Col prezzo del rosmarino avviato il patto di filiera sulle piante aromatiche liguri

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patto di filiera sulle piante aromatiche liguri

Il 2 dicembre ad Albenga, in un incontro in cui sono stati presentati i risultati della mappatura della produzione florovivaistica ingauna ad opera del CeRSAA, il primo passo del percorso verso un patto di filiera delle piante aromatiche in vaso della Liguria: stabilito il prezzo minimo di riferimento del vasetto di rosmarino, pari a 71 centesimi per vaso da 1/1,20 litri. Nella piana di Albenga 1.169,80 ettari di coltivazioni in pieno campo e circa 276 in serra: l’aromatica n. 1 è il rosmarino con «34 milioni di pezzi» e fra le piante da fiore le margherita con «24 milioni di pezzi prodotti».     


La sigla ufficiale del primo passo di un accordo di filiera triennale sulle piante aromatiche liguri e la presentazione dei dati ufficiali della produzione florovivaistica ingauna (cioè di Albenga) a seguito della mappatura effettuata dal Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola della Camera di Commercio Riviere di Liguria (CeRSAA). 
Questi, sintetizzando quanto riferito oggi dal notiziario del Distretto florovivaistico della Liguria Flornews, i due momenti centrali dell’incontro tenutosi il 2 dicembre scorso ad Albenga, presso la Cooperativa L’Ortofrutticola, a cui sono intervenuti importanti protagonisti del florovivaismo e delle istituzioni liguri per confrontarsi sulle sfide della loro filiera florovivaistica - e in particolare del comparto delle piante aromatiche in vaso, tra sostenibilità, tracciabilità e competitività al cospetto dei costi produttivi in netto aumento - e su strategie coordinate per valorizzare il settore.
«In un contesto di ripresa economica, ma anche di incremento dei costi di produzione – era stato anticipato dal CeRSAA nel comunicato di invito del 26 novembre all’incontro del 2 dicembre - si deve seguire una strategia attraverso obiettivi di breve periodo (garantire la corretta remunerazione) e di lungo periodo (garantire la competitività). Se da un lato, infatti, è necessario che tutta la filiera di produzione e di commercializzazione riconosca la necessità di confrontarsi sui costi di produzione, è fondamentale introdurre contenuti innovativi nei prodotti florovivaistici, proprio al fine di sostenere la loro redditività e la competitività sui mercati di riferimento». In questo modo, facendo leva su alcune misure del PSR della Liguria, «si è ritenuto di partire dalla produzione del rosmarino in vaso, a cui applicare uno schema che andrà propagato per le altre produzioni: individuare e analizzare i costi di produzione, proporre, conseguentemente, un prezzo vendita di riferimento da riconoscere al produttore, stabilire su quali innovazioni di prodotto o di processo produttivo puntare. La finalità ultima è la realizzazione di un Accordo di Filiera, capace di riunire attorno a sé le migliori risorse umane, scientifiche e tecnologiche, al fine di rendere possibile il rinnovo delle opportunità di business nel futuro».
Si è giunti così il 2 dicembre alla «presentazione del Patto di Filiera, che avrà una durata di tre anni, ed alla sua firma». «E’ stato fondamentale – ha sottolineato il direttore del CeRSAA Giovanni Minuto -  trovare regole condivise, con un ragionamento che è iniziato ora ma continuerà nel tempo».
Gli strumenti specifici al raggiungimento dello scopo dell’accordo sono:
- 1) strumenti per raggiungere gli obiettivi di breve periodo:
definizione del prezzo minimo consigliato delle piante aromatiche in vaso di volume 1,20 litri circa per l’annata 2021/22.
- 2) Strumenti per raggiungere gli obiettivi di lungo periodo:
2.1 definizione dei costi di produzione di alcuni, principali, prodotti florovivaistici in vaso su cui basare le strategie di prezzo future entro il giugno 2022;
2.2 stabilire le innovazioni di mercato su cui puntare;
2.3 definire le politiche di valorizzazione connesse con l’innovazione di prodotto.
Il primo step di questo accordo è stata la definizione, accettata il 2 dicembre dai firmatari, del prezzo di riferimento per il vasetto di rosmarino, «la specie aromatica più importante in termini di produzione, per poi applicare e sviluppare in futuro lo schema anche per le altre aromatiche. Il prezzo minimo a cui produttori si impegnano a vendere e i commercianti a comprare è di 71 centesimi per vaso di rosmarino del volume di 1-1,2 L».
Un accordo, come ha sottolineato Minuto, che era «atteso da più di 30 anni» e rappresenta «un rilevante passo avanti verso il miglioramento della gestione della produzione florovivaistica ingauna», dal momento che le aziende firmatarie accettano di partecipare all’avvio di un processo d’innovazione in termini di sicurezza, sostenibilità e tracciabilità e di perseguire obiettivi che permettano di «sostenere i prezzi alla produzione dando valore a quest’ultima, di conoscere le capacità produttive e di condividere investimenti in innovazione».
E a proposito di conoscenza delle capacità produttive, durante l’incontro del 2 dicembre, il direttore Giovanni Minuto ha illustrato anche i risultati di un importante lavoro svolto nei mesi scorsi per mappare la produzione florovivaistica della piana ingauna e avere finalmente dei dati ufficiali precisi, presupposto ineludibile per pianificare le strategie.
In sintesi, è venuto fuori che la piana di Albenga «produce il 20% del totale della produzione florovivaistica di piante in vaso in Italia. 1.169,80 ha (stimati) rappresentano la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) in pieno campo, mentre una percentuale molto inferiore, circa 276 ha rappresentano la SAU in ambiente protetto». Scendendo nel dettaglio, «la maggior parte della SAU è occupata da colture a ciclo primaverile (circa 1047 ha), il restante è suddiviso tra colture a ciclo invernale ed estivo (circa 144 ha) e colture arboree (circa 247 ha). Nel 2021 abbiamo sfiorato i 150 milioni di vasi prodotti prevalentemente di colture primaverili».
Sul podio delle piante aromatiche più coltivate troviamo:1) rosmarino in tutte le sue forme (con oltre 34 milioni di pezzi), 2) lavanda e 3) timo.
Per le piante da fiore la parte del leone la fanno le margherite, con 24 milioni di pezzi prodotti, seguite, con numeri molto inferiori, da ciclamini, crisantemi e Stelle di Natale.
Ulteriori informazioni sull'incontro qua.


L.S.