Dopo Londra, nella giungla: SFER IK approfondisce il concetto di Biophilia

Dopo Londra, nella giungla: SFER IK approfondisce il concetto di Biophilia

Abbiamo già esplorato il concetto di biophilia applicato all’ufficio moderno, ma ora vogliamo andare oltre. SFER IK, un centro artistico immerso nella giungla Maya, ci mostra come il biophilic design possa trasformare non solo gli spazi lavorativi, ma anche quelli dedicati all’arte, mettendo in scena una perfetta integrazione tra architettura e natura.

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Il biophilic design si propone di riportare la natura negli ambienti costruiti, promuovendo il benessere umano attraverso l’integrazione di elementi naturali. Questa filosofia, sviluppata per rispondere alla crescente alienazione delle persone dalle risorse naturali, sta trovando applicazione nelle città moderne, dove il contatto con la natura si è fatto sempre più raro. Il termine “biophilia”, coniato dallo psicologo Eric Fromm e reso popolare dal biologo Edward O. Wilson, si traduce come “amore per la vita” e descrive la tendenza umana a cercare un legame con altre forme di vita. Secondo Wilson, l’uomo ha un bisogno intrinseco di interagire con la natura, necessaria per il suo equilibrio fisico e mentale. Gli architetti e designer di oggi hanno abbracciato questi principi, creando spazi che rispondono alla naturale propensione umana a sentirsi bene immersi in ambienti simili al nostro habitat ancestrale.

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Elementi come piante, acqua e luce naturale, così come materiali neutri come il legno e i colori terrosi, sono tutti componenti fondamentali del biophilic design. Gli spazi progettati con questi elementi favoriscono il rilassamento, riducono i livelli di stress e stimolano la creatività. Un esempio straordinario di biophilic design è il centro artistico SFER IK, situato nella giungla Maya vicino a Tulum, in Messico.

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Questo museo, progettato dall'architetto autodidatta Eduardo Roth, sfida le convenzioni del design tradizionale, fondendosi perfettamente con l’ambiente circostante. Realizzato con alberi, liane e materiali locali, SFER IK è concepito come un’estensione vivente della giungla. Non è sigillato ermeticamente come una galleria tradizionale: quando piove, l’acqua può filtrare liberamente, mantenendo vivo il legame tra spazio interno ed esterno.

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L’approccio biophilic è evidente anche nell’organizzazione degli spazi. Gli elementi curvilinei e organici permettono alla vegetazione di crescere all'interno, creando un micro-ecosistema che evolve con il tempo e il clima. L’idea di Roth è quella di far interagire gli ospiti con la natura, offrendo un’esperienza sensoriale completa che arricchisce sia la mente che lo spirito. SFER IK non solo ospita opere d'arte, ma è esso stesso una rappresentazione vivente di biophilic design, dove le persone possono sperimentare direttamente i benefici di un’architettura integrata nella natura.

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Secondo Stephen R. Kellert, emerito professore alla Yale University e promotore del biophilic design, ci sono cinque principi fondamentali per un design realmente biophilico: 1) deve favorire l’adattamento umano al mondo naturale; 2) richiede un coinvolgimento prolungato con la natura; 3) deve integrare interventi che si armonizzano con l’intero ambiente; 4) deve stimolare attaccamenti emotivi ai luoghi; 5) e deve promuovere interazioni positive e relazioni tra le persone e l’ambiente naturale. SFER IK incarna questi principi, creando un legame intimo tra architettura e paesaggio.

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In sintesi, il biophilic design rappresenta una rivoluzione nel modo in cui concepiamo gli spazi in cui viviamo e lavoriamo. SFER IK è un esempio ispiratore di come la biophilia possa ridefinire il concetto di architettura, portando la natura al centro dell’esperienza umana. Con l’aumento della consapevolezza dei benefici del contatto con la natura, il biophilic design promette di diventare un pilastro per il futuro, aiutandoci a costruire città che non solo soddisfano le nostre esigenze pratiche, ma anche il nostro bisogno fondamentale di connetterci con il mondo naturale.

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Redazione