Ieri il presidio a Montecitorio di Legambiente contro lo “Sblocca Italia”
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Legambiente chiede la “rottamazione” di idee di sviluppo inefficaci e fallimentari, ancora legate all’egemonia del fossile. Il decreto risulterebbe antiambientale e pericoloso anche a detta della Commissione Ambiente Cantone e Banca d’Italia, si parla, infatti, di ripercussioni negative su tempi, costi e vulnerabilità ai rischi di corruzione
“Mai avevamo assistito a un intervento legislativo così organicamente antiambientale e così carico di interventi sbagliati, all’opposto del sostegno ad un’economia circolare e low carbon”, afferma il Presidente Nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, dal sit-in di Piazza Montecitorio. Il decreto “Sblocca Italia” sembrerebbe non corrispondere al disegno di una trasformazione del paese verso un’economia moderna ed ecosostenibile, ma riproporrebbe un’Italia vecchia, incapace purtroppo di stare al passo coi tempi. Mentre, infatti, tutto il mondo sta cercando di uscire dall’egemonia del fossile, “qui si autorizzano e rilanciano ricerche, trivellazioni ed estrazioni ovunque, con royalties irrisorie, senza obbligo di ripristino in caso di incidente, e con l’estromissione delle Regioni dalla VIA per i giacimenti di terra”, prosegue Cogliati Dezza. Legambiente si rivolge allora al premier Renzi nella speranza che rottami non solo le persone, ma anche le idee che hanno caratterizzato un periodo di stallo nel Novecento italiano. L’appello di Legambiente si estende poi anche al movimento sindacale affinché si opponga al decreto, incapace di guardare al futuro e di offrire nuovo buon lavoro. Per Cogliati Dezza infine non c’è “nessuno snellimento delle procedure ma deroghe, commissariamenti, accentramento delle decisioni e un po’ di risorse. Esautorati enti locali e regioni si torna al modello Bertolaso, che ha prodotto i danni e la corruttela che sappiamo. E non siamo noi a denunciarlo, ma la Commissione Ambiente Cantone e la Banca d’Italia, che parla di ripercussioni negative sui tempi, i costi, e della ‘vulnerabilità ai rischi di corruzione’”.
Redazione Floraviva