Con Revet i vasi del Distretto Vivaistico di Pistoia riciclati a km 0: -75% di CO2 eq.
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in Il vivaista
Presentato il 9 novembre a Ecomondo il progetto “Da vaso a vaso” di Revet e Distretto Vivaistico di Pistoia per una filiera corta tutta toscana di riciclo dei vasi e altri scarti di plastica dei vivai che garantirà un recupero dell’80% e una riduzione di 3/4 dell’impronta di carbonio rispetto ai vasi da polimero vergine. L’ad di Revet Scappini: «è un nuovo modello di economia circolare che vede insieme parte produttiva e ambientale». Il presidente del Distretto Ferrini: «benefici economici, ambientali e reputazionali per i vivaisti contribuendo a un sistema più sostenibile nel settore agricolo». L’assessore al vivaismo di Pistoia Sgueglia: «ci teniamo a diventare capitale non solo del verde ma anche della circolarità».
Una filiera circolare corta e certificata, tutta toscana, che va dai vasi scartati dei vivaisti fino ai produttori di vasi di Pistoia e dintorni, passando per Revet a Pontedera dove avverrà l’integrazione nel sistema di riciclo degli imballaggi in plastica della Toscana, da cui già oggi arrivano agli stampatori di vasi 2 mila tonnellate di “granulo Revet” (su un totale di 15 mila tonnellate prodotte ogni anno). Integrazione da cui deriveranno a regime altre mille tonnellate di granulo Revet ricavate dai vasi e dagli altri scarti di plastica del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, dopo una fase di lavaggio ad hoc e il trattamento di riciclo insieme alle plastiche delle altre raccolte differenziate negli impianti di Revet. Una quota aggiuntiva di granuli che sarà anch’essa destinata ai produttori di vasi pistoiesi, i cui vasi riciclati arriveranno infine, tramite le reti distributive locali, ai vivaisti del Distretto.
Può essere descritto così, sintetizzando quanto ci ha spiegato l’amministratore delegato di Revet Alessia Scappini al termine della presentazione di giovedì 9 novembre alla fiera Ecomondo di Rimini nello stand in comune con Alia, l’obiettivo del progetto “Da vaso a vaso” [vedi qui e qui] che Revet ha messo a punto in via sperimentale su sollecitazione e in collaborazione con il Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, l’Associazione Vivaisti Italiani (soggetto referente del Distretto) e il Comune di Pistoia. Soggetti rappresentati all’incontro dal presidente del Distretto Francesco Ferrini e dall’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia. Si tratta, come ha detto Alessia Scappini, di creare «un’innovazione di prodotto, un’innovazione di filiera, un nuovo modello di economia circolare che vede insieme la parte produttiva, le imprese e l’industria, e l’ambiente. Sempre più imprese e ambiente dialogano e trovano innovazione in quello che fanno, sempre più saranno competitivi entrambi».
E ci sono due aspetti importanti dal punto di vista ambientale di questa nuova filiera toscana di riciclo dei vasi di plastica del vivaismo che l’ad di Revet Scappini ha messo in evidenza: una recente analisi di Ecolstudio ha stabilito che i vasi prodotti dal granulo Revet portano a un abbattimento del 75% dell’impronta di carbonio (le emissioni di CO2 equivalente) rispetto ai vasi prodotti da polimero vergine. Ciò, come spiegato da Scappini, grazie alla filiera corta, cioè alla «integrazione territoriale» e alla efficienza logistica, ma anche al fatto che l’energia utilizzata per le operazioni di riciclo in Revet è autoprodotta da fonti rinnovabili. L’altro aspetto sottolineato da Scappini è che in tutto questo processo di riciclo dei vasi e altri scarti di plastica utilizzati dal Distretto Vivaistico si avrà un recupero del materiale scartato dai vivai pari ad almeno l’80%, vale a dire ben oltre il 70% che si recupera dalla raccolta generale degli imballaggi domestici. «Abbiamo visto – ci ha detto Scappini – che di quello che raccogliamo dai vivaisti (il vaso, la vaschetta, il vassoio, polimeri diversi più sporchi e più puliti), facendo questo processo su una scala sperimentale con macchine adesso utilizzate per altri scopi, possiamo recuperare un 80% dello scarto del vivaista. Ma pensiamo che quando avvieremo questa nuova linea riusciremo a superare anche questo 80% di recupero attraverso un’ottimizzazione del processo».
Infine, a proposito delle prossime tappe per l’implementazione del progetto dopo questa fase sperimentale conclusasi con successo, l’ad di Revet ci ha spiegato che adesso si tratta di predisporre la logistica necessaria. «I vivai più grandi – ci ha detto l’ad Scappini - chiaramente hanno già la capacità di fare una raccolta differenziata al loro interno dei vasi, film e le altre plastiche che usano. Per quanto riguarda i vivai più piccoli vorremmo creare invece un centro comprensoriale dove il vivaista, come ora succede con Agribios per gli scarti verdi, va a portare i vasi e dove Revet andrebbe a recuperare il materiale». Nel frattempo a Pontedera, dove ci sono gli impianti di Revet, «noi dobbiamo implementare la linea in più di depurazione dei vasi e quindi va fatto un investimento e una modifica all’autorizzazione in Regione. A quel punto si inizierà a produrre un granulo che conterrà anche lo scarto dei vivaisti».
Per inquadrare il progetto dal punto di vista dei vivaisti pistoiesi e dei benefici da loro attesi ci siamo rivolti, a seguito dell’incontro, al prof. Francesco Ferrini, presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. «Il conferimento dei vasi usati a un impianto di riciclaggio – ha affermato Ferrini - può portare benefici economici, ambientali e reputazionali per i vivaisti, contribuendo anche alla costruzione di un sistema più sostenibile nel settore agricolo». «Il vantaggio economico immediato – ha aggiunto il presidente del Distretto - deriva dal fatto che non sarà pagato il costo di smaltimento dei vasi e non sarà pagato il contributo CONAI che potrebbe diventare obbligatorio dal 2024».
Ma Ferrini ha illustrato per esteso, elencandoli uno per uno, tutti i possibili benefici che avranno i vivaisti che decidono di conferire i vasi usati a un impianto di riciclaggio della plastica per partecipare a un percorso di economia circolare:
- Risparmio economico: smaltire i vasi attraverso un impianto di riciclaggio può essere più economico rispetto a metodi di smaltimento tradizionali. In alcuni luoghi, il riciclo della plastica può essere incentivato o meno oneroso rispetto allo smaltimento in discarica.
- Riduzione dell'impatto ambientale: la plastica è uno dei materiali che contribuisce maggiormente all'inquinamento ambientale. Riciclarla e riutilizzarla riduce il bisogno di nuovi materiali vergini, contribuendo a preservare le risorse naturali e a ridurre l'impatto ambientale complessivo.
- Immagine aziendale sostenibile: partecipare a un percorso di economia circolare può migliorare l'immagine aziendale e la reputazione del vivaio. I consumatori sono sempre più attenti all'impatto ambientale delle aziende e sono inclini a supportare quelle che adottano pratiche sostenibili.
- Conformità normativa: in alcune regioni/stati, ci sono normative specifiche che incoraggiano o richiedono il riciclo dei materiali, compresa la plastica. Conferire i vasi usati a un impianto di riciclaggio può aiutare il vivaio a conformarsi alle leggi ambientali vigenti.
- Risparmio energetico: la produzione di plastica vergine richiede notevoli quantità di energia. Riciclare la plastica per riutilizzarla riduce la necessità di produrre nuovo materiale, contribuendo a risparmiare energia e a ridurre le emissioni di gas serra.
- Partecipazione a un ciclo virtuoso: contribuire a un percorso di economia circolare significa essere parte di un ciclo virtuoso in cui i materiali vengono continuamente riutilizzati e riciclati anziché essere smaltiti come rifiuti.
Infine, riguardo all’implementazione del progetto “Da vaso a vaso” nel Distretto, il prof. Ferrini ha specificato che «gli scarti di plastica potranno entrare tutti, anche se in primis saranno i vasi a entrare nella filiera del riciclo e, ovviamente, non sarà obbligatorio».
Sul progetto si è così espresso l’assessore comunale di Pistoia al vivaismo Gabriele Sgueglia durante l’incontro: «dobbiamo portare a terra progetti di questo tipo. Il vivaismo è la nostra principale economica, la nostra bandiera e il nostro indotto principale e ci teniamo che il nome di Pistoia sia portato nel mondo non solo come capitale del verde, e questa è una sfida che Pistoia gioca tutti i giorni e vince spesso, ma anche come capitale della circolarità e della sostenibilità. Sono le parole d’ordine che oggi le istituzioni nazionali ed europee ci suggeriscono e a volte forse impongono e quindi è naturale che il nostro territorio debba farsi trovare pronto in questo senso». «Qui – ha proseguito l’assessore Sgueglia - parliamo del progetto “Da vaso a vaso”, ma ce ne sono anche altri e sono tutti progetti che puntano non solo al concetto della sostenibilità ambientale che ci è cara dal punto di vista etico ma anche alla sostenibilità economica».
«Come istituzioni – ha aggiunto Sgueglia – dobbiamo sottolineare il rinnovato ruolo di aziende come Revet, come Alia, come Estra, tutte quelle che saranno poi coinvolte nella Multiutility, di partner naturali di un settore che tante volte in passato è andato per conto suo. Il che non vuol dire che sia andato male. Anzi probabilmente è andato più velocemente di noi istituzioni che oggi cerchiamo di metterci al passo». «Sono percorsi lunghi – ha continuato - ma eventi come questo fanno bene, perché quando vediamo la messa a terra, la presentazione di una delle tante tessere che compongono il mosaico che ci immaginiamo per il nostro settore vivaistico del domani ci rendiamo conto che si può fare. E quindi siamo incentivati a sognare e a costruire le rotaie, perché penso che il nostro ruolo sia questo. Cioè quello di individuare una strada, di metterci su il percorso, poi il treno lo devono guidare quelli che il treno lo sanno guidare da sempre e continueranno a farlo in futuro in maniera efficace».
«È chiaro – ha detto ancora l’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia - che oggi le nostre sfide sono indubbiamente molto complicate, perché ci troviamo a competere con tutto il mondo. Perché è vero che Pistoia è esportata in tutto il mondo, ma è anche vero che ormai tutto il mondo ci fa concorrenza e molto spesso dobbiamo farlo con regole impari». «È più facile competere – ha concluso Sgueglia - quando le nostre aziende aderiscono a progetti come questo, perché sopra il nostro prodotto, le nostre piante hanno un bollino che nel mondo oggi è avanguardia ma che un domani sarà il passepartout per accedere a quei mercati che sempre di più ci chiedono questo tipo di certificazioni e questo tipo di buone pratiche».
Si possono ascoltare integralmente gli interventi alla presentazione di Alessia Scappini, Francesco Ferrini e Gabriele Sgueglia in un post con la diretta Facebook videoregistrata dell’incontro nella pagina Facebook di Revet.
L.S.