Per una Governance "Scolastica" condivisa Bobbio a confronto con Renzi
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Urge un coordinamento migliore fra Stato e Regioni, come annuncia Emmanuele Bobbio, assessore toscano all’Istruzione che ha presieduto la Commissione IX della Conferenza delle Regioni e Province autonome. Quest’ultima si rivolge a Renzi ricordandogli di non dimenticare l’esistenza delle Regioni, prestando loro attenzione al fine di creare un modello di governance realmente condiviso sulla base di un doppio invito
I dodici punti del rapporto “La buona scuola” del Governo Renzi sono stati apprezzati e condivisi dagli assessori regionali all’interno della Commissione IX, ma essi intendono anche ribadire che la buona scuola vanta già buone pratiche, diffuse su tutto il territorio italiano. Proprio perché il confronto è lo strumento migliore per promuovere il miglioramento continuo del sistema, Sergio Chiamparino, presidente della conferenza delle Regioni, ha inviato il documento “Per un contributo al dibattito sulla buona scuola”, stilato dalla Commissione IX, al premier Matteo Renzi e al ministro Stefania Giannini. Il documento sarà presentato anche pubblicamente, come annuncia Emmanuele Bobbio: “[…] anche in vista della riforma costituzionale e anche se non si parte certo da zero, fra Stato e Regioni serve un buon dialogo, occorrono regole di raccordo, è necessario un migliore coordinamento”. E proprio il nuovo testo della Costituzione indica l’istruzione quale materia fra quelle per cui Governo e Regioni “sono chiamate ad esercitare competenze ispirate al principio di leale collaborazione”. Un doppio invito all’attuale governo apre il documento in questione, per prima cosa: “realizzare un modello di governance condiviso quale presupposto imprescindibile per rendere efficiente ed efficace l’azione di governo e coordinare al meglio gli interventi”. E poi la richiesta di puntare su un sistema di Livelli Essenziali di Prestazioni, come già fatto per la sanità, per poter “definire con criteri oggettivi il fabbisogno formativo sulla base di uno standard condiviso e realizzare un sistema efficiente, razionale e sostenibile di riparto delle risorse nazionali e un efficace sistema di controllo e valutazione dei dati”. Un nuovo patto educativo dunque che si dovrà basare su quattro elementi: individuazione delle regole di sistema, definizione in modo congiunto di obiettivi misurabili e target di convergenza, individuazione delle modalità di raccordo interistituzionale e definizione degli strumenti per la verifica dell’effettivo conseguimento degli obiettivi. Visti i recenti dati allarmanti del rapporto OCSE 2014 (che indicano un aumento di oltre cinque punti della percentuale dei giovani neet, rivelando così i giovani italiani in possesso di un livello di istruzione inferiore ai loro coetanei nella maggior parte degli altri paesi), gli assessori regionali sottopongono all’attenzione del Governo sette aspetti: orientamento scolastico e formativo, raccordo scuola/lavoro, istruzione e formazione professionale, formazione tecnica superiore, apprendistato, poli-tecnico professionali, transazione scuola/lavoro e garanzia giovani. In allegato al documento un focus su alcune esperienze regionali di successo contro la dispersione scolastica, come in Toscana grazie al lavoro sui Poli tecnico professionali e i Laboratori del sapere scientifico, e due documenti con proposte operative di innovazione sul dimensionamento dell’organico docenti e riparto dirigenti scolastici.
Redazione Floraviva