Rinnovabili promosse anche nel 2012: quasi 5.700 MW di nuovi impianti in Italia. Cosa aspettarsi, invece, nei prossimi anni?

in Notizie

Secondo le prime stime diffuse dal GSE, il settore delle fonti rinnovabili si è confermato nel 2012 come uno dei comparti maggiormente in crescita nell’intero contesto economico nazionale. 5.700 MW di nuovi impianti in Italia.

Il comunicato ci giunge da APER (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) fondata nel 1987 e che riunisce e rappresenta i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili per tutelarne i diritti e promuoverne gli interessi a livello nazionale ed internazionale. E’ la prima associazione italiana in quanto a rappresentatività e una delle maggiori a livello europeo per numero di associati e potenza installata. Attualmente conta oltre 400 iscritti, più di 1.200 impianti per un totale di oltre di 9.000 MW di potenza elettrica installata che utilizza il soffio del vento, la forza dell’acqua, i raggi del sole e la vitalità della natura per produrre circa 28 miliardi di kWh all’anno a cui corrisponde una riduzione di emissioni di Co2 di oltre 20 milioni di tonnellate annue.

Cosa aspettarsi, invece, nei prossimi anni?
“Sarebbe auspicabile – sostiene Agostino Re Rebaudengo, presidente di APER – che i positivi risultati fino ad ora raggiunti non venissero vanificati da politiche inadatte a promuovere un sempre maggiore utilizzo di fonti rinnovabili.
La nostra speranza è che il Governo che verrà, in conformità ai vincolanti obiettivi europei e alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) recentemente approvata, adotti una politica coerente, come suggerita dalle 26 azioni per lo sviluppo delle rinnovabili elettriche in Italia, proposte dalla nostra Associazione (aper.it) e sottoscritte dai principali partiti politici prima delle elezioni”.
“Sarebbe un grave errore infatti - conclude il Presidente di APER - non beneficiare degli effetti positivi dello sviluppo delle rinnovabili: risparmio nella “fattura energetica italiana” (non dovendo pagare gas, carbone e petrolio), nuovi posti di lavoro qualificati e, non ultimo, un ambiente migliore e quindi meno malattie dovute alle emissioni inquinanti e ad effetto serra”.

Fonte ufficio stampa