L’assessora Saccardi su verde e salute, foreste e vivaismo
-
in Vis-à-vis
Per Stefania Saccardi il binomio verde-salute è sempre più compreso e c’è maggiore attenzione al verde, ma il verde, sia forestale che urbano, va gestito. La presenza in Toscana di un vivaismo così sviluppato e anche attento all’ambiente è un’opportunità per ripopolare di piante le realtà urbane.
«Il convegno introduce una riflessione straordinariamente interessante: il collegamento tra il verde, anche in aree urbane, e le prospettive della salute. La salute a volte la accostiamo un po’ troppo alla sanità, ma è fatta in gran parte di aspetti che non hanno attinenza con la sanità propriamente detta. Ha a che fare appunto con l’ambiente nel quale si vive, con i nostri stili di vita, con quello che si mangia, con le condizioni socioeconomiche. E l’aspetto dell’ambiente e dei luoghi in cui si vive diventa sempre più importante nella prospettiva della salute».
È iniziata con queste parole la nostra breve intervista alla vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi, a margine del convegno sul verde e la salute organizzato il 7 luglio mattina a Firenze presso Villa Bardini da Assoverde e Confagricoltura in collaborazione con la Società Toscana di Orticultura (vedi). Del resto, grazie anche alle precedenti esperienze di presidente della Società della salute di Firenze e di assessore regionale al Diritto alla salute, al welfare e all’integrazione socio-sanitaria, non poteva non essere interessata all’argomento del convegno. Ma Floraviva ha cercato di sollecitarla anche su come la Regione Toscana si stia muovendo su questo fronte, cioè per capitalizzare i benefici del verde sulla salute e per favorire il contributo della produzione vivaistica allo sviluppo green delle città.
«Il periodo della pandemia ce lo ha dimostrato – ha continuato la vicepresidente Saccardi - sempre più spesso le persone cercano luoghi all’aperto, cercano il verde, i nostri agriturismi erano pieni anche quando magari l’ospitalità in città era meno piena. C’è quindi una forte riscoperta. La pandemia ha fatto riscoprire fortemente l’importanza dell’ambiente e del verde. Devo dire che oggi anche le grandi città, Firenze ne è un esempio e l’opera importante di Cecilia Del Re in questi anni lo ha dimostrato, fanno moltissima attenzione alla costruzione di un ambiente che dia anche dentro la città la percezione della presenza della natura e del verde, che sicuramente ha una incidenza forte sulla percezione e anche sulle condizioni di salute. Ormai i giardini curativi per alcune malattie, penso all’Alzheimer, sono sempre più diffusi e anche in altri ambiti si cerca di costruire luoghi nei quali le persone si possano sentire maggiormente a proprio agio. E quindi una riflessione che mette in stretta correlazione la salute con il verde e anche il verde urbano credo sia una bella riflessione e una sfida importante per tutti».
E la Regione come si sta muovendo per favorire lo sviluppo e la buona gestione del verde in generale?
«Intanto va ricordato che abbiamo un patrimonio agricolo-forestale enorme nella nostra regione, di proprietà della Regione medesima, un patrimonio agricolo-regionale che si attesta attorno ai 110 mila ettari. Noi lo gestiamo attraverso l’Unione dei Comuni, facciamo dei piani di gestione forestale che cercano di gestirlo. Perché è un concetto che non possiamo dimenticare: i boschi e anche il verde urbano vanno gestiti, non possono essere abbandonati. L’idea che l’ambiente sia così perché nasce così e va da sé così è un’idea sbagliatissima. Se vogliamo un ambiente che davvero svolga la sua funzione in modo giusto deve essere gestito dall’opera intelligente e sapiente dell’uomo e l’agricoltura in questo svolge un ruolo fondamentale. Insieme all’Unione dei Comuni facciamo dunque i piani di gestione forestale, che oggi sono così importanti anche nell’ambito della stagione degli incendi, e prevediamo anche nell’ultimo Psr una serie di misure di carattere forestale molto importanti sia a beneficio dei comuni che delle singole imprese agricole, affinché le nostre foreste, che sono un patrimonio infinito perché la Toscana è la regione più forestata d’Italia, siano gestite nel modo giusto e siano appunto un patrimonio, non un rischio…»
…dei sostegni per favorire la buona gestione delle foreste?
«Perché si possano gestire nel modo giusto e perché non siano in stato di abbandono ma invece un elemento di ricchezza per la nostra regione».
Che cosa si può fare perché l’attività vivaistica possa dare al meglio il suo contributo allo sviluppo del verde anche nelle città?
«Noi siamo una Regione dove il vivaismo occupa un posto fondamentale e devo dire che, per quello che riusciamo a vedere, l’attività vivaistica da noi non solo è straordinariamente sviluppata ma presenta anche un livello di qualità molto alto e anche di attenzione all’ambiente. Contrariamente a quello che si dice, io verifico che invece c’è una grande attenzione, una grande sperimentazione per rendere l’attività compatibile e quindi credo che sia una grande opportunità e un grande valore avere il vivaismo sul nostro territorio. Noi cerchiamo di dare una mano. Abbiamo messo subito risorse sui Pid perché si portassero in fondo e certamente lavoriamo di concerto con il vivaismo perché anche le nostre realtà urbane possano trovare nel vivaismo quel serbatoio indispensabile per poter ripopolare di piante anche grandi zone. Il periodo della pandemia ha fatto riscoprire per tanti versi anche l’aspetto della cura delle piante, tant’è che il settore del vivaismo ha avuto uno slancio molto forte durante il periodo del Covid. Credo che sia un bel segnale e anche la dimostrazione di come anche dai problemi si possano ricavare degli aspetti di positività e di crescita»
L.S.