Quali speranze per un bonus fiscale sugli interventi a verde dei privati entro il 2017?

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cinzia pagni

Per Cinzia Pagni, vice presidente nazionale di Cia, «si misurerà prestissimo la volontà politica con la prossima finanziaria», ma lei confida nell’attenzione del viceministro alle politiche agricole Olivero. Il presidente del distretto pistoiese Mati: ci sono agevolazioni fiscali per ogni genere di intervento ma non per il verde, che migliora la qualità della vita e l’ambiente.
Il presidente di Anve Cappellini: è documentato il risparmio di spesa pubblica derivante dall'azione delle piante.

Il 21 aprile scorso a Torino, in occasione della firma del patto di collaborazione triennale per il verde fra Agrinsieme e Aiapp (Associazione italiana di architettura del paesaggio), il presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Dino Scanavino si mostrò preoccupato per la lentezza dell’iter parlamentare del disegno di legge Susta sulle detrazioni fiscali degli investimenti in verde privato (Ddl che Scanavino come coordinatore di Agrinsieme aveva appoggiato, fra i primi, sin dal 30 luglio 2015 - vedi). Forse ci vorrebbe «un provvedimento governativo in sede di legge di stabilità 2017» suggerì allora Scanavino.
Ma il 6 luglio a Roma, presso la sala Aldo Moro della Camera dei deputati, si è svolto un incontro sul tema “Misure di defiscalizzazione del verde privato: migliore qualità della vita, incremento dell’occupazione” - che era organizzato da associazioni, distretti e consorzi del comparto florovivaistico italiano, coordinati da Nada Forbici e Francesco Mati - in cui i ddl di defiscalizzazione degli interventi di sistemazione a verde privati discussi erano addirittura tre. Oltre al ddl del senatore Gianluca Susta n. 1896, il ddl n. 3800 che ha come primo firmatario Maurizio Bernardo e fra i cofirmatari il deputato Edoardo Fanucci e il ddl n. 3787 che ha come primo firmatario il deputato Enrico Borghi.
Ce la faranno questa volta i rappresentanti della filiera florovivaistica e del verde a vedere approvata, a partire da questi tre disegni di legge simili ma non identici, una legge con una sorta di bonus fiscale per il verde privato, magari entro il 2017?
«Si misurerà prestissimo la volontà politica in questo senso con la copertura nella prossima finanziaria ormai alle porte – dichiara a Floraviva Cinzia Pagni, vice presidente di Cia, che era presente all’incontro del 6 luglio a Roma -. Sono fiduciosa anche perché abbiamo al nostro fianco pure il vice ministro delle Politiche agricole Andrea Olivero, che non manca mai di manifestare la sua attenzione per il florovivaismo e la gestione delle aree boschive, temi importanti e da troppo tempo trascurati, che si legano fortemente alla cura del territorio e all’attrattività turistica del nostro Paese». «L’idea è buona – spiega Cinzia Pagni – e cioè favorire, sul modello delle detrazioni già esistenti per la realizzazione di opere di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici, interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni. Sarebbe un primo segnale molto importante per il settore florovivaistico, con effetto di leva per lo sviluppo nel breve periodo».
600x400 sosp flormart ragazza2Come ha ribadito martedì 12 luglio Francesco Mati, presidente del distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia e responsabile di settore di Confagricoltura, «oggi chi decide di ristrutturare casa, istallare zanzariere, sostituire pavimenti ha la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali, mentre chi desidera riqualificare il proprio giardino va incontro a spese da beni di lusso spesso insostenibili che lo costringono ad abbandonare ogni cura al verde con il conseguente abbandono del proprio giardino. Laddove possibile al giardino si sostituisce il cemento con buona pace di tutti i discorsi fatti per difendere l’ambiente». Eppure, ha argomentato Mati, «aiutare chi vuole sistemare il proprio giardino significa migliorare l’ambiente, aumentare l’occupazione, incrementare il gettito fiscale, permettere lo sviluppo di nuove figure professionali come il garden designer, tutelare nelle nostre città spazi di biodiversità, aumentare il consumo interno di piante e di conseguenza rilanciare tutto il settore vivaistico».
Stando ai comunicati stampa degli organizzatori e alle cronache dell’incontro del 6 luglio sul Floricultore e su Riviera24.it, il bonus fiscale sul verde privato necessiterebbe di una copertura di circa 80 milioni di euro, che però non è ancora stata garantita. I vantaggi ambientali sarebbero enormi, se si pensa che, come ha raccontato Mati, una recente mappatura da satellite della CO2 in Toscana da parte di scienziati americani ha registrato una drastica diminuzione della concentrazione proprio nel territorio pistoiese, causata ovviamente dalla presenza di 5 mila ettari coltivati a vivaio, più o meno come succederebbe in un parco di analoghe dimensioni. E se è vero che, come ha affermato il presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori Marco Cappellini, «è stato documentato con dati oggettivi quante polveri sottili vengono assorbite dalle piante e il risparmio per la spesa pubblica derivante dalla benefica azione degli alberi sull’ambiente e sulla salute». Anche i vantaggi economici sono di tutto rispetto, dal momento che, riporta Riviera24.it, «il comparto florovivaistico nazionale rappresenta circa 158.000 addetti nel comparto e 37.000 nella cura e manutenzione del paesaggio (Ateco/Istat)». E, sempre secondo Riviera24, «l’incremento di fatturato per l’anno 2017 relativamente ai lavori straordinari di riqualificazione e manutenzione del verde ammonterebbe a circa 1,2 miliardi di euro»: stima «elaborata incrociando e rapportando i dati del settore verde con quelli dell’edilizia posto che in media gli investimenti in opere a verde rispetto all’importo complessivo dell’opera edile si aggirano intorno al 4% del valore».
Ma, al di là della quantificazione più o meno precisa dell’impatto di una defiscalizzazione degli interventi a verde privati, resta il fatto che ci sarebbero benefici sia per le aziende del settore sia per la qualità della vita dei cittadini. Tuttavia, come ha riferito il Floricultore, c’è ancora molto lavoro da fare affinché si arrivi a una legge e «forse nessuno dei tre disegni di legge approderà all’approvazione finale». Infatti, come ha affermato l’on. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, in apertura dell’incontro del 6 luglio a Roma, «le tre proposte servono a creare un humus favorevole», ma ci sono altri strumenti già operanti per incrementare il verde e forse la «legge di stabilità» è lo strumento più idoneo per introdurre il bonus. Vedremo. L’importante è fare presto.

Redazione