Florovivaismo: Al solito pochi dati. Nel 2017 cresce solo la Toscana
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in Editoriali
Malgrado il calo generale del comparto la Toscana del FloroVivaismo cresce a valore e mantiene il primato.
Partendo dal rapporto dati dell’agricoltura Istat 2017, la sezione dedicata al FloroVivaismo conferma alla Toscana il primato con un fatturato di 796 milioni di euro su di un totale di 2.538 milioni d’euro, seguita dalla Liguria con 347 milioni. Da notare che la media dei fatturati negli anni che vanno dal 2012 al 2016 era di 791 milioni. Quindi, malgrado a livello nazionale il fatturato sia in calo dell’1,4%, la Toscana conferma il primato e aumenta dell’1% il suo fatturato rispetto alle medie nazionali 2012-2016.
Le motivazioni del calo generale, secondo ISTAT, con il quale sono parzialmente d’accordo, sono da ascriversi alle avverse condizioni meteo che, come si sa, influenzano sia il sell-in che il sell-out del settore. D’altronde, come evidenziavo in uno dei miei precedenti editoriali, le meteo sono ormai una criticità che può divenire, se ben interpretata, un vantaggio competitivo. Lo spostarsi alle alte latitudini di climi più miti permette infatti la commercializzazione, ma anche la produzione, di piante che una volta non era possibile commercializzare. Così come particolari condizioni di arsura alle basse latitudini non permettono coltivazioni, né consumo privato, con aumenti importanti delle risorse idriche.
Le meteo, infatti, influenzano sia le rotazioni di coltivazione produttiva, che l’umore del privato, che acquista in tempi diversi rispetto ad alcuni anni fa. Qui le funzioni preposte alle strategie di settore per enti e aziende avrebbero dovuto già tenere in considerazione questi aspetti e, certamente, non potranno più esimersi dal farlo per il futuro prossimo e ripensare, appunto, strategie e tattica per affrontare il mercato.
Gli altri fattori, che hanno determinato il calo, sono la mancata capacità delle aziende di destagionalizzare le produzioni e il calo di competitività dei prodotti indigeni, che hanno subito la concorrenza dei mercati UE, alimentati da politiche di internazionalizzazione mirate più al profitto di breve periodo che a politiche di consolidamento di medio-lungo.
Non ultimo il momento congiunturale che ha ridotto il potere d’acquisto dell’utente e delle stesse amministrazioni pubbliche, una volta grandi buyer del settore. Interessante anche la ripartizione dei fatturati che un recente studio (febbraio 2018) di Banca Intesa valuta, per la PLV (produzione lorda veduta -sell-in-) di Pistoia, in 300 milioni di euro, di cui 160 esportati.
Anche grazie alla distinzione del grafico che segue,
sempre in base ai dati forniti da Intesa San Paolo, dove si vedono gli ettari coltivati, si capisce che non sono comprese le produzioni di Pescia e Viareggio. Gli altri due poli produttivi che, per differenza, valgono quindi circa 496 milioni di euro.
Insomma, grandi scommesse da fare nei prossimi anni per tutti i player di settore (produttori, commercianti, retailer) che dovranno lavorare di più, e meglio, su studio, ricerca, sviluppo, piani industriali, business plan e, soprattutto, su controllo di gestione e per centro di costo, strumenti che non sono certamente propri della cultura di questo segmento che sino ad oggi ha sempre preferito lavorare a vista.
Quello che emerge chiaro, anche alla luce delle nuove forme di commercio che sempre più stanno conquistando i mercati, è che chi quanto prima riuscirà a darsi una veste aziendale ben strutturata, prima riuscirà a competere a pari livello sullo scenario internazionale. Anche nelle piccole dimensioni, si dovrà contare su di una organizzazione strutturata che, condita con una maggiore agilità, potrà dare più chance per competere a pari livello dei grandi.
Ancora determinante è la raccolta dei dati, che per il FloroVivaismo è particolarmente difficile. Niente di ufficiale arriva dai maggiori mercati: Pescia, Pistoia e Viareggio. In generale l’agricoltura 2017, secondo i dati diffusi da ISTAT, ha diminuito la produzione del -4,4% ed aumentato a prezzi correnti i volumi del 3,9%. I prezzi di vendita sono mediamente aumentati del 6,8%.
Purtroppo nel FloroVivaismo questa analisi non è stata fornita. Segno che i dati non lo hanno permesso, anche se la Toscana, seconda solo dopo la provincia autonoma di Trento, ha registrato un calo produttivo generico in agricoltura del 8,8% e del valore aggiuntivo del 11,1%. Questo però non vuol dire che sia accaduto anche nel FloroVivaismo, dovremmo dunque capire se e quanto esso è cresciuto a valore, quantità e per tipologia. Mi duole allora rimarcare che la questione dati per il settore rimane determinate per compiere scelte giuste e smetterla di navigare a vista.
Andrea Vitali