Cial e Revet: raccogliere più alluminio e meglio per riciclare

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Raddoppiamento entro il 2015 delle quantità di imballaggi di alluminio raccolte ed estensione al 70% del territorio regionale dell’uso del sistema multimateriale leggero (con contenitori per plastica, alluminio e altri metalli distinti da quelli per il vetro). Sono due degli obiettivi dell’accordo triennale del 30 luglio 2012 fra Cial (Consorzio imballaggi alluminio), Revet (la principale azienda toscana di raccolta, selezione e trattamento di materiali destinati al riciclaggio) e Regione Toscana. Ecco perché e come. [NELLA FOTO UNA RICICLETTA, DA 800 LATTINE]

«Differenziare per riciclare». E’ la parola d’ordine per «incrementare in quantità e qualità la raccolta degli imballaggi in alluminio, finalizzandola sempre di più all’effettivo riciclo» fatta propria da Revet, azienda con base a Pontedera leader in Toscana nella raccolta, selezione e trattamento di materiali destinati al riciclaggio. Che punta da «qui a 3 anni a raddoppiare le circa 300 tonnellate annue di imballaggi in alluminio […] raccolte e selezionate».
Tale incremento si raggiungerà solo se i cittadini toscani capiranno l’importanza di seguire innanzi tutto due semplici regole: 1) imballaggi quali lattine, vaschette, scatolette, tubetti, coperchi degli yogurt e fogli in alluminio devono essere messi nel contenitore del multimateriale dopo aver tolto eventuali residui di alimenti; 2) nel contenitore del multimateriale possono essere conferiti anche alcuni oggetti in alluminio che non sono imballaggi, come ad esempio piccoli utensili per la casa quali le caffettiere e le padelle. I materiali in alluminio così raccolti verranno quindi trasportati a Pontedera dove l'impianto di Revet è in grado di separarli dagli altri materiali, trattarli e costituire balle omogenee che poi attraverso il consorzio di filiera Cial saranno avviati a riciclo in fonderia e daranno vita a nuovi oggetti, i «ri-prodotti» della claim di Revet.
Ma per quale motivo è tanto importante una corretta raccolta differenziata dell’alluminio e il suo agevole riciclo? La risposta a questa domanda è stata fornita il 23 novembre scorso a Firenze durante il seminario “Il riciclo degli imballaggi in alluminio: un peccato non raccoglierne di più”, organizzato da Cial (Consorzio imballaggi alluminio), che con 218 imprese consorziate riunisce la filiera industriale degli imballaggi in alluminio destinati al consumo sul territorio nazionale (produttori di materia prima, fabbricanti e utilizzatori di imballaggi), e Revet. Incontro in cui sono intervenuti fra gli altri l’amministratore delegato di Quadrifoglio Livio Giannotti, il presidente di Revet Valerio Caramassi e il direttore generale di Cial Gino Schiona. E nel corso del quale sono stati in particolare illustrati gli obiettivi e le linee d’azione del piano triennale «per la promozione e lo sviluppo della raccolta differenziata, il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio» più «altre frazioni merceologiche similari» (oggetti domestici come padelle e caffettiere) in Toscana previsto dal protocollo d’intesa siglato il 30 luglio scorso fra Cial, Revet, Conai e la Regione. Ma sono stati anche forniti dati sul recupero dell’alluminio a livello nazionale, che vede l’Italia al vertice in Europa con oltre il 50% dell’alluminio circolante che proviene dal riciclo, e sulla raccolta dei metalli in Toscana, senza trascurare altre questioni di più largo respiro del comparto.
Ecco dunque, per punti, le buone ragioni per incrementare in qualità e quantità la raccolta differenziata e agevolare il riciclaggio dell’alluminio (che è riciclabile al 100% e infinite volte) esposte da Schiona durante la sua relazione. Tale incremento garantisce: a) un maggiore recupero di materiale utile per realizzare nuovi prodotti (nel 2011 sono state riciclate in Italia circa 41 mila tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 60% degli imballaggi immessi sul mercato); b) un più ampio risparmio energetico (che è del 95% rispetto alla produzione di alluminio dalla bauxite, molto energivora) e la conseguente riduzione di emissioni serra (nel 2011 grazie al riciclo sopra indicato si sono evitate emissioni serra pari a 325 mila tonnellate di CO2 e si è risparmiata energia per oltre 140 mila tep (equivalenti della tonnellata di petrolio)); c) più vantaggi economici per i cittadini e i Comuni (il Cial ai Comuni e a operatori come Revet, a copertura dei costi di raccolta e di selezione dell’alluminio, dei corrispettivi economici interessanti che dipendono dalla quantità e qualità del materiale conferito: ad esempio quasi 435 euro a tonnellata per l’alluminio proveniente da raccolta differenziata che non superi il 4% di impurità); d) più tutela dell’ambiente con meno rifiuti nelle discariche e salvaguardia delle risorse naturali.
Proprio per tali ragioni il protocollo d’intesa dello scorso luglio si articola nei seguenti obiettivi per il triennio 2013-2015:
- Entro il 2015 diffusione del sistema di raccolta multimateriale leggero (ossia con contenitori per plastica, alluminio e altri metalli distinti da quelli per il vetro), che è più efficace per varie ragioni, nel 70% del territorio toscano.
- Incremento quali-quantitativo della raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio, in linea con le potenzialità del bacino territoriale Revet; e, come abbiamo visto, sul piano quantitativo, stando a un comunicato di ieri, si punta a raddoppiare le 300 tonnellate annue di imballaggi, o, secondo le stime un po’ più ottimistiche del comunicato sul protocollo, a una raccolta complessiva di circa 2000 tonnellate nell’arco del triennio, «con un beneficio in termini di emissioni serra evitate (CO2) pari a 16.000 tonnellate e di energia risparmiata (tep) a 7000 tonnellate».
- Promozione e sviluppo di ulteriori forme di selezione degli imballaggi in alluminio da impianti di trattamento del rifiuto indifferenziato in un’ottica di ciclo integrato dei rifiuti (zero discarica, 100% recupero).
- Avvio e supporto alla raccolta di particolari tipi di prodotto che richiedono azioni dedicate per la loro valorizzazione; ad esempio il progetto volontario avviato da Nespresso nel 2011 per il riciclo delle capsule da caffè in alluminio (al momento non considerate imballaggi) che possono essere conferite nei 32 negozi sparsi in 18 città italiane. A Firenze, dove il progetto è stato avviato nel febbraio 2012, in nove mesi sono state raccolte 4 tonnellate di capsule che i clienti Nespresso hanno portato nelle 2 boutique e nel centro di raccolta che Quadrifoglio e Cial hanno promosso in città.
- Campagne informative e di sensibilizzazione a supporto del progetto di sviluppo della raccolta differenziata.
Ma vediamo meglio le tipologie di corrispettivi riconosciuti da Cial:
i) per la raccolta differenziata di imballaggi, un corrispettivo a copertura dei costi di raccolta degli imballaggi e delle frazioni merceologiche similari che è pari a 434,77 euro a tonnellata fino al 4% di impurità;
ii) per la selezione di tappi e capsule, un corrispettivo ai recuperatori per la separazione di tappi e capsule dal vetro pari a 155,15 euro/t fino al 10% di impurità;
iii) per la selezione di imballaggi da rifiuti indifferenziati, un corrispettivo ai gestori di impianti di cernita rifiuti indifferenziati per la selezione dell’alluminio pari a 155,15 euro/t fino al 15% di impurità;
iv) per la selezione di alluminio da scorie di incenerimento, un corrispettivo ai gestori di impianti di incenerimento o di piattaforme di trattamento per la separazione dell’alluminio dalle scorie di combustione pari a 155,15 euro/t fino al 15% di impurità.
Cial riconosce corrispettivi anche per servizi aggiuntivi quali pressatura e trasporto.

Lorenzo Sandiford