Arredi protesici e spazi multisensoriali per demenza, Alzheimer e altre malattie
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Intervista a Gian Paolo Bucchioni, titolare di Generali Arredamenti, leader in Italia nella progettazione di ambienti per l’applicazione di terapie non farmacologiche dell’Alzheimer e di altre forme di demenza, nonché per l’ordinaria gestione di questa categoria di malati. Nell’azienda pistoiese si è tenuto un importante seminario di aggiornamento sulle prospettive di tali terapie fondate sulla stimolazione multisensoriale.
«Lo scopo della nostra iniziativa era porre l'attenzione sugli sviluppi delle terapie non farmacologiche a livello europeo e far capire cosa si riesca a sviluppare in ambienti tecnologicamente attrezzati per la stimolazione multisensoriale, quali siano i loro benefici. Abbiamo individuato nella dott.ssa Amèlia Martins, membro ISNA e formatore Snoezelen autorizzato in Spagna e Portogallo, colei che poteva fare al meglio il punto sui risultati di tale pratica nelle strutture adibite al decadimento cognitivo e all’Alzheimer, essendo costei, oltre che una eccellente studiosa di neuropsicologia clinica, anche un operatore qualificato impegnato in prima persona sul campo in qualità di direttore tecnico della Casa Santa Beatriz da Silva di Granada».
Così Gian Paolo Bucchioni, titolare di Generali Arredamenti, spiega a Floraviva le ragioni del seminario di aggiornamento “Terapie non farmacologiche e stanza multisensoriale: le prospettive terapeutiche”, riservato a infermieri e operatori della riabilitazione, che si è tenuto per due giorni alcune settimane fa nella propria sede in località Bonelle a Pistoia. Fra i temi affrontati in tale occasione da Amèlia Martins, ci sono stati la definizione e l’utilizzo della metodologia terapeutica multisensoriale (una terapia della demenza, dell’autismo o di altre patologie conseguenti a danni cerebrali che si avvale di ambienti multisensoriali controllati); il funzionamento delle varie attrezzature di stimolazione multisensoriale e la corretta pianificazione delle sessioni di stimolazione, nonché la valutazione dei risultati.
Generali Arredamenti è un’azienda pistoiese all’avanguardia nella progettazione e nell’allestimento di ambienti per l’applicazione di terapie non farmacologiche dell’Alzheimer e di altre forme di demenza, che «ha strutturato presso la propria sede – come dice Bucchioni - una équipe multidisciplinare fatta da personale sanitario, infermieri e fisioterapisti, per dar corpo a una progettazione di ambienti terapeutici che parta sempre dalle esperienze dirette degli operatori e sia scientificamente verificabile». Generali Arredamenti, aggiunge Bucchioni, è dotata di un «laboratorio di sperimentazione, con la stanza multisensoriale, le tavole tattili, il posto letto “gentle care” e il progetto del treno per la terapia del viaggio». «Con questo seminario abbiamo voluto presentarci come il principale operatore economico in Italia (se non l’unico) nella progettazione e realizzazione di ausili, protesi e arredi all’avanguardia nel supporto di una corretta applicazione delle principali terapie non farmacologiche».
Dunque, che cosa è emerso nel seminario di Amèlia Martins riguardo alle ultime ricerche e ai risultati di questo approccio metodologico alla demenza e quindi sull’uso di attrezzature di stimolazione multisensoriale?
«Come anche dalle relazioni svolte a Pistoia in occasione del sesto convegno nazionale sui centri diurni Alzheimer, è emerso che l’ambiente arricchito è fondamentale nel contrasto al decadimento cognitivo. La stimolazione multisensoriale svolta in ambienti strutturati e applicata con metodo, rappresenta una risposta terapeutica fondamentale. Il far interagire con elementi luminosi, sonori, olfattivi e tattili i pazienti consente un duplice risultato: la creazione di un ambiente protetto che aiuta a calmare o controllare gli stati di agitazione; la generazione di stimoli interattivi capaci di destare in qualche modo interesse o attenzione nei malati».
Ecco, può spiegare, in sintesi, come deve essere strutturata una stanza multisensoriale adeguata e come devono essere concepiti gli arredi protesici per la demenza? E come utilizza e utilizzerà queste conoscenze Generali Arredamenti?
«Diciamo che Generali Arredamenti persegue ormai da anni l’obiettivo di dare alle persone affette da demenza l’opportunità di invecchiamento in una struttura con una qualità di vita analoga a quella di cui godono le persone anziane non dementi. Oggi è più corretto quindi parlare di ambiente arricchito, ambiente terapeutico, ambiente protesico: tutte definizioni che ampliano il concetto di stanza, distribuendo elementi di stimolazione un po’ in tutti i locali. Certo esistono locali specifici, quali la stanza multisensoriale e il treno terapeutico, che sono luoghi di terapia imprescindibili, ma hanno molta più efficacia terapeutica quando inseriti in un contesto di stimolazione permanente e globale. Spesso la progettazione non recepisce questa necessità, e qui rispondo alla seconda domanda, ma la nostra proposta di ambienti strutturati per ospiti con disorientamento (demenza è un termine medico) invece non prescinde mai dal coinvolgimento di un team multidisciplinare, è il frutto di tale coinvolgimento, per cui le soluzioni che proponiamo hanno quelle caratteristiche onnicomprensive a cui ho fatto cenno prima».
Un’ultima domanda: che peso avrà nell’attività complessiva di Generali Arredamenti questa attività dedicata agli spazi per malati di Alzheimer e altre forme di demenza?
«Le tipologie degli ospiti che vengono inseriti nelle Rsa, nei centri diurni e nelle case di riposo oggi sono molto più problematiche rispetto a quelle di 10 anni fa. Ma il nostro percorso va nella direzione di rendere normali tali inserimenti, proponendo sempre soluzioni testabili per lo svolgimento delle terapie non farmacologiche. L’aver avviato un tavolo permanente di confronto e aggiornamento con associazioni, cooperative di gestione, direttori di Rsa, centri diurni e case di riposo presso la nostra sede rappresenta ad oggi un vantaggio competitivo importante che è il punto di partenza per un programma di arredi e un’offerta di soluzioni destinati a rappresentare in futuro la componente principale delle nostre proposte commerciali, se non addirittura l’unica direzione per un bel po’ di anni a venire».
Redazione Floraviva