Che cosa significherebbe la possibile Brexit per il settore floricolo?

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Il voto della Gran Bretagna, riguardante una possibile uscita dall'Unione Europea si rivela determinante anche per il settore floricolo. Se i grossisti britannici vedono alcune opportunità nella Brexit, molti coltivatori sono incerti circa la stabilità del mercato internazionale di piante e fiori successivamente a un voto in questo senso. Per coltivatori e innovatori gli affari diventerebbero più complicati e costosi.

Anche se la scelta “remain” sembra per ora avere la meglio, per i veri risultati del referendum dovremo attendere lo spoglio di questa notte. Intanto è interessante capire cosa significherebbe una “Brexit” per la floricoltura inglese e non solo. I grossisti sembrerebbero ad oggi i più ottimisti del settore sulla fuoriuscita dall'UE da parte della Gran Bretagna. Probabilmente, infatti, non ci sarebbero dirette conseguenze per i grossisti, questo ovviamente se il valore della sterlina non calerà. Molti fiori sono importati dal Sud America e se la sterlina dovesse scendere nei confronti del dollaro, questo rappresenterebbe un grande problema. Oggi i fioristi pagano il 20% di IVA sui fiori acquistati dai grossisti e solo il 6% per i fiori che importano dai Paesi Bassi. Se la Gran Bretagna lasciasse invece l'Unione Europea, l'IVA sui prodotti ornamentali olandesi potrebbe possibilmente aumentare e dunque questo mercato si configurerebbe meno attrattivo per i fioristi. Questi ultimi comprerebbero a questo punto con più facilità la stessa quantità di fiori, anche più fresca, direttamente dai grossisti inglesi ad un prezzo simile. Se i grossisti possono vedere una possibilità di vantaggio nella Brexit, gli importatori hanno di fronte tutta un'altra prospettiva. Se infatti la sterlina scendesse, i loro fiori sarebbero più cari per gli inglesi. Nonostante la sterlina sia già stata in caduta, nel 1993 e nel 2008, in quelle occasioni la gente ha continuato a comprare i fiori, anche se più costosi. Ma per evitare brutte sorprese e restare in una situazione di stabilità, la Brexit non si prospetta una buona “uscita” per gli importatori. I costi e le difficoltà di gestione interessano molto ai coltivatori di piante: “Plants for Europe”, agenzia indipendente per i diritti dei coltivatori di piante da giardino, ritiene importante ricordare i diritti sulle varietà delle piante. Fino ad oggi, infatti, si è utilizzato l'”European Union Plant Variety Rights”, anche se la Gran Bretagna possiede un suo sistema. Se il Regno Unito dovesse lasciare l'Unione Europea, il “PVR UE” non sarebbe più applicabile nel Regno Unito e per “Plants for Europe” questo risulterebbe negativo per la tutela . Brexit renderebbe dunque il business più difficile e più dispendioso per coltivatori e innovatori.

Redazione