Il bilancio di Flormart 2012 per la floricoltura pesciatina
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Il 15 settembre si è chiuso Flormart 2012, il “Salone internazionale del florovivaismo e giardinaggio” di Padova. Hanno partecipato 150 aziende toscane, di cui 43 dal territorio Pistoiese e 15 da Pescia. Ecco un rapido reportage con minisondaggio fra le imprese pesciatine: prevalgono i giudizi negativi sulla fiera e anche sull’andamento del mercato fra i floricoltori. Ma PadovaFiere parla di esito positivo, vista anche la congiuntura economica negativa, con 24 mila visitatori e circa 1000 espositori.
Molte più tinte fosche che colori luminosi fra i floricoltori e disparità di vedute fra i due soggetti che i fiori li commercializzano: sia riguardo ai propri “risultati” che sull’organizzazione della fiera. E’ sintetizzabile così il reportage con minisondaggio fra le aziende di Pescia che Floraviva ha realizzato durante il giorno di chiusura della 63esima edizione di Flormart, il “Salone internazionale del florovivaismo e giardinaggio” di Padova che si è tenuto dal 13 al 15 settembre. E a cui hanno partecipato 150 aziende toscane (compresi quelle che non producono piante), fra le quali 43 provenienti dalla provincia di Pistoia e 15 dal territorio pesciatino.
«Non possiamo che esprimere soddisfazione per gli esiti positivi di questo Flormart, un appuntamento che, a dispetto della crisi, rimane il punto di riferimento che tutte le aziende, verso le quali va il mio particolare ringraziamento, hanno scelto come occasione per il loro business». E’ quanto dichiarato da Paolo Coin, amministratore delegato di PadovaFiere, a commento dei risultati ufficiali dell’edizione 2012 del salone, in cui si è registrata una «partecipazione, su circa 38mila mq, di oltre un migliaio di espositori», e «hanno varcato i cancelli […] 24.000 visitatori professionali di cui circa 3.000 stranieri» (l’anno scorso il numero degli espositori era, stando ai comunicati, più o meno lo stesso, mentre i visitatori intorno ai 25 mila, di cui 2500 stranieri).
Una manifestazione durante la quale, lasciando da parte per un momento le considerazioni quantitative e commerciali, sono stati assegnati numerosi premi e presentati diversi prodotti innovativi, fra cui – segnala l’ufficio stampa - un «terriccio compresso, presentato per la prima volta in Italia e in occasione del Flormart e prodotto e importato da Terriccio Pratiko di Firenze. Una tavoletta molto pratica per tutti coloro che pur amando il giardinaggio non trovano il tempo per occuparsene. Un prodotto attento alla tutela dell’ambiente visto che è composto da sole materie prime riciclabili ed è totalmente privo di additivi chimici». Fra i riconoscimenti sono da segnalare innanzi tutto i premi Fabio Rizzi: “Floricoltore dell’anno”, il più prestigioso del settore in Italia, assegnato a Luca Maffucci di Viareggio; e “Professionista dell’anno”, dato a Giovanni D’Angelo della Fondazione Minoprio. Dei premi Flormagazine, rivolti al settore dei consumatori, ricordiamo soltanto quello di un’azienda toscana della provincia di Arezzo, Centro Plast di Cortona, per una serie di vasi colorati con bordo intercambiabile. Mentre della sezione Oroflor, dedicata al settore professionale, ricordiamo il premio assegnato all’azienda francese Novozymes Biologycal France – Le Pecq Cedex – per un nuovo insetticida biologico.
Ma ecco nel dettaglio come hanno vissuto la manifestazione i titolari o rappresentanti di 9 delle 15 aziende di Pescia (includendovi Uzzano) che siamo riusciti ad intervistare in fiera sabato. Si tratta di 7 aziende che producono fiori e piante e 2 aziende leader nella commercializzazione dei fiori (Flora Toscana e Santoni). I produttori sono: Ammazzini Piante, Azienda agricola Di Vita, Franchi Bonsai, Azienda agricola Giusti, Azienda agricola Del Ministro, Marchiniabeti e Oscar Tintori Vivai. A tutti abbiamo posto le seguenti domande: 1) quali sono le novità o gli elementi caratterizzanti del vostro stand a Flormart 2012?, 2) come è andata la fiera e come giudicate l’organizzazione?, 3) quali aspettative avete nel vostro mercato di riferimento nei prossimi mesi?, e 4) a quali altre fiere parteciperete prossimamente?
«La vera novità oggi è la normalità – ha detto Nicola Eugenio Santoni, titolare dell'omonima azienda, rispondendo alla prima domanda -. E la normalità è continuare a fare una selezione di prodotti idonei per i nostri clienti (la nostra specializzazione è la grande distribuzione italiana ed estera), che abbiano un buon sell-out sugli scaffali e che siano in linea con le stagioni e con le giuste categorie merceologiche». Mentre, riguardo all’andamento della fiera e alla sua organizzazione, si è così espresso: «un mercato di professionisti seri e selezionati. Non ho visto cose goliardiche in fiera o persone che avevano voglia di scherzare. Ho visto persone concentrate sul proprio lavoro, non ci sono stati turisti, le domande sono state pertinenti. E’ stata un’occasione di incontro ottima, diciamo non solo da vivere nel senso classico clienti-fornitori, ma a tutto tondo in un concetto di rete. Quindi un giudizio estremamente positivo sulla fiera». E sulle prospettive dei prossimi mesi? «Il mercato italiano – risponde - ha dimostrato di tenere dei buoni andamenti, influenzati ovviamente dai fattori economici e come tutti gli anni da fattori di natura climatica; oltre che dagli aspetti che riguardano tutti: una crisi generalizzata di consumi. Comunque, se si sanno leggere bene le domande del mercato, possiamo tutti provare a rispondere con delle proposte adeguate». Infine, Santoni ha concluso dicendo: «noi facciamo questa fiera in Italia e una fiera all’estero, la Fruit Logistica di Berlino. Sono i nostri due appuntamenti annuali. Berlino non tanto perché in Germania, ma per tutto il nord Europa. E’ un grande punto di incontro, una vetrina ottima dove ci sono tutti i grandi interlocutori del mercato: la grande distribuzione dell’ortofrutta».
Gianluca Ammazzini, titolare di Ammazzini Piante (che produce olivi, piante da frutto, rose e altre piante), ha esordito presentando come novità di quest’anno «la nuova linea di rose che abbiamo messo in produzione: le Nirp. Stanno avendo un buon successo e noi ci crediamo». Sull’andamento della fiera e sugli eventuali punti deboli o di forza da evidenziare dell’organizzazione, afferma che «la situazione è più o meno come quella che si preannunciava. Però devo dire la verità: ci aspettavamo anche peggio. Siamo moderatamente soddisfatti». «Punti deboli ci sono – aggiunge - perché sembra che la fiera si stia lasciando un po’ trascinare da quello che è l’andamento del mercato, invece di puntare a una migliore organizzazione, perché tantissime persone che sono venute hanno notato questa disorganizzazione nel presentare gli accessi alla fiera o cose varie» che non andavano. Quali aspettative nei prossimi mesi? «La prospettiva dal nostro punto di vista – risponde Ammazzini - è che bisogna darsi da fare. E’ dura mantenere la produzione a livelli qualitativi alti e il livello richiesto è sempre più alto». Fra le fiere estere a cui sicuramente non mancherà indica Essen.
Il titolare dell’azienda agricola Di Vita Roberto di Alessio Di Vita (piante da frutto, arbusti ornamentali, olivi, mimose e agrumi), Alessio appunto, ci ha prima spiegato che la novità di quest’anno è il glicine, e qualche frutto in vaso. Per il resto «la coltivazione classica che facciamo da sempre sono gli olivi, le mimose in vaso, più qualche articolo di pianta da siepe che può essere fotinia o alloro: sempre cose classiche del territorio pesciatino e della provincia di Pistoia». Il suo giudizio sull’andamento economico alla luce della fiera è il seguente: «se devo essere sincero, visto dalla fiera, l’andamento non è dei migliori. Naturalmente si spera sempre in qualcosa di migliore, però ecco non è dei più rosei perché le cose da un po’ di tempo a questa parte cominciano ad andare in calo non in aumento». E sull’organizzazione aggiunge che «per un piccolo imprenditore agricolo una fiera come questa sì è impegnativa a livello di giorni, comunque è impegnativa anche a livello di costi, tutto in relazione anche all’andamento degli affari durante l’anno. Perché se le cose andassero bene o benissimo, non sarebbe niente, ma le cose vanno male e ci dobbiamo ridimensionare e si dovrebbero ridimensionare anche loro [gli organizzatori della fiera, ndr], cosa che non avviene». «E poi – osserva - la fiera, rispetto agli anni passati, è un po’ in calo: come affluenza, come affluenza di espositori e come affluenza di visitatori. Però io non ho una esperienza ventennale in fiera e il mio giudizio può essere relativo». Per il prossimo futuro Di Vita è «convinto che la situazione resterà così per un po’. Non nei prossimi mesi, penso per qualche anno. Spero però di sbagliarmi». La ragione? «l’economia in generale». Infine dice che non parteciperà ad altre fiere «perché essendo una piccola azienda a conduzione familiare per noi è già un impegno grosso questo qui».
Per Franchi Bonsai, ci ha risposto Matthias Naglein, responsabile acquisti e vendite. Grosse novità, ha spiegato, non ce ne sono nell’esposizione. «Abbiamo un prodotto che si differenzia da tutti gli altri esposti qui in fiera. Come novità presentiamo magari qualche specie di bonsai che non abbiamo presentato negli anni precedenti, ad esempio l’Ilex meserveae o l’Osmanthus tricolor». Sul salone, questo è il suo parere: «La fiera è in declino, sensibile. Per quanto riguarda i compratori, di gente che viene interessata, di visitatori qualificati, è in declino. Ma penso che sia un po’ un trend di tutte le fiere campionarie, dati anche i sistemi di vendita che sono cambiati in maniera radicale negli ultimi anni». Sul piano organizzativo «di negativo c’è il fatto che la fiera ha lasciato tanti spazi vuoti che potevano essere integrati o riempiti da espositori già presenti». Quanto alle attese di mercato, «la pressione c’è e si sente – ha detto Naglein -. Noi comunque ci aspettiamo di mantenere una posizione più o meno invariata rispetto agli anni precedenti, che penso sia già un risultato buono per la congiuntura economica attuale». Infine «noi di fiere ne facciamo poche, perché abbiamo un prodotto molto di nicchia. Parteciperemo all’Ipm in Germania a fine gennaio e poi si vedrà».
Il titolare dell’azienda agricola Giusti Nicola (olivi, agrumi, mimose e castagni), ha segnalato quale novità della presente partecipazione a Flormart una pianta di cedro «uscita da noi in esclusiva: si è messa sul mercato quest’anno per la prima volta dopo sei anni di coltivazione». Sull’andamento della fiera ha un’opinione in chiaroscuro: «il mercato su certi articoli è in ripresa, su altri no. Su piante come gli ulivi no, non c’è ancora molto interesse. Sulle piante ornamentali, secondo me, si sta lavoricchiando abbastanza». Mentre «a livello organizzativo – osserva Nicola Giusti - la fiera non è che sia eccezionale» e afferma di non essere soddisfatto. Il mercato dei prossimi mesi lo vede «sicuramente stazionario. Niente di che». Infine, sulle future partecipazioni a fiere, «come azienda noi no, però come Associazione (l’Associazione florovivaisti del comprensorio di Pescia, ndr) molto probabilmente qualcosa faremo».
Nicola Del Ministro, figlio del titolare dell’azienda agricola Giampiero Del Ministro (olivi, piante da frutto e ornamentali, piante da siepe), ha risposto alla prima domanda così: «mah, in particolare novità assolute, no. Diciamo che magari ci sono alcune produzioni che facevamo già che però abbiamo deciso di aprire maggiormente. Più che altro le fioriere e le spalliere divisorie, che servono per separare ambienti, amovibili, fatte con olivo e altri tipi di piante. Negli ultimi anni c’è sempre maggiore interesse per queste cose». Sull’andamento della fiera sostiene che «quest’anno siamo stabili verso il basso, perché già negli anni passati eravamo stati in calo. Diciamo che quest’anno non è che abbiamo fatto un ulteriore passo in basso, perché eravamo già scesi tanto. Ci siamo mantenuti, forse un pochino meglio. Però la questione è che sono calati molto gli espositori e i compratori. Il problema è che probabilmente la fiera non fa abbastanza per attirare i compratori, gli operatori commerciali, soprattutto dall’estero». «Il pregio della fiera – ha aggiunto - è il suo limite: vivere ancora del passato, nel senso che ha ancora un nome però non ha più l’appeal di prima. Se continua così, se non c’è un po’ di inventiva e modifica, diventerà una fiera molto locale e regionale». Riguardo ai prossimi mesi «le aspettative sono che l’Italia esca dal blocco. Perché in questo momento è da qualche anno che l’Italia è bloccata dalla crisi. C’è paura a tutti i livelli. E si ripercuote anche su un settore che è caratterizzato dalla non diretta necessità di ciò che offre. Questo da un lato è un bene, perché tante volte acquistare delle piante è un qualcosa che si fa per autorealizzarsi, per il buon gusto, per il piacere, però nel momento in cui le cose vanno male, è chiaro che può rappresentare un primo punto di taglio delle spese». Sulle future partecipazioni a fiere «l’idea è spostarsi dove si sono spostati gli operatori. Gli operatori non vengono più qua perché i grossi produttori si sono spostati a casa degli operatori. Per cui se tu rimani qua, rimani fuori». L’idea è il «Nord Europa».
Clima diverso allo stand di Alfio Marchini, titolare della Marchiniabeti, che a proposito dell’esposizione ci ha spiegato che «non si inventa niente di nuovo perché il mercato degli alberi di Natale è abbastanza limitato. Però abbiamo pensato di unire agli alberi, più che altro per il materiale tagliato anziché in zolla, un “porta piante” tedesco che offre delle garanzie oltre che di stabilità per la facilità d’uso e per il fatto che ti mette in condizione in pochi secondi di allestire un albero di Natale tranquillamente in casa, con la sua riserva d’acqua in modo che si mantenga fresco per tutto il periodo». Come è andata a lui la fiera e cosa pensa dell’organizzazione? «Tutto sommato nel nostro ambiente ci sono dei comparti che non sono poi più di tanto in sofferenza, tant’è che nel mio caso, essendo poi il mio un prodotto stagionale abbastanza limitato dove sono rimasti pochi produttori, non è stato difficile incontrarsi con tantissimi interlocutori a livello di garden centre (che è il nostro obiettivo) interessati agli articoli». Dunque per Alfio Marchini «l’impressione e i risultati della fiera sono più che positivi, perché a parte la calma di oggi che è l’ultimo giorno quando sono aperti i battenti anche ai privati e non tanto agli operatori professionali (cosa che io escluderei…), nei primi due giorni c’è stata molta affluenza oltre che interesse e richieste da evadere anche consistenti». Per i prossimi mesi, ha detto, «nel mio settore mi aspetto un discreto incremento … non perché sono bravo io, ma perché siamo in pochi, perché molti sono venuti meno, perché è una pianta che paga poco, è un mercato di nicchia, un prodotto stagionale e quindi un mercato limitato, si lavora un anno per poi concentrare la vendita in un mese, e quindi stanca i più». Marchini non parteciperà a fiere, salvo a “Fiori e piante di Toscana” a Pescia, «che è una cosa locale a livello così di immagine più che commerciale».
Ultimo intervistato, rapidamente mentre stava smontando lo stand, Alberto Tintori, uno dei titolari di Oscar Tintori Vivai (agrumi), è stato telegrafico in tutte e quattro le risposte. Riguardo all’esposizione ha segnalato la presenza di «una collezione di varietà antiche di agrumi», mentre su fiera e organizzazione ha detto: «non c’è che da far di meglio. I compratori c’erano, ma il problema è che la gestione degli spazi secondo me potrebbe essere non migliorata, molto di più». A proposito delle prospettive di mercato dei prossimi mesi ha poi dichiarato che «per quanto riguarda il mercato estero sono sicuramente grandi, su quello italiano no, sull’italiano si prende quel che viene». Infine come prossime fiere a cui parteciperà ha indicato «Ipm e Angers», ricordando che «abbiamo appena fatto il Four Oaks Trade Show in Inghilterra».
Infine, altrettanto telegrafico è stato il direttore di Flora Toscana, Walter Incerpi, che è stato raggiunto telefonicamente in seguito. Sull’esposizione ha segnalato «al volo» la presenza di «alcune prove di nuove varietà della flora Australiana» e di una linea di fiori e piante con il marchio Fioridali, che sono prodotti dai soci della cooperativa secondo le regole equosolidali di FairTrade. Sull’andamento di questa edizione di Flormart, Incerpi ha detto che «la fiera era piuttosto spenta, meno espositori e meno visitatori in un mercato senza più entusiasmo. La fiera non ha offerto spunti innovativi ed anche sul piano organizzativo ha mostrato alcune lacune». Cosa prevede nel futuro ravvicinato Incerpi? «Le aspettative per i prossimi mesi sono ovviamente legate alle ricorrenze dei Santi, quando il consumo di fiori tradizionalmente è molto elevato, ed alle festività natalizie». Il direttore di Flora Toscana ha concluso indicando quali saranno le prossime partecipazioni fieristiche: «saremo al Flora Holland Trade Fair dal 31 Ottobre al 2 Novembre e alla Ipm di Essen dal 22 al 25 Gennaio».
Lorenzo Sandiford