Innovazione Agricola: Verso un Futuro Eco-Sostenibile?
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in Editoriali
Nel panorama agricolo italiano, stiamo assistendo a un interessante anche se lento cambiamento. Tecnologie all'avanguardia, come il vertical farming, e soluzioni per un approvvigionamento energetico sostenibile, oltre a ripensare la catena del valore e logistico distributiva, stanno guadagnando terreno e attirando significativi finanziamenti. Tuttavia, l'andamento complessivo del settore agricolo nazionale mostra segni preoccupanti di deterioramento.
Dopo una serie di riduzioni del valore aggiunto agricolo negli ultimi quattro anni, anche nel primo trimestre del 2023 si è registrato un calo tendenziale di oltre il 12% rispetto all'anno precedente. Questo trend negativo contraddice l'andamento dell'intera economia, che nel medesimo periodo ha mostrato una crescita costante.
L'introduzione di modelli innovativi diventa quindi fondamentale. Questi modelli, che riporto di seguito a titolo d'esempio, hanno catturato l'attenzione di investitori e istituti di credito, segnalando così un crescente interesse per il futuro dell'agricoltura e per le nuove tecnologie che possono trasformarla.
Focalizzandoci su due di questi modelli, il vertical farming anche se già ampiamente usato all'estero, implica la coltivazione di piante in spazi verticali anziché su terreni orizzontali. In Italia, aziende come Agricola Moderna, Planet Farms e Kilometro Verde hanno adottato queste tecnologie e stanno ottenendo significativi finanziamenti. Banca Intesa, Unicredit e Sace hanno recentemente investito 10 milioni di euro in Agricola Moderna e 17 milioni in Planet Farms. Kilometro Verde invece ha ottenuto un finanziamento di 6 milioni da Ismea.
Nel settore dell'approvvigionamento energetico, spicca invece l'investimento di Fri-El Green Power in un impianto di geotermia, destinato a alimentare i propri impianti idroponici noti come Fri-El Green House. Questo ambizioso progetto, dal valore di 220 milioni di euro, potrebbe valere almeno 4 miliardi entro il 2030 (fonte FORTUNE).
Tuttavia, il settore primario italiano, come preferisco chiamarlo, sta anche affronta importanti sfide legate alla catena di approvvigionamento, che ha subito un aumento dei costi nei trasporti e nei concimi che ad esempio hanno pesantemente penalizzato i prodotti della IV gamma, ma anche dell'agroalimentare in genere. Questo ha portato a una crescente consapevolezza dell'importanza di una catena logistica più efficiente e sostenibile e ha spinto verso la rivalutazione di forme di economia circolare più vicine al consumatore.
Mentre il settore primario italiano esplora questi nuovi orizzonti, è fondamentale mantenere un approccio ponderato. Dobbiamo rimanere attenti alle opportunità che queste innovazioni possono offrire, senza trascurare le implicazioni per l'ambiente e l'economia agricola tradizionale, e quindi per l'intero settore primario.
Andrea Vitali