
L’appello del presidente nazionale Dino Scanavino: «Diamo un aiuto concreto ai produttori del Centro Italia, comprando e consumando cibi delle aree colpite dal sisma. Si tratta di un gesto solidale fondamentale per far ripartire l’economia agricola di Marche e Umbria, che vale oltre 4,5 miliardi». Cia promuove sul suo sito i prodotti enogastronomici dei territori colpiti dal terremoto, sostenendo l'acquisto diretto presso le aziende.
Si avvicina Natale e gli italiani si incontreranno per giorni attorno alla tavola. Si calcola che ogni famiglia nel periodo delle festività spenderà, in media, una cifra vicina agli 800 euro. Tra cibi e bevande si muoveranno circa 3 miliardi. Ma quest’anno il Paese ha dovuto fare i conti con il dramma del terremoto, prima nel Lazio, poi in Umbria e nelle Marche.
Tutti
territori vocati all’agricoltura e
alla produzione di cibo ora in
ginocchio:
aziende colpite,
danni incalcolabili e
soprattutto la
difficoltà di rimettersi subito in
moto per far
ripartire l’economia.
Da qui
l’impegno della Cia-Agricoltori italiani che ha
messo in
campo moltissime attività e
azioni solidali per
aiutare concretamente i
produttori colpiti da questo dramma. Prima
il “kit
amatriciana solidale” (
10mila confezioni realizzate e
tutte distribuite), poi le
casette mobili donate
agli agricoltori terremotati per
lasciarli vicino alla proprie aziende e
ai propri animali,
dando continuità al
lavoro.
Adesso,
attraverso il sito di Cia,
un’apposita sezione dedicata che promuove i
prodotti enogastronomici dei territori colpiti di Marche e Umbria,
sostenendo l'acquisto diretto presso le
aziende agricole che non
hanno più un
circuito di vendita e
comporli in un box
dell’Appennino.
«Sarebbe importantissimo per quest’anno -afferma il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino- mettere da parte qualche abitudine e tradizione. Faccio un appello agli italiani di scegliere, nei giorni di festa, cibi agricoli del Centro Italia, magari al posto o in aggiunta di ostriche e salmone. Se ogni famiglia consumerà almeno un prodotto dell’Appennino darà un contributo fattivo alla ripresa di quei territori sfortunati. Sosterrà aziende e allevatori che vogliono rimanere sul territorio per ricostruire, contribuendo a ‘salvare’ un sistema agricolo straordinario che, tra produzione e valore aggiunto, vale oltre 1,5 miliardi di euro in Umbria e quasi 3 miliardi nelle Marche».
«Molti colleghi hanno perso tutto -prosegue Scanavino- casa e attività. Noi dobbiamo sostenerli con tutti i mezzi possibili, anche con gesti semplici. Si tratta di regioni che dispongono di un patrimonio enogastronomico di grande tradizione e qualità. Vi invito a sentirvi tutti umbri e marchigiani durante le festività condividendo a tavola i loro piatti tradizionali. A Capodanno, accanto alle lenticchie, mettiamo nei nostri menù pasta alla norcina e timballo ascolano».
Redazione