Inaugurazione dell’Expo: l’agricoltura come volano economico
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Oggi all’apertura dell’Expo Rurale a Firenze, l’assessore regionale Salvadori ha affermato che «l’agricoltura può essere al centro di un nuovo modello di sviluppo» in cui si possono integrare gli altri settori. Le dichiarazioni dei presidenti regionali di Coldiretti, Cia e Legacoop Agroalimentare, dell’assessore della Provincia di Pistoia Mari e della preside dell’Istituto agrario Anzilotti di Pescia.
«L’agricoltura sarà il motore di un nuovo sviluppo, uno sviluppo concreto, dopo il fallimento dell’economia di carta che ha segnato gli ultimi 20-30 anni. Noi oggi siamo qua per presentare a tutti questa opportunità, forti delle nostre radici e dei nostri prodotti, che sono eccezionali. Siamo consapevoli dei problemi, che sono tanti, ma sappiamo guardare al futuro».
Lo ha dichiarato oggi l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, inaugurando la seconda edizione di Expo Rurale al parco delle Cascine di Firenze (vedi nostro articolo "Buon cibo in primo piano nell'iperfattoria dell'Expo Rurale"). Un’iniziativa, ha detto Salvadori, che «serve per presentare al mondo quello che l’agricoltura toscana rappresenta. Oggi infatti noi testimoniamo quanto la Toscana sia proiettata nel mondo e l’agricoltura contribuisce in maniera fondamentale all’immagine della Toscana nel mondo. Dobbiamo sostenere la voglia di fare impresa in agricoltura e la voglia di innovare dei nostri imprenditori, una voglia che è ben rappresentata dal fatto che in Toscana siamo riusciti a stimolare investimenti per oltre 350 milioni di euro».
Siamo «una regione – ha aggiunto l’assessore - che si proietta verso Expo 2015 a Milano dimostrando con chiarezza che siamo in grado di coniugare storia, tradizione e grande innovazione. Proprio oggi abbiamo concluso positivamente un accordo con 21 regioni europee per andare a costruire un partenariato europeo sull’innovazione e la ricerca». Più in generale l’intento è «costruire sulla qualità dei nostri prodotti, che non sia più solo organolettica ma certificata scientificamente».
«Oggi l’agricoltura – ha continuato - può essere al centro di un nuovo modello di sviluppo. Fondamentale per costruire intorno a sé un processo che permetta di riaggregare manifatturiero, turismo, servizi, energia, tutela e valorizzazione dell’antropizzazione dei territori montani e marginali. E’ quindi un’attività che veramente può dare un grande futuro alla Toscana». «Se guardiamo solo il Pil agricolo – spiega - è intorno al 4%, ma se sommiamo al Pil agricolo tutti gli effetti che l’agricoltura ha sul turismo, sull’ambiente, sul paesaggio, sull’energia, noi andiamo sicuramente a cifre molto superiori. Ma io andrei oltre all’idea di Pil, perché oggi dal Pil e basta non si può desumere la vera condizione di vita di una regione. Noi dobbiamo parlare di lifestyle, di stile di vita, di buon vivere toscano, che è quello che permette l’attrazione in Toscana di tanta gente e permette di essere considerati come punto di riferimento in giro per il mondo. Su questi aspetti l’agricoltura è il fattore che mi permetto di definire essenziale».
All’inaugurazione erano presenti tutte le organizzazioni professionali ed economiche del settore agroalimentare. «Questa edizione – ha sostenuto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti regionale - è una testimonianza di come ci sia ancora una grande vitalità nel patrimonio rurale della Toscana. C’è bisogno di chiudere le filiere, c’è bisogno che ai consumatori sia fatta chiarezza sui prodotti che consumano. E credo che questa vetrina che si svolge in questi tre giorni qui a Firenze al Parco delle Cascine testimoni la necessità di tutti gli operatori della filiera di fare massa critica in un momento di difficoltà e di valorizzare i veri prodotti del territorio». Per Giordano Pascucci, presidente di Cia Toscana, l’Expo rurale «è un’occasione importante per valorizzare e promuovere l’eccellenza dell’agricoltura toscana. Una vetrina a Firenze che mette in sintonia quello che è il mondo della produzione con i cittadini. Per fargli conoscere non solo le eccellenze, ma le stagionalità, le caratteristiche delle nostre produzioni, degli allevamenti. Per fargli conoscere quei sapori che a volte specialmente le piccole generazioni e i bambini hanno perso e dimenticato o forse mai conosciuto». Il presidente di Legacoop Agroalimentare Toscana, Roberto Negrini, ha dichiarato che è «un’occasione importante; l’agricoltura è un settore trainante nell’economia toscana: nel momento di crisi ha saputo uscire meglio di altri settori mantenendo l’occupazione e cercando di produrre appunto prodotti che vanno in tutto il mondo. E questa è un’occasione per valorizzare la produzione toscana».
A rappresentare il territorio pistoiese c’era l’assessore all’agricoltura della Provincia di Pistoia Mauro Mari, che ha sottolineato l’importanza che l’Expo Rurale, pur essendo soltanto alla seconda edizione, ha «per mostrare al mondo attraverso il veicolo della bellezza di Firenze e del Parco delle Cascine la potenza e la potenzialità dell’agricoltura toscana». «Noi come provincia di Pistoia – ha detto -, nel riparto dei compiti, organizziamo lo stand che rappresenta le produzioni vivaistiche e ortofloricole della Toscana. Questo tipo di produzione agricola ha una rilevanza economica per la mia provincia prevalente, ma è di grande rilievo in termini economici per tutta la Toscana. Se combiniamo questo insieme al fatto che in Toscana, dico a Pistoia ma mi viene in mente anche Prato ed altre zone, purtroppo da anni il manifatturiero, che era un’altra delle eccellenze, sta piegando le gambe sotto la pressione della crisi mondiale, ecco che l’agricoltura, compresa quella che ha potenza economica rilevante come il vivaismo e la floricoltura, non è più un’attività che si va a visitare il sabato e la domenica perché sono belline le foglioline e il fiorellino, ma diventa un ambito di intervento essenziale anche per gli enti pubblici per dare un futuro economico alle nuove generazioni».
Da Pescia era venuta la preside dell’Istituto tecnico agrario Anzilotti, Siriana Becattini, che ha detto: «è importante che ci sia un riavvicinamento all’agricoltura. Ieri sera ero all’Accademia dei Georgofili alla presentazione di un libro sull’olivo e l’assessore Salvadori e il presidente dei Georgofili Scaramuzzi e il vice presidente Maracchi parlavano del fatto che nel male dell’economia italiana l’unico settore che tiene è l’agricoltura. Questo è un messaggio che deve passare ai giovani, perché i giovani hanno paura di non trovare lavoro. L’agricoltura offre delle opportunità importanti sia nel settore tradizionale sia nelle filiere dell’olio e dell’olivo, per fare un esempio, o della vite, sia anche in tutto ciò che riguarda il biologico. Quindi sicuramente ci sono degli spazi per i giovani. Basta saperli aiutare nelle scelte, formare in modo adeguato, insegnargli che l’importante è la flessibilità nella vita e a maggior ragione nel lavoro».
Lorenzo Sandiford