Produzionedimezzata in Toscana: clima, cinipideedungulati le cause. Le ripercussionisututta la filiera e sulfuturo del territorio. L’analisidiColdiretti e AssociazioneNazionaleCittà del Castagnochechiedonopiùcontrollisullaprovenienza del prodotto. Preoccupano le importazionimassiccedaCina e Turchia. Coldiretticonsigliadiacquistareprodotto locale e dipartecipareallesagre.
La Toscanaconfermailprimatodellaqualità con ben 5 tipi dicastagnechehannoottenutoilriconoscimentoeuropeo, ma ilraccoltosaràancoramagrissimo. L’andamentoclimaticounitoall’aggressione del cinipidegalligeno e per la prima voltaancheallapresenzamassicciaedevidentedegliungulaticondizioneranno, anchequest’anno, la castanicolturatoscana con raccoltidimezzati e perditediprodotto con punte, in alcunearee, finoal60%. Andràperòmegliorispettoalloscorsoanno dove ilcrolloavevaraggiuntoancheil 90%. A fornireunaprimoquadroèColdiretti (info su www.toscana.coldiretti.it) sulla base dellaprevisionidell’AssociazioneNazionaleCittà del Castagno. Sonolontaniquindi i bei tempi in cui i 16milaettaridicastagnetidafrutto (datidellaRegioneToscana) regalavanofino 24 milatonnellateframarroni e castagne.
Dasempreprodottocaratterizzantel’economiaagricolaautunnale, la castagna ha costituito un fondamentaleelemento per la sopravvivenzadellefamiglie. Moltideiprodottitradizionaliregionalicensitiancoraoggiderivanodacastagne, marroni e farine e rappresentanoalcunedelleeccellenzegastronomicodellatoscana come ilcastagnaccio, la maroccadiCasola, la pattonadiComanocosì come moltipiattidellatradizione, dallecaldarroste al castagnaccio. Ad incideresullamancanza del prodottosonostati – spieganoColdiretti e AssociazioneNazionaleCittà del Castagno – la piovositàprolungata in primavera, durante la fiorituradeicastagni, con dilavamento del polline e difficoltànellaallegazione, conseguenteritardonellaformazionedeifrutticiniunita ad un’estatecalda con continua ventilazionediventidaNord (tramontana) con disidratazionedeiricci, e rallentamentonell’ingrossamentodeglistessi. L’annataèstatacaratterizzata – proseguonoColdiretti e AssociazioneNazionaleCittà del Castagno – da un forte sfarfallamentodellaCydiaprecoce del castagno (Pammenefasciana) che ha contribuitoallacadutaprecocedipartedeipiccoliricci. Ad incideresull’annatadipassione del settore, la presenzafuoricontrollodegliungulati: cinghiali, caprioli e cervichesicibanodellepoche e buonecastagnecadute a terra.
La ridottaproduzione locale ha provocato la massicciaimportazionediprodottidall’esterochesonocresciute del 20% neiprimisettemesi del 2013 dopochenel 2012 eranopraticamenteraddoppiaterispettoall’annoprecedente e quasi triplicate rispetto al 2010. Il risultato - precisa la Coldiretti - èunostoricosorpasso con gliitalianichehannopiù del 50% diprobabilitàditrovarsinelpiattosenzasaperlocastagnestraniereprovenientisoprattuttodallaSpagna, dalPortogallo, dallaTurchia e dalla Slovenia. Eccoperché se non sivuolecorrereilrischiodiacquistarespesso a caroprezzocaldarrostestraniere in venditanelcentrodellecittà, Coldirettiinvita i consumatori a prestareattenzioneallaqualità e suggeriscediricorrere a un piùgenuinofaidatecasalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costiaccessibili. Meglioallorafrequentare le sagre in programma in questesettimane in tuttaToscana dove èpossibile fare buoniacquistidialtaqualitàoppurerivolgersialleimpreseagricole e riscoprireil gusto dipartecipareneiboschiallaraccoltadellecastagne.
Se dalpuntodi vista quantitativo la situazioneèpreoccupanteilprimatoitalianoèconfermato - continua Coldiretti - dallapresenzadi ben cinque tipi dicastagnechehannoottenutoilriconoscimentoeuropeo: ilMarrone del MugelloIgp, ilMarronediCaprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte AmiataIgp, la Farina diNecciodellaGarfagnanaDop e la Farina dellaLunigianaDop,l’ultima in ordinecronologico ad esserestatariconosciuta. Nellalistavainserito, tra le eccellenzed’autunno, ilmieledicastagnoDopdellaLunigiana. Ma a rischio non c’èsolamente la perdita del prodottocastagnechedannooccupazione a diverse migliaiadipersone. Nonostanteche la castanicolturaToscanasia a maggioranza “part time”, la pochezzadiproduzione ha effettisull’abbandonodeicastagnetidapartedeicastanicoltori, con conseguenzedisastrose per ilmantenimento del territorio, l’integrazione al reddito e allacontinuitàdellasuapresenzaneiterritorimarginali e montani.
Per queste motivazioni, ricorda Coldiretti, è necessario che le Istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane.