Nelken: il Balletto Agrodolce di Pina Bausch tra Fiori e Emozioni
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in Ispirazioni
"Nelken", il celebre balletto di Pina Bausch creato nel 1982, fonde danza, fiori e emozioni in uno spettacolo indimenticabile e commovente.
Creato nel 1982, "Nelken" (Les garofani) è diventato negli anni una delle creazioni emblematiche di Pina Bausch. Ma questo balletto agrodolce con il suo decoro indimenticabile (un campo di finti garofani) porta abbastanza aneddoti da essere entrato nella leggenda della danza del XX secolo. E oltre. C'è questa aiuola ovviamente, migliaia di garofani come un mare dai toni rosa. Questi balli che sono tante offerte. Sulle note di "The Man I Love", andiamo con una canzone di gesti. E alla fine è al pubblico che chiediamo di entrare in ballo. Un altro picco di "Nelken": un uomo in tunica che eseguirà figure classiche senza fiato.
"Nelken" è un vertiginoso pezzo di teatro-danza. "Alcune cose possono essere rappresentate solo attraverso la danza, altre attraverso le parole", afferma la ballerina Julie Shanahan. "Quando sono sul set, entrambi sono un modo naturale per toccare gli spettatori. Le parole creano un legame diretto con il pubblico; E la danza susciterà qualcosa di più profondo come un linguaggio del cuore con tutti i suoi desideri e sentimenti".Questa creazione di Pina Bausch sembra quindi un ottovolante, che porta lo spettatore molto lontano, molto in alto. C'è la calma dei fiori, la minaccia dei cani in agguato. Senza dimenticare la bellezza dei giri disturbati solo da risse tra stuntman.
Pina Bausch (scomparsa nel 2009) non ha mai smesso di raccontare questo mondo che cambia. E chi è nostro. Lo dice solo con fiori e balli. " Nelken " è questo meraviglioso regalo che ci lascia.
Conosciuta come una delle più grandi coreografe del nostro tempo, Pina Bausch ha influenzato in modo decisivo l'evoluzione della danza su scala internazionale. Il suo Tanztheater Wuppertal, con il celebre " Nelken ", continua a emozionare il pubblico e a trasmettere un messaggio di poesia e bellezza in un mondo che cambia.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin