Torna a Genova, nei Parchi di Nervi, Euroflora
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Dal 21 aprile al 6 maggio 2018, l’11^ edizione di Euroflora invaderà i Parchi di Nervi in un percorso esperienziale fiorito di 5 km tra giardini e ville affacciati sul mare. Arturo Croci: «oggi il settore ornamentale italiano esporta circa 700 milioni di euro (l’Olanda 4,7 miliardi), ma la bilancia import-export è ancora in attivo di 180 milioni, anche se l’Italia è diventato un paese importatore, specialmente per i fiori recisi»; il consumo pro-capite è sceso da 70 euro di fine anni ’90 a 42.
I colori e i profumi di Euroflora, l’esposizione internazionale del fiore e della pianta ornamentale, tornano nel 2018 a Genova, non in fiera, ma nello scenario dei Parchi di Nervi: 86mila metri quadrati e 5 chilometri di percorsi tra giardini e ville storiche affacciati sul mare per un’esperienza immersiva che parte dalla tradizione delle grandi floralies italiane – la prima Euroflora è del 1966, questa sarà l’undicesima – e si sviluppa con un format nuovo e spettacolare.
La rassegna, che si svolgerà dal 21 aprile al 6 maggio, è stata presentata due giorni fa nella sede del Comune di Genova dal sindaco Marco Bucci e dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, oltre che, fra gli altri, dall’architetto paesaggista Egizia Gasparini, autrice del progetto insieme all’architetto Valentina Dallaturca. A tracciare il quadro del settore è intervenuto Arturo Croci, memoria storica del florovivaismo italiano e internazionale.
L’11^ edizione di Euroflora vuole esaltare «la bellezza dei parchi storici arricchendoli con nuove fioriture e con scenografie vegetali che giocano con le forme ed i colori dei fiori e del fogliame. L’acqua, la terra, l’aria ed il fuoco sono gli elementi rappresentati nei quattro quadri da scoprire uno dopo l’altro lungo il percorso principale di visita, in un crescendo di stupore». «Ad accogliere i visitatori – prosegue il testo di presentazione della manifestazione - una scenografia di benvenuto, un pattern di cerchi concentrici realizzato con alti fiori blu e bianchi e cime da barca. “Red Wave – Fuoco” sarà il primo quadro, una distesa di fiori rossi, lingue di fuoco, in cui immergersi in un percorso avvolgente. “Wild Horses – Terra” sarà il secondo, cavalli giganteschi al galoppo sul prato davanti a villa Grimaldi nei pressi delle scuderie storiche, sculture vegetali realizzate con la tecnica della mosaicoltura. Il terzo quadro, “Lago delle ninfee – Acqua”, sarà uno specchio d’acqua perfettamente rotondo, ritagliato nel prato, su cui galleggiano tremolanti al vento ninfee bianche e rosa. L’ultimo, “Soffio del vento – Aria”, sarà una grande scenografia tridimensionale che utilizza il principio dell’anamorfosi: la struttura si rivela man mano che ci si avvicina, per palesarsi nella sua interezza da una determinata angolazione panoramica».
«Negli anni sessanta – ha detto Arturo Croci, parlando dell’evoluzione del florovivaismo nell’ultimo mezzo secolo - oltre il 90 per cento delle esportazioni italiane di fiori era effettuato dalla Liguria e più precisamente dalla provincia di Imperia. Il mercato al consumo più grande e importante in Europa (oggi circa 8 miliardi di euro) è la Germania e l’organizzazione della rete di importazioni di quel Paese in quegli anni è stata letteralmente fatta dagli esportatori liguri. Negli anni sessanta il consumo di fiori e piante in Italia era limitato prevalentemente al mercato delle ricorrenze e la produzione di fiori e piante praticamente inesistente nel sud del Paese». «Nel corso degli anni – ha aggiunto - l’evento che ha maggiormente promosso la cultura del fiore in Italia è stata Euroflora e la crescita del settore ornamentale è stata enorme: oltre 70 euro di consumo pro-capite alla fine degli anni ’90; oltre 12.000 ettari, 30.000 aziende, 14.000 fioristi, 7.000 garden e plant centres, in totale oltre 100.000 addetti».
«Nell’ultimo decennio – ha continuato Croci - il mercato ha subito una ulteriore evoluzione, per ragioni economiche, ma anche sociali come effetto della globalizzazione e dell’evoluzione dei sistemi di comunicazione. Le aziende più deboli sono fallite, con alcuni casi clamorosi. Oggi il settore ornamentale italiano esporta circa 700 milioni di euro (l’Olanda 4,7 miliardi di euro). La bilancia commerciale import-export è tuttora in attivo di circa 180 milioni di euro, anche se l’Italia è diventato un paese importatore, specialmente per i fiori recisi. Il consumo pro-capite è sceso a circa 42 euro». «Tuttavia – per lui - il nostro Paese ha enormi potenzialità per l’ulteriore sviluppo del settore ornamentale, niente affatto voluttuario, ma essenziale per l’ambiente, per il turismo e soprattutto per la qualità della vita. Oggi il nostro Paese primeggia in Europa per alcune produzioni di fiori speciali (ranuncoli, anemoni, etc.), per le piante da giardino (Pistoia e le alberature di Canneto), per le piante mediterranee (Albenga, centro e Sud Italia)».
«Molti pensano – ha concluso Croci - che sia una follia organizzare Euroflora in un tempo così veloce e al di fuori del suo contesto storico, la Fiera». Però «in natura non è il più forte che sopravvive, ma colui che sa adattarsi e crescere nelle nuove situazioni».
L.S.