Ecomondo: quanti alberi da piantare per evitare l’illusione di un Eco nel Mondo?
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in Editoriali
Dal 5 al 6 novembre a Rimini, in occasione di Ecomondo, si terrà la XII edizione degli Stati Generali della Green Economy, un evento che si preannuncia cruciale per il futuro della transizione ecologica in Europa e la sua promessa di piantare 3 miliardi alberi entroil 2030. Questo appuntamento, tra l'altro, coincide con momenti politici internazionali di rilievo: le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e la COP sul clima a Baku, che seguirà la fiera, che offriranno uleriori spunti di riflessione.
Promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy, con il Ministero dell'Ambiente e il patrocinio della Commissione Europea, l’incontro vedrà la partecipazione di oltre 66 organizzazioni d'impresa, anche se non sono stati ancora definiti i dettagli sui paesi partecipanti. Credo e spero che un tema centrale, soprattutto durante la sessione plenaria internazionale del 6 novembre, sarà il divario tra le ambiziose promesse del Green Deal e i progressi reali, ancora lontani dall assicurare il raggiungimento degli obiettivi climatici ed ecologici prefissati dall’Unione Europea. Un esempio emblematico di questo divario è la messa a dimora dei 3 miliardi di alberi entro il 2030. Ad oggi, sono stati piantati solo 14,9 milioni di alberi, ovvero meno dell'1% del traguardo. Di fronte a questi numeri, il fallimento di una strategia pianificata appare evidente. Le cause? Prima di immaginare soluzioni di “produzione,” occorre comprendere l’essenza di questa sfida: come produrre tre miliardi di alberi? Molti puntano il dito contro il mancato sostegno finanziario e la carenza di superfici adeguate per la piantumazione. Tuttavia, il vero errore è stato dimenticare che gli alberi sono organismi viventi che necessitano di tempo per crescere. Parlare di produzione di massa è del tutto inadeguato; non stiamo parlando di oggetti, ma di esseri viventi che devono poter svolgere la propria funzione ecologica. Non si tratta di una “linea di produzione” da velocizzare.
Durante Ecomondo, mi auguro che i partecipanti possano confrontarsi su come le politiche ambientali europee possano essere ricalibrate per garantire non solo il raggiungimento di questi obiettivi, ma anche un approccio più realistico e sostenibile per tracciare un percorso concreto verso la transizione ecologica, sollecitando azioni che trasformino le promesse in risultati tangibili. Leggo dei temi di approfondimento, tutti importantissimi: economia circolare, green city, gestione delle risorse idriche, qualità dell'aria ed economia “Nature Positive”; sono tutti temi che devono essere integrati per evitare che quei tre miliardi di alberi diventino l'eco nel mondo dell'ennesima illusione.
Andrea Vitali