Distretto floricolo con Giurlani sul Mefit, ma il tendone è solo il piano B
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Sì del comitato del distretto floricolo Lucca – Pistoia al percorso del sindaco di Pescia, nel confronto con la Regione, per scongiurare la chiusura per inagibilità del mercato dei fiori: nel piano A si chiede 1 milione e mezzo per misure di sicurezza. Se la Regione dice no, si progetterà una tensostruttura transitoria (piano B). Ultimatum di Agrinsieme per un rinnovo del distretto floricolo entro gennaio 2016. Carmazzi annuncia che non si ricandiderà alla guida del distretto. Il distretto chiederà ai 20 comuni che lo hanno fondato di appoggiare il piano di Giurlani.
In mattinata il via libera del comitato del distretto floricolo Lucca – Pistoia al percorso di negoziazione con la Regione proposto dal sindaco Giurlani per risolvere i problemi del mercato dei fiori di Pescia e nel pomeriggio la presentazione dello stesso piano - che ha avuto l’appoggio più o meno caldo, ma unito, delle principali associazioni di categoria agricole - ai produttori e commercianti iscritti al Mefit (l’azienda speciale comunale Mercato dei fiori della Toscana che gestisce il mercato pesciatino).
Può essere riassunto così il mercoledì della floricoltura toscana che ha visto oggi come palcoscenico e al tempo stesso oggetto di discussione la struttura mercatale di via Salvo d’Acquisto e come protagonista, appunto, il piano del sindaco di Pescia Oreste Giurlani. Un percorso, in realtà, a quanto è emerso, che prevede innanzi tutto una ipotesi o piano A, caldeggiato da tutti: fare pressioni in ogni modo e con forza sulla Regione affinché si renda conto dell’imprescindibilità - almeno in questa fase - della sopravvivenza del mercato dei fiori e delle piante di Pescia per il sistema floricolo toscano e nazionale, e prima ancora perché prenda pienamente coscienza dell’importanza che tuttora ha questo settore nell’economia dei territori delle province di Pistoia e di Lucca, e si decida conseguentemente a erogare almeno quei fondi necessari per mantenerlo agibile nel 2016 e, per usare le parole di Giurlani, «avere un periodo di transizione in attesa di capire gli scenari futuri del piano quinquennale». Cioè, dare il tempo al Comune di Pescia, al Mefit e alle associazioni di categoria di elaborare una strategia con relativo business plan pluriennale. (O, in second’ordine, anche se oggi non l’ha detto esplicitamente nessuno, di elaborare, nel caso in cui il responso sul business plan riguardante la struttura fosse negativo, un piano di dismissione pluriennale che non distrugga il sistema floricolo toscano e nazionale). La cifra si aggirerebbe su 1 milione e mezzo di euro, cioè più o meno il finanziamento promesso a suo tempo dall’ex assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori a fronte della consegna alla Regione di un progetto multifunzione sulla struttura. Finanziamento che poi è sparito, come ha spiegato Giurlani durante l’assemblea di questo pomeriggio al Mefit, per i tagli dell’anno scorso del Governo alle regioni, che hanno costretto la Regione Toscana a cancellarlo.
Alla ipotesi A si affianca il piano B, ancora da definire concordandolo insieme alle associazioni di categoria agricole e soprattutto agli operatori iscritti al Mefit, che coinciderebbe invece con quanto annunciato nell’ultimo consiglio comunale di Pescia da Giurlani: lo spostamento in una tensostruttura nel piazzale esterno del mercato di via Salvo d’Acquisto delle attività che adesso si svolgono in platea. Soluzione che comporterebbe uno stanziamento di 500 mila euro per la tensostruttura da parte del Comune e circa 300 mila euro da parte della Regione per misure di sicurezza al piano seminterrato dei magazzini e per la creazione di percorsi protetti verso il bar e gli uffici. «Il Comune di Pescia - ha precisato Giurlani durante l’assemblea al Mefit, rivolgendosi agli iscritti - assumendosi una responsabilità anche non dovuta rispetto alle competenze di questa struttura, è disponibile a studiare insieme a voi, dal 10 gennaio e con un apposito gruppo di lavoro, il piano B, cioè una soluzione che sia equilibrata per tutti, che non crei vincitori e vinti, né disagiati di un tipo o dell’altro, tutelando sia commercianti che produttori, e che possa essere lì pronta, sapendo che se succede qualcosa possa essere messa lì sul piatto, in un ottica di emergenza e sopravvivenza. E su questo non c’è niente di deciso, al di là delle ipotesi che sono state studiate per capire quanti soldi potrebbero servire».
Ma il mercoledì della floricoltura non può essere ridotto a questo percorso condiviso, che, come annunciato a fine incontro da Giurlani, porterà a metà gennaio del 2016 tutte le associazioni di categorie, il Mefit, il Comune di Pescia e il distretto a un nuovo incontro con la Regione in cui si vedrà la risposta di quest’ultima alle istanze dei territori della floricoltura sul mercato di Pescia. Intanto perché nel corso dell’assemblea non sono mancati i mugugni e le critiche o proposte alternative da parte di alcuni degli operatori. E anche negli interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria agricole di Lucca e di Pistoia, pur nella condivisione dell’obiettivo A, sono emerse alcune differenze nel modo di interpretare la soluzione B. In particolare, il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini si è distinto per aver sostenuto a margine dell’incontro che secondo lui «il piano da presentare alla Regione in questa fase è solo uno, il piano A». (Su questi aspetti seguirà un ulteriore servizio di Floraviva).
Inoltre, in mattinata sono venute fuori tre notizie importanti riguardanti il distretto. Il presidente Marco Carmazzi, il cui mandato naturale è scaduto a fine 2014 ma è ancora in sella - come da statuto - fino a che non verranno rinnovate le cariche, ha annunciato a margine della riunione del Comitato di distretto che non si ricandiderà alla presidenza, per coerenza con la sua filosofia «da sempre a favore del ricambio nelle cariche», come ha detto lui stesso. Inoltre Agrinsieme ha dato un ultimatum ai soggetti riuniti nel distretto floricolo chiedendo che si proceda al suo ripensamento e al rinnovo delle cariche entro fine gennaio (seguirà a breve articolo di Floraviva). Infine, il Comitato di distretto ha deciso che il coordinatore distrettuale, Fabrizio Salvadorini, direttore del Mefit, dovrà stimolare i venti Comuni che fondarono a suo tempo il distretto a sostenere le iniziative promosse dal sindaco Giurlani perché il mercato pesciatino non riguarda solo la sua amministrazione comunale, ma tutti i Comuni e le imprese del territorio distrettuale che se ne servono.
Carmazzi, sempre in margine al comitato di distretto, dopo aver commentato positivamente il piano del sindaco Giurlani approvato nella riunione del comitato, ha voluto ribadire alcuni concetti chiave della sua esperienza alla guida del distretto e della sua visione delle esigenze della floricoltura. Primo, a suo parere, se si fosse dato seguito allo studio della Lucense del 2012 sulla situazione dei due mercati floricoli del distretto di Pescia e di Viareggio con il progetto di fattibilità da lui proposto, ci si troverebbe ora in una soluzione molto migliore. Secondo, ad avviso di Carmazzi, l’emergenza ha reso necessario il parere favorevole al percorso prospettato da Giurlani che prevede dei finanziamenti per il mercato di Pescia, ma in prospettiva quello che servirebbe è «una piattaforma logistica snella» e che costi poco abbinata a «servizi telematici» per l’incontro della domanda e dell’offerta. Carmazzi ha infine ribadito l’importanza, quasi a mo’ di testamento spirituale (o meglio progettuale) del suo mandato, del documento con le strategie distrettuali per il 2015-2016 presentato lo scorso anno.
Redazione Floraviva