La presidenza di Slow Food passa da Petrini a Mukiibi
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All’8° Congresso Internazionale di Slow Food passaggio di testimone alla presidenza dal fondatore Carlo Petrini all’agronomo ugandese del 1986 Edward Mukiibi.
È nato in Uganda nello stesso anno in cui Carlo Petrini ha fondato a Bra il movimento il nuovo presidente di Slow Food, Edward Mukiibi: il 1986, l’anno delle proteste contro l'apertura di McDonald's a Roma.
Il neo presidente Mukiibi, agronomo e agricoltore, educatore e imprenditore sociale, ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Slow Food dal 2014 fino a oggi. La sua nomina è avvenuta il 16 luglio scorso a Pollenzo (Bra, Cuneo) in occasione dell’8° Congresso Internazionale, momento di profondo cambiamento e rigenerazione per il movimento della chiocciola.
Oltre 50 delegati dai 5 continenti riuniti nella sede dell’Università di Scienze Gastronomiche hanno rinnovato il consiglio di amministrazione affidando alla nuova leadership il compito di guidare il movimento Slow Food, che coinvolge 160 Paesi nel mondo, attraverso le numerose sfide che la produzione di cibo ci pone davanti, che sono ambientali, climatiche, politiche e sociali. Contestualmente, il cda ha appunto nominato il nuovo presidente. I delegati hanno anche deliberato il passaggio dalla forma associativa a quella di Fondazione di partecipazione Ets, riconosciuta dallo Stato italiano come Ente del Terzo Settore, che permette la partecipazione di una pluralità di soggetti, sia pubblici che privati, che ne condividono le finalità. Un rinnovamento iniziato durante il Congresso del 2017 a Chengdu per rendere Slow Food più aperto e inclusivo con l’obiettivo di affrontare nel modo migliore le sfide odierne rispettando le diversità di tutti i territori in cui il movimento è attivo.
«Il mondo di oggi – ha detto Carlo Petrini - è profondamente diverso da quello degli inizi del nostro movimento: c’è quindi bisogno di farci affiancare e indirizzare dalla creatività e dall'intuizione di soggetti nuovi capaci di interpretare il presente, per poi delineare la traiettoria che consentirà il raggiungimento di traguardi futuri».
Edward Mukiibi, agronomo con laurea triennale in Agricoltura e gestione del territorio conseguita presso la Makerere University di Kampala e master in Gastronomia all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, proviene dalla zona di Kisoga, un’area distante una quarantina di chilometri dalla capitale dell’Uganda Kampala, un tempo rurale e votata all’agricoltura per via dei terreni fertili e divenuta negli ultimi decenni un importante centro di commercio. La sua famiglia gestisce da sempre una fattoria e Mukiibi ha fin da giovane voluto proseguire l’attività dei suoi genitori. La nomina a presidente di Slow Food è il riconoscimento a un lavoro lungo anni, nel solco della sostenibilità, e simbolo della volontà di dar forma al futuro dell’agricoltura rigenerativa.
Educatore nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura, Mukiibi si è impegnato nella diffusione e promozione di progetti sociali in questi ambiti. Il suo lavoro è volto a promuovere un sistema alimentare sostenibile, equo e giusto, e ha ottenuto diversi prestigiosi riconoscimenti. Inoltre è stato incluso nella categoria “Educatori” della classifica 50 Next Awards dalla rivista Forbes, che ha individuato gli under 35 anni che stanno plasmando il futuro della gastronomia.
«Anche le più piccole azioni messe in campo dalle nostre comunità sono portatrici di una speranza concreta e generano un impatto positivo sulle nostre vite, perché siamo una famiglia globale: ciò che riguarda uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche, sociali e culturali – ha dichiarato il neo presidente Edward Mukiibi -. Come Slow Food, è importante essere coscienti del fatto che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme altrove. Vorrei esortare ciascuno di noi a lavorare con lo stesso spirito di resilienza dimostrato durante la pandemia, con lo stesso senso di appartenenza e solidarietà, al fine di coinvolgere sempre più persone nelle nostre attività. Lo scopo rimane lo stesso: dar vita a un sistema alimentare che garantisca cibo buono, pulito e giusto a tutti».
Redazione