In luce i fusti di ginepri e i pini bonsai di Chiti Vivai al Flormart
Nello stand dell’azienda pistoiese Chiti Vivai al 69° Flormart, alla Fiera di Padova dal 19 al 21 settembre, riflettori puntati sui pini bonsai e su fusti di Juniperus di varie taglie da siepe che sono molto resistenti. Alberto Chiti: «per avere piante più sicure, lavoriamo i pini come una volta e li invasiamo solo dopo che hanno vegetato a terra».
Anche quest’anno fra i vivaisti pistoiesi alla ribalta di Flormart, il salone del florovivaismo e dell’architettura del paesaggio della Fiera di Padova giunto alla 69^ edizione, c’è Chiti Vivai. Questa azienda del distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, che ha per titolari i fratelli Roberto e Alberto Chiti, ormai da 15 anni si è specializzata nella produzione di conifere e conifere nane, soprattutto attraverso la coltivazione “a forma libera” (vedi nostro articolo). Floraviva ha intervistato Alberto Chiti allo stand di Flormart ieri, primo giorno della manifestazione, parlando con lui delle piante portate in esposizione quest’anno e dei primi, parzialissimi riscontri con gli operatori della filiera florovivaistica incontrati alla Fiera di Padova.
Che cosa presentate quest’anno?
«Il nostro stand è centrato sempre su quelle che sono le nostre specialità produttive, cioè conifere, conifere nane e soprattutto conifere in forma. Oltre ai soliti fusti, mezzi fusti e mini fusti, quest’anno abbiamo una bella esposizione di pini: pini a bonsai, in forma naturale, formati in pieno campo e poi lavorati durante il periodo estivo, come veniva fatto negli anni addietro e poi messi in vaso, per avere una pianta più sicura, una pianta che abbia vegetato a terra prima di essere invasata e che non presenti problemi al momento del trapianto in vaso».
Ecco questa è una vostra caratteristica peculiare nel modo di lavorare…
«… questo è il riutilizzo di un metodo lavorativo che veniva applicato i primi anni a Pistoia, che poi è stato abbandonato un po’ per dare campo alla velocità di lavorazione, però chiaramente togliendo qualcosa alla qualità del prodotto».
Avete puntato su questo metodo anticipando il mercato oppure è stata proprio la domanda a portarvi in questa direzione?
«Diciamo che abbiamo intercettato la domanda, o meglio un’esigenza, perché si tratta di prodotti che è molto importante siano di qualità perfetta: dato il valore e gli anni di lavorazione che ci sono dietro, è essenziale mettere in vaso piante completamente pronte, senza far mancare ad esse tutto il tempo di vegetazione necessario affinché siano davvero in condizioni ottimali».
E questo viene compreso e apprezzato?
«Sì, viene apprezzato»
C’è qualche altro aspetto da sottolineare nell’esposizione di quest’anno?
«Sicuramente c’è da evidenziare il nuovo formato che abbiamo proposto per quanto riguarda gli Juniperus (ginepri, ndr). Abbiamo cercato di tirarli su su una canna. Ultimamente vengono usati, specialmente nei Paesi freddi, come siepi, così come qui da noi si usano normalmente Photinia (fotinia) o Leylandii (cipresso di Leyland) nei Paesi dove queste piante non resistono per il freddo noi proponiamo questa tipologia di Juniperus che può fare da siepe: molto resistente e molto particolare, perché ha dei colori e un tipo di vegetazione che altri tipi di siepe, come Thuja (tuia, l’albero della vita) oppure appunto Leylandii, non presentano».
E a quale clientela o segmento del mercato mirate con queste due linee di piante appena illustrate?
«Diciamo che sono pensate soprattutto per l’estero e per il nord Italia, sia per le caratteristiche delle piante, che si trovano molto bene a quei climi, sia in relazione alle tipologie di giardini».
Quali canali commerciali utilizzate per esse?
«Un po’ tutti i canali»
Un riscontro alla prima giornata di Flormart: anche se è presto per i bilanci, quali sono finora i prodotti più apprezzati?
«Come al solito, anche qui come durante tutto l’anno, i mezzi fusti o mini fusti di Juniperus hanno un ottimo riscontro, sono quelli che hanno maggiore successo. Ma anche i pini piacciono».
In generale, per ora vendete più in Italia o all’estero?
«Più in Italia».
Ma vendete e siete interessati anche al mercato estero?
«Sì».
Redazione Floraviva
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