I candidati a sindaco di Pescia al test di Coldiretti Pistoia: ecco come è andata

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Coldiretti ha ospitato il 14 maggio tre dei candidati sindaco di Pescia, Biscioni Franchini e Giurlani, mettendoli a confronto sulle priorità della propria agenda per l’agricoltura: le sette domande, e un invito, del direttore Tropiano. Il più in sintonia con Coldiretti sul tema del business park è Oreste Giurlani, nettamente contrario al progetto.

Dove collocare e come concepire il mercato di prodotti agricoli a km 0 di Campagna amica? E si favoriranno i prodotti locali nelle mense scolastiche, in un’ottica di salute alimentare, magari con delle specie di «menù del territorio»? Come sarà declinata per gli agricoltori pesciatini l’Iuc (Imposta unica comunale) nelle sue componenti (Imu, Tari e Tasi)? Cosa si vuol fare del Mercato dei Fiori di Pescia e del suo rilancio, pensando anche alla problematica delle serre mobili? E del business park, a cui Coldiretti si è sempre opposta ribadendo la centralità del florovivaismo in tali terreni o al limite una loro riconversione verso altre tipologie di produzioni agricole? E, in un quadro di sostegno alla floricoltura, che ruolo potrebbero avere dei Pif (Piani integrati di filiera) specifici per tale settore, con eventuali misure dedicate all’introduzione di tecnologie di riscaldamento delle serre con varie soluzioni di energie rinnovabili? E sull’Expo milanese e sull’Expo Rurale toscana del 18-21 settembre 2014, a cui questo territorio può partecipare come protagonista, cosa fare a livello promozionale, pensando anche all’abbinamento della floricoltura di Pescia con Pinocchio, così come del vivaismo di Pistoia con lo zoo, di cui si sta ragionando con Artex?
Sono le domande-richieste avanzate ieri dal direttore di Coldiretti Pistoia, Vincenzo Tropiano, all’inizio dell’incontro organizzato con i candidati sindaco di Pescia Luca Biscioni, Roberto Franchini e Oreste Giurlani nella sede pesciatina della sua organizzazione. Un appuntamento che fa parte di una serie di analoghi incontri con gli altri candidati sindaci coinvolti nelle amministrative del 25 maggio e i propri soci agricoltori, all’insegna del lobbying trasparente e “perché le battaglie servono, e la politica serve”, come recita il titolo di tale ciclo. Domande a cui è stato aggiunto un invito: quello di partecipare all’osservatorio sulla «criminalità in agricoltura» creato da Coldiretti in seguito ai diversi episodi di agropirateria saliti alla ribalta delle cronache negli ultimi mesi.
Ecco una sintesi delle risposte in rigoroso ordine di intervento.
Roberto Franchini, candidato di Alleanza per Pescia, citando più volte la sua esperienza (non per tutto il mandato) di assessore all’agricoltura, ha detto che «se vogliamo essere vicini all’imprenditoria e all’agricoltura la parte più delicata nei momenti di crisi sono le tasse». «Su questo – ha aggiunto – sarò molto attento, perché so quanto va a influire sui guadagni, ahimè ristretti, ad esempio il costo della spazzatura. Inoltre vorrei sensibilizzare la floricoltura a separare il verde in ottica del riutilizzo come compost». Riguardo al farmer market di Campagna amica, ricorda di averlo accettato subito da assessore, e si dice d’accordo con l’attuale proposta di Coldiretti di farne «un mercato fisso dei prodotti locali, anche se molto tempo fa ci avevano già provato e non riuscì bene, perché il consumatore oggi cerca la qualità e nel territorio ci sono produzioni d’eccellenza come il miele e il fagiolo di Sorana (e a me piacerebbe rilanciare anche l’asparago nostrano)». A proposito di business park, ammette che «c’è stata troppa fretta su tale progetto, andava affrontato diversamente e spiegato meglio, e concepito con confini più ridotti, perché se no si danneggia l’agricoltura e tra l’altro non è che l’industria e l’artigianato vadano benissimo. […] Quindi l’ultimo atto del sindaco uscente, la riduzione dei confini, credo che dia tranquillità a tutti».
Riguardo alla floricoltura, dice che va difesa e modernizzata, senza la produzione frammentaria di adesso (si producono, ad esempio, «calle di tutte le specie») ma con degli standard e un marchio. E poi «servono finanziamenti e aiuti mirati per le piccole imprese, perché i minimi dei bandi regionali sono spesso troppo altri e i piccoli imprenditori non possono fare investimenti enormi». «Io credo che Mefit – ha continuato passando al tema del mercato dei fiori di Pescia – faccia un buon lavoro come gestione, ma è una gestione dell’essenziale, serve una scossa. C’è la vecchia diatriba fra Viareggio e Pescia: io vedo di buon occhio una piattaforma unica amministrativa, commerciale e promozionale dei due mercati, perché non credo che nessuno dei due comuni rinuncerà alla propria struttura mercatale, ma per la gestione unica ci vuole un manager capace di aprire nuovi mercati, di fare accordi, ad esempio, con Federalberghi per avere i fiori pesciatini negli hotel italiani». Infine, su Pinocchio, ha detto che «si promuove bene all’estero, ma il problema è Collodi, perché se troppa gente viene qui in questo momento potrebbe rimanere delusa, perché Collodi non è ancora pronta. Ci vuole una viabilità e l’intervento della Regione: io credo in una collaborazione pubblico-privati che coinvolga la fondazione».
Luca Biscioni, candidato della coalizione di centrodestra comprendente Forza Italia, Nuovo centrodestra e Udc, ha esordito dicendo che «se le tasse sono ridotte, gli imprenditori hanno più margini per venire incontro ai consumatori [abbassando i prezzi, ndr]» e che «per le zone disagiate e lontane dai cassonetti bisogna avere più attenzione e diminuire le tasse. E’ giusta anche, in proposito, la diversificazione fra tipi di agriturismo [accennata da Tropiano, visto che solo alcuni offrono servizi di ristorazione, ndr]». Biscioni, in quanto medico, ha poi legato insieme le questioni del controllo sulla legalità agroalimentare, sulla tracciabilità e provenienza locale dei prodotti e sull’educazione alimentare, attraverso anche le mense scolastiche, tutte essenziali per la «salute pubblica». «Con una alimentazione a km 0 – ha sostenuto – leghiamo il territorio al cittadino e viceversa, rilanciamo il territorio e diamo una sana alimentazione ed educazione alimentare». Riguardo alla collocazione del mercato di Campagna amica, ha detto che «ci sono diversi spazi potenzialmente adatti, ad esempio un’area del mercato dei fiori oppure la piazza del vecchio mercato dei fiori: ci sarà da valutare in base a facilità di accesso ecc.».
Sul mercato dei fiori Biscioni ha affermato che «per venire incontro ai cittadini e al Comune di Pescia, la Regione, più che darlo in concessione, dovrebbe farsi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile. Questo offrirebbe tante opportunità consentendo di diminuire enormemente i costi per le imprese». Per la filiera florovivaistica Biscioni vorrebbe una task force che si dedicasse ai finanziamenti europei e assegna un ruolo prioritario alla ricerca, che «è alla base di tutto, anche se poi va trasferita ai produttori». Biscioni vorrebbe anche un ufficio statistico capace di «anticipare la domanda per capire qual è l’offerta florovivaistica più giusta da proporre al mercato». «Bisogna lasciare spazio alla libera iniziativa e alla creatività individuale degli imprenditori – ha sottolineato -, ma ci vuole anche una comunione di intenti e quindi a volte qualche accordo sulle produzioni può essere utile».
A proposito del business park, ha detto che «bisogna comunicare con i cittadini e sentire le loro esigenze […], ma non possiamo pretendere che un’area come quella sia a cemento zero, perché qualche attività industriale a basso impatto ambientale e di limitata estensione ci vuole, perché può sorgere la necessità di diversificare l’economia». Infine sul progetto del parco di Pinocchio e sull’Expo ha affermato che «dobbiamo arrivare a offrire ai turisti pacchetti completi in cui ci sia la navetta per Collodi e Pinocchio accanto ad altre cose. A tal fine ci vuole un nuovo confronto con la fondazione e una rivalutazione del progetto». «Anche all’Expo – ha concluso Biscioni - non possiamo promuovere solo il garofano di Pescia, ma un pacchetto che comprenda tutto quanto ha da offrire il territorio: dalla Valleriana fino alla città della fiaba».
Oreste Giurlani, candidato della coalizione di centrosinistra, ha esordito parlando subito del progetto di business park: «quando scoprii che gran parte del territorio agricolo rischiava di essere trasformato in capannoni industriali ho avuto subito una reazione di rifiuto. Un simile progetto denota la scarsa attenzione che negli ultimi anni c’è stata per il settore agricolo, perché costruire in quella zona agricola quella quantità di capannoni industriali penso sia inaudito. Al punto che, se vinco le elezioni, una delle prime cose che farò sarà una variante urbanistica per togliere tutte le costruzioni industriali da quell’area. Noi abbiamo bisogno di valorizzare l’agricoltura con un piano strategico e in collegamento con tutti i livelli istituzionali, in particolare la Regione, che in questo settore è essenziale». Ciò non significa penalizzare l’industria: «se c’è qualcosa di industriale da fare, è il completamento dell’area industriale di San Piero e poi il recupero di alcune costruzioni industriali della Valleriana, che tra l’altro possono contare su varie forme di agevolazioni. Se poi ci saranno aziende che vogliono costruire industrie, visto che Pescia ha una vocazione agricola ma ci troviamo nella Valdinievole con altri Comuni intorno, si faranno accordi di programma con tali comuni limitrofi per agevolare gli eventuali investimenti dei nostri industriali».
«Oggi l’agricoltura regge meglio di altri settori – ha continuato Giurlani –. Non so se esiste nel Comune di Pescia un ufficio tecnico per l’agricoltura in grado di dare risposte alle aziende in coordinamento con le associazioni di categoria e secondo un piano strategico, ma è quello che ci vorrebbe». «Quando Salvadori [l’assessore regionale all’agricoltura, ndr] è venuto a Pescia – prosegue  Giurlani - e ha detto, anche in seguito a mie richieste, che metterà circa 7 milioni per i Pif (Piani integrati di filiera) del florovivaismo, ha fatto capire che la Regione è disponibile ad accogliere suggerimenti sulle regole per l’accesso ai finanziamenti dei Pif che siano adatte al settore floricolo, perché non possono essere identiche a quelle di altri settori agricoli con esigenze e caratteristiche diverse. Allora oggi questa è la sfida che ci attende. Mefit e le associazioni di categoria devono mettersi intorno a un tavolo e determinare in che direzione investire per garantire un futuro all’ortoflorovivaismo. E bisogna che il piano tenga conto delle esigenze di tutti: piccole e grandi imprese. Se le regole di accesso saranno giuste, tutti ci potranno partecipare, con il sostegno ad hoc anche degli istituti di credito. Abbiamo davanti quattro mesi fondamentali, perché i bandi usciranno intorno ad ottobre».
Sul mercato dei fiori di Pescia, «ad oggi un progetto vero non c’è» dice Giurlani, che aggiunge: «con l’istituzione dell’azienda speciale Mefit si è fatto un piccolo passo avanti e si è tornati alla normalità in un mercato che, a causa del commissariamento, era diventato un Bronx. Bisogna insieme alla Regione studiare una volta per tutte qual è il progetto di rilancio e quali sono quelle attività che possono far sì che il mercato, una volta messo a norma e sistemato, possa andare avanti con le sue gambe. Perché non ci si può permettere che ci sia una struttura come Mefit che si rimette a norma e poi dopo 3 anni è magari in una situazione di deficienza di manutenzione e gestione. Le domande sono: basta la floricoltura? Che modifiche sono necessarie per un allargamento all’orto-florovivaismo? Tutto ciò non basta? Ci si vuole fare anche qualche altra cosa? Bene: quale cosa abbinarci in modo da non creare problemi ai floricoltori che già ci sono? L’edificio ha un costo di manutenzione molto alto. Noi dobbiamo trovare la maniera, insieme ai privati, di fare un progetto sostenibile. La Regione ha ribadito la disponibilità a metterci 10 milioni, ma ce li mette quando viene presentato un progetto preciso. Però la priorità è il settore ortoflorovivaistico in sé, poi viene il resto. Ci si fa lo sport o i congressi? Rossi ha detto chiaramente che il ruolo preminente, rispetto a Viareggio, lo avrà il mercato di Pescia e a questo proposito un ruolo essenziale lo avrà il distretto floricolo Lucca Pistoia, che non ha funzionato per colpa degli enti locali, che sono stati latitanti».
«Pescia è floricoltura e ortoflorovivaismo – ha detto poi Giurlani – ma anche montagna e sviluppo rurale: ci sono delle aziende e degli agriturismi (alcuni peraltro abusivi, e ci sarà da fare controlli in proposito) e cooperative di boscaioli. Ebbene, per costoro bisogna agevolare la multifunzionalità. A costo di battere i pugni contro l’Asl quando oppone troppi cavilli burocratici su certe attività».
Sulle tasse Giurlani ha sostenuto che «se si imposta un piano strategico per il rilancio del settore florovivaistico e agricolo è logico che dobbiamo adeguare le tasse. Il Comune di Pescia ha le tasse fra le più alte del mondo. Già ora l’Imu, dove viene pagata, è alta. E l’addizionale Irpef è allo 0,8%, il massimo consentito, e, cosa più grave, non ci sono gli scaglioni in base al reddito. Chi andrà a governare il Comune dovrà entro il 31 luglio predisporre il bilancio preventivo 2014 e in esso dovrà introdurre i nuovi regolamenti di Tasi, Tari e Imu (l’Iuc). Bisogna subito aprire un tavolo per fare in modo che sulla parte agricola ci siano delle riduzioni sulla Tasi e non sarà un lavoro semplice. Idem per la Tari. Dobbiamo portare equità e perequazioni, con apposite agevolazioni e sgravi fiscali».
Giurlani ha infine parlato di Expo e Pinocchio, ricordando che «la Regione ha inserito Pinocchio, anche su mia sollecitazione, come Cicerone dell’Expo per la Toscana. Questo significa che nel periodo in cui la Regione sarà a Milano per con il suo stand sarà Pinocchio a presentare i prodotti della nostra regione». «Noi dobbiamo portare in Toscana – ha precisato Giurlani -, oltre ai turisti, gli stakeholder e quelli che fanno opinione. La Regione prevede di organizzare 7 eventi in Toscana durante l’Expo. Ci dovremo impegnare affinché uno dei 7 sia in Valdinievole, per essere per un giorno nelle cronache internazionali».
Infine, rispetto al progetto del Parco di Pinocchio, si è limitato in questa occasione a osservare: «oggi quando uno arriva a Pescia non trova nemmeno una navetta che lo porti a Collodi, una cosa scandalosa». E nel parlare del mercato a km 0 di Campagna amica ha fatto cenno alla possibilità di trovare fondi europei per recuperare il vecchio mercato dei fiori trasformandolo in una piazza coperta.

Redazione Floraviva