Coldiretti, embargo Russia: Made in Italy perde più di un miliardo

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Le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno già perso oltre un miliardo dall'inizio dell'embargo russo: così denuncia Coldiretti in occasione dell'incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin, sperando che tale dialogo possa creare le condizioni per il superamento di questa situazione dannosa non solo per questo settore.

«E’ importante che dal dialogo diretto tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin si creino le condizioni per superare l’embargo russo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, appena rinnovato sino alla fine del 2019». Così Coldiretti si è espressa chiaramente in riferimento all’incontro di Helsinki nel sottolineare che le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno perso oltre un miliardo dall’inizio dell’embargo.
Il risultato – sottolinea Coldiretti – è stato l’azzeramento della spedizione di prodotti agroalimentari Made in Italy in Russia che per molto tempo è stata un mercato importante per l’Italia. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni, si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.
Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa, ma, denuncia Coldiretti, anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin.
Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. Un blocco dunque dannoso per l’Italia anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – conclude la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente, dalla moda alle automobili fino all’arredamento.

Redazione