Dopo le code al Brennero, Giansanti sollecita l’Ue sui “corridoi verdi”
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Alla vigilia della riunione tra i capi di stato della Ue, il presidente di Confagricoltura Giansanti chiede in particolare alla Commissione europea di «assicurare il regolare funzionamento della catena dei rifornimenti di beni essenziali». Vanno garantiti i “corridoi verdi”, in primis al Brennero: porta d’accesso alla Germania, che è lo sbocco principale, da 7 miliardi di euro l’anno, del made in Italy agroalimentare.
Vanno evitati i blocchi e i rallentamenti dei trasporti, in particolare al Brennero, che è il punto di passaggio fondamentale del nostro export agroalimentare in Germania, primo mercato di sbocco.
E’ il messaggio lanciato due giorni fa da Confagricoltura in vista della riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di governo della Ue in programma domani e il 26 febbraio. Occasione in cui i leader dell’Unione faranno il punto sul coordinamento delle iniziative per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
«La Commissione europea deve assicurare la libera circolazione delle merci tra gli Stati membri e il regolare funzionamento della catena dei rifornimenti di beni essenziali, come quelli destinati all’alimentazione – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Occorre assolutamente evitare la situazione di caos nei trasporti che abbiamo già sperimentato nei primi mesi dello scorso anno».
«Dopo le code chilometriche dei giorni scorsi al Brennero, le difficoltà di circolazione rischiano di estendersi al trasporto ferroviario – ha rilevato Giansanti -. Va garantito il funzionamento dei cosiddetti “corridoi verdi” per fare in modo che i valichi di frontiera restino aperti a tutti i veicoli adibiti al trasporto merci. Al riguardo, ringraziamo il ministro Giovannini per le iniziative già assunte nei confronti dell’Esecutivo di Bruxelles».
Circa la metà delle esportazioni italiane destinate al mercato europeo, sottolinea Confagricoltura, viaggiano lungo l’asse “Scandinavo-Mediterraneo” e il Brennero, in particolare, rappresenta il punto di passaggio essenziale per l’export agroalimentare verso la Germania che, con oltre 7 miliardi di euro l’anno, è il primo mercato di sbocco del Made in Italy di settore.
«Resta sullo sfondo il limite rappresentato dal fatto che circa il 90% delle merci nel nostro Paese viaggia su gomma - conclude Giansanti -. E’ una situazione da rivedere e migliorare nell’ottica di una maggiore efficienza e sostenibilità ambientale, grazie ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza».
Redazione