Un bosco a uso commemorativo (con alberi come tombe) in Liguria
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E’ attivo dal 10 ottobre il crowdfunding da 10 mila euro della cooperativa Boschi Vivi di Genova: 30 giorni per riqualificare a uso commemorativo il primo bosco a Martina-Urbe (Savona) e avviare altri progetti simili. Con donazioni sopra certe soglie si possono acquistare gli “alberi tombe” per le proprie ceneri. La presidente Lovens: no ai fiori o alle piante fiorite, solo piccole targhe perché il bosco deve restare naturale.
Un'alternativa al tradizionale sistema cimiteriale che permette l'interramento delle ceneri in area boschiva, con intitolazione di un albero, scelto in vita dall'interessato.
E’ il core business della cooperativa genovese Boschi Vivi, nata nel 2016 con l’intento di introdurre in Italia il modello di green burials (sepolture verdi) applicato con successo in Germania e nei paesi anglosassoni. Una gestione del bosco a scopo commemorativo «nel rispetto della persona, del territorio e della natura», che consente di rigenerare aree forestali, custodirle e monitorarle, nonché renderle fruibili alle comunità.
Boschi Vivi ha acquistato la sua prima area boschiva nel 2017. Si tratta di un bosco di 11 ettari nell’entroterra di Genova, nel Comune di Urbe, tra Sassello e Tiglieto, precisamente in località Martina d’Olba, con tutte le carte in regola per diventare il primo “Bosco Vivo” gestito dalla cooperativa in funzione cimiteriale. Subito dopo l’acquisto, sono iniziati i lavori di individuazione e tracciamento dei confini e le prime operazioni di selezione degli alberi che saranno destinati ad accogliere le ceneri degli aderenti al progetto e a fungere da memoriale. Il bosco sarà inaugurato nella primavera del 2018.
Adesso, da ieri, è attiva una campagna di crowdfunding, che scade il 10 novembre 2017 e ha l’obiettivo di raccogliere 10.000 € per finanziare i lavori di riqualificazione ambientale del bosco di Urbe e permettere la replicabilità del progetto in altre aree dell’Italia. Nel momento in cui scriviamo sono già arrivate donazioni per 1.326 euro da 11 finanziatori. Le donazioni possono essere di varie entità e, come ci ha spiegato Anselma Lovens, presidente di Boschi Vivi, «chi dona scegliendo il reward (la ricompensa) di un albero o di un posto, questa primavera potrà visitare il bosco e scegliere l’albero tra quelli selezionati. Il prezzo dell'albero è molto scontato (50% o più di sconto) se acquistato tramite campagna, come si può vedere nella colonna a destra nella pagina del sito della piattaforma di crowdfunding scelta. Chi dona scegliendo altro reward potrà in futuro venire a scegliere un albero ed acquistarlo (a prezzo pieno, in questo caso)».
Ma a parte la campagna di finanziamento, come funziona esattamente il servizio di Boschi Vivi? «Gli interessati – risponde Anselma Lovens - potranno contattarci per prenotare una visita dedicata presso il bosco. Accompagnata da una guida, la persona potrà scegliere l’albero più adatto alle proprie esigenze, che costituirà il luogo di interramento delle proprie ceneri. Le quote degli utenti serviranno a garantire la continuità nel lungo periodo della manutenzione e del presidio del bosco. Si paga una tantum al momento della scelta dell'albero (prenotabile per alcuni giorni in attesa di bonifico). Si firma un regolare contratto che dura 99 anni dall'inizio del progetto, e si consegna congiuntamente anche la dichiarazione di volontà di dispersione delle ceneri. Solo nel caso della parte per animali c'è un turnover (contratti di 5 anni rinnovabili)».
Infine, curiosità del cronista di Floraviva legata anche al fatto che il servizio di Boschi Vivi nasce in un territorio ad alta vocazione floricola come la Liguria, come può essere legato simbolicamente l’albero ai defunti? «C'è una piccola targa facoltativa di forma, colore e dimensione standard per mantenere il bosco il più possibile simile ad un bosco normale – risponde Anselma Lovens -, non ci sono lapidi né fiori recisi, né orpelli di altro genere». E se uno desidera, anche senza arrivare ai fiori recisi o alle piante in vaso fiorite, almeno piantare in terra vicino al proprio albero una pianta fiorita, è possibile farlo o prevedete che possa esserlo in futuro? «No, perché 1) sarebbe troppo complesso gestire le richieste di tutti (da una piantina fiorita all'albero di natale è un attimo) e 2) ci sono rischi di immettere specie non autoctone e potenzialmente infestanti nel bosco. E poi, soprattutto, chi sposa questa idea si presuppone apprezzi il bosco per come è, nella sua naturalezza. Infatti parliamo sempre di bosco e non di “parco”. Anche all'estero abbiamo visto progetti che sono molto rigidi su questo, perché ogni distorsione rende tutto troppo pacchiano e presto gli orpelli diventano spazzatura da gestire. Però siamo aperti ad altre formule, ad esempio in area lombarda abbiamo in mente anche un progetto di riforestazione (ancora in fase progettuale però)».
Lorenzo Sandiford