Passi avanti nel “Pacchetto Qualità” agroalimentare europeo

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Presentate da Mario Catania e da Paolo De Castro le novità, favorevoli al Made in Italy, del testo approvato il 25 giugno dal Comitato speciale agricoltura, che differisce dalla proposta iniziale di Ciolos e tutela di più i prodotti a denominazione protetta. Soddisfatte Cia e Confagricoltura con una riserva per l’assenza di strumenti di gestione dell’offerta fuori dal settore lattiero-caseario.

L’obbligo per gli Stati europei di adottare misure concrete di tutela delle indicazioni geografiche affidate ad autorità responsabili e imparziali, con la protezione ex officio – cioè senza bisogno di una denuncia di parte - dei prodotti agroalimentari riconosciuti a livello comunitario. Attribuzione del compito di contribuire alla protezione delle Dop e Igp a gruppi e in particolare ai consorzi di tutela. Possibilità di mettere nelle etichette sia rappresentazioni grafiche della zona d’origine sia testi o simboli riferiti alla stato membro e/o alla regione in cui avviene la produzione. Possibilità di inserire in etichetta i marchi collettivi geografici insieme alle denominazioni di origine. E, infine, l’introduzione nel regolamento di un nuovo termine facoltativo di qualità: il “prodotto di montagna”.
Sono alcune delle novità contenute nella nuova versione del “pacchetto qualità” o regolamento sui sistemi di qualità concordato nel trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio dei ministri europei) informale del 21 giugno scorso e poi approvato il 25 giugno dal Comitato speciale agricoltura. E sono state presentate ieri in una conferenza stampa del ministro delle politiche agricole Mario Catania e del presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro (vedi anche quanto anticipato dagli stessi protagonisti il 24 maggio a Firenze durante un incontro dell’Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche). Se tutto va come da programma, ha fatto sapere De Castro, al massimo entro novembre il nuovo testo, che è notevolmente diverso dalla proposta iniziale del Commissario Dacian Ciolos, sarà diventato regolamento.
«Questo risultato – ha detto il ministro Catania - assume ancora maggiore rilievo se consideriamo anche la posizione di minoranza che l'Italia ha avuto nel corso delle trattative. Tra le novità del Pacchetto, quella che ritengo forse la più importante è la misura relativa alla protezione ex officio, grazie alla quale gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie a tutelare le indicazioni geografiche. In questo modo non potranno più verificarsi casi come quello del famigerato 'Parmesan' e le nostre eccellenze agroalimentari potranno essere protette nel modo adeguato».
«Dall’introduzione della protezione “ex officio” per la tutela di un prodotto riconosciuto a livello comunitario al rafforzamento del ruolo dei consorzi nella protezione e promozione dei prodotti certificati – ha commentato la Confederazione italiana agricoltori - si tratta di misure che aiutano a difendere meglio la nostra agricoltura e a favorirne l’ulteriore sviluppo sui mercati esteri», visto anche che «il sistema agroalimentare italiano […] può contare su un’agricoltura tipica e diversificata» e «vanta ben 243 prodotti certificati tra Dop, Igp e Stg, più di qualsiasi altro competitor in Europa». «L’unico nostro rammarico – conclude Cia - è la mancata estensione a tutte le filiere della programmazione produttiva, che per adesso è acquisita solo per il settore lattiero-caseario».
Sulla stessa linea d’onda Confagricoltura, che ha dichiarato: «Vengono rafforzati anche gli strumenti per combattere l’agropirateria. La definizione di “prodotti di montagna”, inoltre, può aiutare a promuovere le tradizioni alimentari delle aree marginali, mentre il nuovo marchio “prodotto di fattoria” rischia, invece, di creare solamente confusione nei consumatori sulla genuinità e sulla provenienza». «Bene la lotta alla contraffazione», afferma Confagricoltura, ma il pacchetto «non si conquista ancora la promozione piena», perché «pesa sulla valutazione il mancato inserimento degli strumenti di gestione dell’offerta».

L.S.