Rilanciare l'economia montana: mirtilli giganti a Casore del Monte
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l ricercatore e dottore agronomo William Antoni Petrucci è convinto che si possa fare ancora molto per la coltivazione dei frutti di bosco a fini commerciali sulla Montagna pistoiese. Ecco allora la coltivazione di mirtilli giganti, specie geneticamente adattata per essere più produttiva. Petrucci e altri ricercatori stanno studiando il mirtillo selvatico dell’Abetone per riprodurlo anche in seme al fine di un ripopolamento dei vaccinieti, colpiti dal clima e dall’invasione del falso mirtillo.
Se ne è parlato in un seminario svoltosi il 17 Gennaio dal dottore e ricercatore Petrucci proprio sulle prospettive delle coltivazioni di piccoli frutti, mentre il suo collega Alessio Ferri ha parlato di castanicoltura. L’economia montana potrebbe essere risollevata dalla coltivazione di piccoli frutti, spiega Petrucci, se i tanti produttori si organizzassero in un consorzio. Ad oggi il maggior smercio dei piccoli frutti avviene in pasticcerie e gelaterie o nella vendita diretta. Ma c’è molta richiesta anche fra i laboratori di conserve e la grande distribuzione, dove però la vendita avviene a due euro al chilo (a fronte di un prezzo che oscilla fra i sei e i dieci euro al chilo per pasticcerie, gelaterie e vendita diretta). A Casore del Monte la coltivazione di mirtilli giganti è nata dalle fragoline di bosco spontanee, da cui è stata riprodotta questa specie geneticamente adattata, già utilizzata da un coltivatore di Cireglio. La proposta di Petrucci non si ferma qui e parla di alcune varietà esotiche, fra cui l’akekengi e il lampone giallo. Il luogo ideale per queste coltivazioni potrebbe essere il vivaio forestale di Maresca, comune in cui Petrucci risiede, favorito dalla presenza del fiume. Periodicamente tale impianto potrebbe essere aperto a persone esterne che, pagando, potrebbero raccogliere direttamente il prodotto fresco.
Redazione Floraviva