Si fa largo anche in Italia l’agricoltura fuori suolo, oltre i 4 miliardi nel mondo
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Crescono al ritmo del 25% all’anno gli investimenti internazionali nell’agricoltura fuori suolo. A NovelFarm 2022, il 25 e 26 maggio a Pordenone, il punto sul settore delle coltivazioni in ambiente controllato nel mondo e in Italia, dove c’è mobilitazione imprenditoriale ma con relativamente bassi livelli di investimento e con segnali contrastanti sul piano normativo. Alcune anticipazioni.
Nel 2021 il giro d’affari delle coltivazioni in ambiente controllato o agricoltura fuori suolo (idroponica, aeroponica, acquaponica) a livello globale ha superato i 4 miliardi di dollari.
A divulgare questa e altre stime sul comparto è stata ieri NovelFarm, la manifestazione della Fiera di Pordenone dedicata alle nuove tecniche di coltivazione, fuori suolo e vertical farming, la cui prossima edizione è in programma il 25 e 26 maggio 2022.
Per quanto riguarda il tasso di crescita, si parla di un +25% all’anno, crescita «molto elevata per un settore “hard”, dove gli investimenti vanno in gran parte in cose “fisiche”». E «la pandemia non sembra avere intaccato la crescita, né la fiducia degli investitori», dal momento che, secondo i dati di PitchBook, una società di analisi del mercato degli investimenti in innovazione, «nel 2020, in piena pandemia, sono stati investiti nell’indoor farming 1,86 miliardi di dollari» e «la tendenza ha accelerato nel 2021: nel periodo agosto 2020-agosto 2021, gli investimenti hanno totalizzato 2,71 miliardi». Trend confermato nel 2° semestre dell’anno scorso, tanto che a metà dicembre è giunta la notizia della prima azienda europea del settore, la tedesca Infarm, ad aver raggiunto la valutazione di un miliardo di dollari.
C’è entusiasmo anche fra i coltivatori indoor di dimensioni più piccole. Lo stabilisce la nuova edizione della survey mondiale curata dalla società di consulenza Agritecture che verrà presentata a NovelFarm 2022. Con una curiosità: «circa metà degli intervistati ritiene che se dovesse iniziare ora dopo anni di esperienza rifarebbe le cose in modo diverso. Una testimonianza sia della gioventù del settore che nella sua attuale configurazione ha dieci anni, con la conseguente curva di apprendimento ripida, ma anche della convinzione che la strada sia quella giusta».
Riguardo all’Italia, sono ormai sono operative diverse vertical farm, da Planet Farms, una delle più grandi in Europa alle porte di Milano, agli impianti aeroponici di Agricooltur, Fattoria di Pol e FruitHydroSinni, ai veterani milanesi di Agricola Moderna fino all’impianto in costruzione a Capriolo, in provincia di Brescia, ad opera della pordenonese Zero. Le energie imprenditoriali, pur in assenza di un settore di capitale di rischio anche lontanamente paragonabile a quello esistente in altri Paesi, si stanno mobilitando.
Dal punto di vista normativo, giungono invece segnali contrastanti. A fine ottobre la Lombardia ha riconosciuto con una legge regionale «la natura giuridicamente agricola delle vertical farm, anche realizzate in ambito urbano e periurbano e in edifici esistenti (vedi). Dalle voci di mercato, sembra che altre regioni, sedi di importanti distretti di coltivazioni in ambiente controllato, anche se tradizionali, come le serre, starebbero pensando di seguire le orme lombarde. Si parla di Campania (nella piana del Sele ormai sono circa 3000 le aziende specializzate in coltivazioni in serra, anche idroponiche), Veneto e Marche. Resta da vedere se le eventuali legislazioni locali seguiranno uno schema comune».
«A livello centrale, sempre a fine ottobre, - affermano gli organizzatori di NovelFarm - è stata finalizzata una bozza di decreto interministeriale che recepisce una direttiva europea che regolamenta un settore di mercato specifico che interessa la vertical farm, quello della IV gamma. Da quello che si sa della bozza di decreto, che ora dovrebbe essere stata trasmessa a Bruxelles per un’approvazione scontata, per accontentare tutti ci si è inventati una divisione tra IV Gamma (verdure a foglia lavate pronte da consumare), I gamma “evoluta” (verdure pronte da consumare ma da lavare) e prodotto da vertical farming (verdure pronte al consumo non lavate). I prodotti di “IV gamma” (anche se non si può dire) da vertical farming dovranno essere etichettati diversamente e posti in comparti nettamente divisi dagli altri, con pannelli esplicativi per il pubblico, e non potranno essere arricchiti con altri ingredienti (quindi non si potrà usare il lattughino da vertical farming per fare insalate miste con mais, per esempio….)». «La cosa è un po’ surreale – critica NovelFarm - e si spiega con la resistenza all’innovazione nel settore del food».
Dello stato della normativa sulle colture in ambiente controllato, delle agevolazioni e dei finanziamenti disponibili, per esempio nel decreto sostegni dello scorso maggio, parleranno i rappresentanti dei produttori e degli utilizzatori, nonché gli esperti, nella sessione di apertura di NovelFarm il 25 e 26 maggio.
Maggiori informazioni qui: www.novelfarmexpo.it.
Redazione