COPA COGECA: NO AI DAZI UE SU FERTILIZZANTI DA RUSSIA E BIELORUSSIA

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Dal 1° luglio 2025 scattano i dazi aggiuntivi decisi da Bruxelles. Copa Cogeca commenta: senza alternative per gli agricoltori, si mina la sostenibilità del settore agricolo europeo.

Con il voto del Parlamento europeo, è stata approvata in via definitiva la proposta della Commissione UE che introduce dazi aggiuntivi sulle importazioni di fertilizzanti da Russia e Bielorussia, con applicazione a partire dal 1° luglio 2025. La misura, che mira a rafforzare le sanzioni economiche nel contesto geopolitico attuale, ha però sollevato forti critiche da parte del Copa e della Cogeca, le due principali organizzazioni rappresentative degli agricoltori e delle cooperative agricole europee.

Pur riconoscendo la legittimità degli obiettivi di politica estera, Copa e Cogeca denunciano la totale assenza di una valutazione d’impatto e l’assenza di strategie di approvvigionamento alternative, elementi che rendono la misura un potenziale fattore di squilibrio per la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole dell’UE.

“Serve una visione strategica – sottolineano – che includa soluzioni di economia circolare, come il ricorso a nutrienti riciclati da digestati e materiali RENURE, e deroghe strutturali alla direttiva nitrati per l’uso di effluenti zootecnici, in modo da ridurre la dipendenza dai fertilizzanti fossili”.

Le organizzazioni agricole europee chiedono inoltre di eliminare le sovrapposizioni normative tra CBAM, direttiva nitrati e limiti sul cadmio, per evitare di penalizzare gli agricoltori più virtuosi. Invocano anche l’abolizione dei dazi su fertilizzanti provenienti da Paesi affidabili e la creazione di uno strumento europeo di gestione del rischio per l’intera filiera dei fertilizzanti, unitamente alla pubblicazione mensile dei prezzi in tutti gli Stati membri.

Per Copa e Cogeca, infine, resta irrisolta la questione di fondo: “Senza una credibile strategia di diversificazione, la proposta rischia di compromettere la sicurezza alimentare e la redditività economica dell’agricoltura europea”.

Andrea Vitali