I pappataci: i killer invisibili dei cani
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Il solo evocarne il nome genera paura: Leishmaniosi. Ogni proprietario di cane la teme ma, su questa malattia, esistono e resistono, ancora, luoghi comuni ed errori da sfatare.
La leishmaniosi è una malattia trasmessa da un parassita, appartenente alla famiglia dei protozoi, il Leishmania infantum. Questo “invisibile” killer viene trasmesso con la puntura di un pappatacio, insetto simile alla zanzara.
I sintomi possono essere cutanei, colpire gli organi interni o manifestarsi contemporaneamente in entrambe le forme.
La leishmaniosi è una malattia antropo-zoonosi cioè una patologia che colpisce umani e animali, ma è bene chiarire che non viene trasmessa direttamente da cane a cane o da cane a persona.
L’Italia, in particolar modo le zone costiere, è fra i paesi del Mediterraneo con il maggiore tasso di incidenza della Leishmaniosi. Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati segnalati numerosi casi di contagio in aree “tradizionalmente” ritenute indenni. Oggi, infatti, esistono focolai accertati in Veneto, in Emilia Romagna, in Piemonte, in Lombardia.
Quali sono i sintomi della Leishmaniosi?
- Dermatite secca esfoliativa tipo forfora
- Perdita di peso in modo più o meno rapido
- Alopecia ovvero perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso
- Lesioni alle orecchie con la manifestazione di vere e proprie ulcere
- Epistassi cioè la perdita di sangue dal naso dovuta a ulcere della mucosa nasale
- Onicogrifosi ovvero crescita accelerata delle unghie
- Dolori articolari
- Lesioni oculari
A livello viscerale, invece, si riscontrano danni renali. Con il progredire della malattia, questi danni, possono causare una disfunzione renale con una sintomatologia molto grave. Un cane risultato positivo al test può, tuttavia, vivere molto tempo prima di manifestare i sintomi.
Come si cura la Leishmaniosi?
I protocolli terapeutici sulla Leishmaniosi sono oggetto di continui studi, verifiche di efficacia, aggiornamenti. La terapia, oggi, risulta ancora lunga, stressante e dolorosa sia per l’animale colpito che per il proprietario, ma la bella notizia è che, oggi, le possibilità di sopravvivenza sono aumentate. I cani che reagiscono bene alla cura, infatti, possono continuare a vivere senza manifestare più i sintomi della malattia.
Come prevenire il contagio?
E' fondamentale proteggere i nostri amici a quattro zampe con collari repellenti e con farmaci per “uso spot-on”, fiale da applicare sulla cute. Inoltre è bene ricordare che il pappatacio vive tra l’erba e colpisce, soprattutto, la notte. Per questo motivo, nelle zone costiere, è meglio non lasciare il proprio cane in giardino durante la notte. La prevenzione può essere condotta, quindi, attraverso due tipi di intervento: il primo prevede l’adozione di misure di prevenzione contro la puntura dei pappataci; il secondo, invece, teso a ridurre la quantità di insetti, implica l’utilizzo di insetticidi e/o operazioni, regolari, di bonifica ambientale atte ad eliminare le condizioni favorevoli allo sviluppo delle larve.
I nostri cani sono parte della nostra vita, della nostra famiglia, per questo abbiamo il dovere di proteggerli, curarli e amarli… Non dimentichiamolo mai!
Redazione Floraviva