Boom della floricoltura campana tra festa di S. Valentino e della donna
-
in Brevi
Il Consorzio Produttori Florovivaisti Campani registra «produzione in crescita» e «boom di acquisti» per i «fiori made in Campania». Il presidente del Consorzio Malafronte segnala nella «regione leader in Italia per la produzione di fiori recisi» che la mimosa sta conquistando sempre più spazio nella produzione.
Sospiro di sollievo per il florovivaismo e più nello specifico la floricoltura della Campania. Dopo un 2020 da dimenticare, una crisi pandemica che ha fatto sentire il suo peso anche sulla produzione e commercializzazione del comparto florovivaistico, nelle ultime settimane si sono registrati segnali di ripartenza. Un trend che ha avuto inizio con il tradizionale appuntamento di San Valentino e che sta facendo registrare un boom di acquisti anche in vista della Festa della Donna.
Secondo Vincenzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani, in queste settimane «abbiamo registrato un sostanziale aumento degli ordinativi, questo ci fa ben sperare». Nella Campania, regione leader in Italia per la produzione di fiori recisi, la mimosa pian piano sta conquistando sempre più spazio nella produzione. «Da qualche anno gli ettari di produzione di mimosa sono in aumento anche nella nostra regione – spiega Malafronte -. Accanto alla mimosa, però, abbiamo registrato un aumento di vendita anche per altre varietà made in Campania, quali gli anemoni, i ranuncoli, le gerbere ed i garofani, tanto per fare quale esempio».
La scelta non manca quindi e l’imminente Festa della Donna, come conferma lo stesso presidente del consorzio: «va oltre le aspettative del settore. Nonostante la crisi pandemica in queste settimane abbiamo venduto milioni di steli. Aumenta la produzione a fronte di un miglioramento della qualità dei nostri prodotti. I fiori Made in Campania sono sempre di più apprezzati e riconosciuti sia sul mercato nazionale che internazionale. La Campania del florovivaismo è una realtà da primato. Una produzione d’eccellenza che va difesa, tutelata e valorizzata». «Anche in questo modo – conclude Malafronte - possiamo uscire dalla crisi sociale, economica e sanitaria che stiamo vivendo».
Redazione