Cia Toscana Centro: accordo Bruschi-Tesi a spese dei vivaisti

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Il presidente di Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini, risponde al segretario di Flai Cgil Baccanelli: Cia non ha criticato il salvataggio dei dipendenti di Bruschi, semmai che si siano ignorati i vivaisti creditori (oltre 30 aziende di Cia): «in realtà sono le piante da loro fornite fino al giorno prima dell’accordo Tesi-Bruschi ad aver tutelato i 42 dipendenti di Bruschi (di cui non si sa peraltro quanti siano ancora attivi)». Per il resto, Baccanelli pare sulla nostra linea di pensiero: «Bruschi dovrebbe procedere celermente a soddisfare equamente la platea di creditori; condizione necessaria per ristabilire quei principi di trasparenza, legalità e correttezza calpestati in questa vicenda».

 
Il presidente di Cia – Agricoltori Italiani Toscana Centro, Sandro Orlandini, replica alle dichiarazioni di oggi alla stampa del nuovo segretario provinciale di Flail Cgil, Francesco Baccanelli - che è intervenuto per difendere l’accordo del 2016 fra Tesi Group e Vivai Sandro Bruschi, in seguito alla crisi di Bruschi - ricordandogli che «la Confederazione italiana agricoltori non ha mai criticato il salvataggio dei dipendenti di Bruschi, ma che si siano di fatto ignorati i vivaisti creditori, che vantano crediti stimati attorno ai 10 milioni di euro. Con quali conseguenze per il distretto vivaistico ornamentale è facile immaginare, visto che la stragrande maggioranza di tali vivaisti (fra cui oltre 30 soci di Cia) è pistoiese».
«In realtà – aggiunge Sandro Orlandini – si può legittimamente sostenere che di fatto siano le piante fornite dai vivaisti creditori all’azienda di Bruschi, fino praticamente al giorno prima dell’accordo con Tesi, ad aver consentito sinora la tutela dei 42 dipendenti (di cui non si sa peraltro quanti siano effettivamente ancora attivi e che prospettive abbiano). In ogni caso non è accettabile l’idea che per tutelare i dipendenti di un’azienda si possano ignorare il dovere di onorare i debiti e il problema della sopravvivenza dei vivaisti fornitori, fra l’altro in numero di gran lunga maggiore rispetto ai dipendenti di Bruschi. Con simili premesse il distretto vivaistico sarebbe destinato ad implodere».
«Per il resto delle sue dichiarazioni al Tirreno – conclude Orlandini -, Baccanelli ci pare sulla nostra linea di pensiero: Bruschi dovrebbe procedere celermente a definire il piano di ricomposizione del debito al fine di soddisfare equamente la platea dei creditori (cosa che non ha ancora fatto nonostante che sia passato ben più di un anno). Tale ricomposizione è la condizione necessaria per ristabilire nell’ambito del distretto vivaistico di Pistoia quei principi di trasparenza, legalità e correttezza che sono stati calpestati in questa vicenda».
 
Redazione