La pique assiette ovvero frammenti, fantasia e colore
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in Ispirazioni
Si potrebbe definire come “l’arte di mettere insieme i pezzi” o un metodo per non arrabbiarsi troppo, dopo aver rotto un piatto del servito buono, perché da quei cocci potrebbe prendere vita un capolavoro!
La pique assiette, o trencadís, è una tecnica ornamentale che impiega frammenti di ceramica. Questa arte naif può essere un passatempo piacevole , naturalmente scollegata dalla realtà culturale in cui è prodotta, da non confondere con la tecnica del mosaico, anche se, gli somiglia molto.
Si è detto frammenti di ceramica (possibilmente colorati e lucidi, per giocare meglio con la luce e la tridimensionalità delle superfici), ma anche pezzi di vetro o specchio, materiale di scarto, manici di tazzine da caffè o qualsiasi cosa attiri la nostra attenzione. Il disegno originale di un piatto o di una piastrella, una volta rotto, scomposto e ricomposto, assume tutto un altro aspetto e significato.
Uno degli esponenti più sorprendenti di questa arte naif è stato Raymond Isidore (1900-1964). La sua vedova ha raccontato di averlo visto lavorare per 29.000 ore con circa 15 tonnellate di piatti rotti. Raymond Isidore creò il suo mondo finché non se ne andò! Era una persona semplice, ignorante e solitario, proprio per questo un personaggio straordinario perché fu architetto, costruttore, pittore e mosaicista.
Quando andava in giro, aveva preso l’abitudine di raccogliere pezzi di vetro e terracotta, che poi usava per decorare la sua casa con l’intenzione di abbellirla e, da lì, non riuscì più a fermarsi. Ricoprì le pareti di casa, i muri esterni, mobili e pavimenti e dettagli del giardino. Le sue opere stupiscono per la loro varietà: volti, fiori, animali e per l’incredibile mole di lavoro. Sicuramente visitare la sua casa sarà un modo per trovare ispirazione, così come cercare sui social network oggetti decorati con questa tecnica, senz'altro più alla nostra portata! Un altro suggerimento che viene da Isidore è di guardarci intorno, perché ovunque possiamo trovare quel frammento di ceramica che stavamo cercando, per iniziare o terminare la nostra opera d’arte!
Questa tecnica era usata anche dagli architetti modernisti, il più famoso è Antoni Gaudì (1852-1926). La prima volta che usò questa tecnica fu per il battente dell’entrata dei Padiglioni Guell, semplicemente furono rotte delle piastrelle quando non potevano essere usate intere, questo offrì un risultato visivo ben diverso da quello che offriva il disegno originale della piastrella completa.
Partendo da esempi famosi, grazie alle immagini che Floraviva ha selezionato per voi, con fantasia e un po’ di dimestichezza con cemento, spatole, stucco e, soprattutto tanti frammenti colorati e casuali di ceramica, possiamo tutti diventare dei provetti picassiette. Buon divertimento!
Rubrica a cura di Anne Claire Budin