Pisa: gli scout a San Rossore. Bugli: “Un anno di lavoro per una Toscana bella e aperta”
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“Dopo un anno di lavoro è una soddisfazione – dice l'assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli - : la soddisfazione di essere riusciti a far vedere una Toscana bella ed aperta allo stesso tempo. Come è davvero impressionante ed emozionante vedere i ragazzi affollare questo grande prato che assomiglia ad un immenso abbraccio”.
L'assessore Bugli è arrivato presto a San Rossore, assieme ai trentamila scout che fino a domenica animeranno il parco alle porte di Pisa, giunti alla spicciolata per sciogliersi nel prato delle Cascine Nuove davanti al palco e al grande schermo allestito per l'occasione: il Campo del Futuro, come lo hanno chiamato le ragazze e i ragazzi e dove si svolgeranno le cerimonie e assemblee generali. Trentamila scout, trentamila ragazze e ragazzi da sedici a ventuno anni, dialetti e cadenze da tutta Italia, bandiere che sventolano, fazzoletti tolti dal collo e che volteggiano in aria.
La Regione ci lavora da un anno. “Abbiamo messo a disposizione lo spazio, convinti dell'iniziativa e che i ragazzi rispetteranno il luogo, ma non solo - ricorda l'assessore – .Abbiamo predisposto con le autorità i piani di sicurezza. Abbiamo lavorato assieme al Parco e lo abbiamo aiutato e sostenuto nelle spese. Abbiamo cercato di muovere chi poteva mettere a disposizione i servizi necessari”. La Regione ha anche cablato l'intera area, in modo che fosse accogliente da un punto di vista tecnologico, e concordato con Agesci i progetti ambientali che rimarranno al territorio una volta finito il raduno.
L'assessore Bugli è in prima fila, assieme al presidente Rossi e il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il presidente della provincia Andrea Pieroni e il presidente del parco Fabrizio Manfredi, quando il sipario alle sei si apre con un ouverture di musica e voci narranti. Prossimità, politica e servizio sono le parole che ritmano la canzone della Route. L'ultima fu ventotto anni fa in Abruzzo. Sul palco scorrono storie, intervallate da coreografie che diventano metafore sulle città ideali per il futuro, “fatte di relazioni e interconnessioni”, “senza centro e periferia”, “trasparenti”. Quasi un manifesto per il lavoro dei ragazzi dei prossimi giorni.
Poi, alle sette, la cerimonia entra nel vivo. Si alza il tricolore sulle note di un inno d'Italia riarrangiato. E la festa inizia, in perfetto stile ecologico. Rispettoso dell'ambiente.