Bambù: dalla tradizione a Hong Kong al design sostenibile di Pechino

Bambù: dalla tradizione a Hong Kong al design sostenibile di Pechino

Gli imponenti grattacieli di Hong Kong si affidano ancora agli impalcati di bambù, mentre il Rising Canes Pavilion di Pechino reinventa il bambù in architettura.

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 Hong Kong è celebre per i suoi grattacieli, unici al mondo per numero e imponenza, e per l'uso ancestrale degli impalcati in bambù, tradizione mantenuta nel tempo. In questa città densa e verticale, i lavoratori chiamati "ragni" si arrampicano con abilità e sicurezza su queste strutture intrecciate, persino a decine di metri d'altezza. Nonostante le tecnologie moderne, questi impalcati restano una parte vitale del paesaggio urbano.
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A Hong Kong si contano oltre 1600 grattacieli, di cui più di 550 superano i 150 metri. Mentre altre città hanno abbandonato il bambù a favore di acciaio e alluminio, Hong Kong è uno degli ultimi bastioni dove il bambù domina ancora. Il motivo? La sua leggerezza, flessibilità e il costo contenuto: un bastone di bambù costa circa 15 dollari hongkonghesi, mentre un tubo di metallo può superare i 280. In un centro urbano dove le vie sono strette, il bambù è facile da trasportare e tagliare su misura, permettendo un'installazione rapida ed efficiente anche nei luoghi più angusti.
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La sicurezza di questi lavoratori è tuttavia sempre a rischio, data l’altezza vertiginosa alla quale operano. Le normative sono severe, e chi lavora sugli impalcati deve possedere una formazione specifica e coraggio. Wallace Chang, professore di architettura all'Università di Hong Kong, sottolinea quanto questa professione sia pericolosa ma indispensabile per preservare l'eredità culturale della città.
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Al contempo, in altre città asiatiche come Pechino, il bambù è diventato simbolo di sostenibilità e innovazione. Un esempio emblematico è il Rising Canes Pavilion, progetto presentato da Penda alla Beijing Design Week del 2015. Questa struttura triangolare è stata concepita per esplorare sistemi modulari ecologici, che potrebbero in futuro evolversi in abitazioni, hotel o rifugi d'emergenza. Realizzato con materiali interamente riciclabili – bambù e corde – senza uso di chiodi o viti, questo padiglione rappresenta un approccio rivoluzionario alla sostenibilità.
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Durante la Design Week, il padiglione ha offerto ai visitatori un'esperienza interattiva: sono stati invitati a piantare semi in ceste collocate attorno alla struttura, creando un legame diretto con la natura. Con il passare del tempo, la vegetazione sarebbe dovuta crescere, divenendo parte integrante del design, enfatizzando così il potenziale del bambù come materiale che si fonde con l'ambiente.
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La tradizione del bambù per le impalcature non è unicamente legata alla costruzione: in tutta l'Asia, è simbolo di un equilibrio con la natura, grazie alle sue proprietà di rapidissima crescita e alla capacità di rigenerarsi senza danni ecologici. Questo equilibrio tra uomo e natura è stato perfezionato nei secoli, permettendo costruzioni sicure anche in contesti urbani complessi.
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Il progetto di Penda si inserisce nella filosofia Cradle to Cradle, che promuove un sistema di economia circolare priva di rifiuti e che si auto-rigenera. Questo approccio invita a ripensare i metodi di costruzione tradizionali e a sviluppare soluzioni sostenibili. L'uso del bambù, un materiale rinnovabile e leggero, dimostra come questo possa giocare un ruolo fondamentale nelle sfide ambientali del futuro, ispirando nuove forme di costruzione più rispettose dell’ambiente.
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In conclusione, il Rising Canes Pavilion di Pechino e le impalcature di bambù di Hong Kong rappresentano due facce di una stessa medaglia: da un lato, la preservazione di una tecnica secolare; dall'altro, l'applicazione innovativa di questo materiale per rispondere alle sfide moderne. La combinazione tra tradizione e innovazione potrebbe trasformare il settore edilizio, guidandolo verso un futuro in cui sostenibilità e efficienza sono al centro del processo creativo e costruttivo. L’adozione del bambù in progetti architettonici potrebbe cambiare il volto delle città, offrendo un’alternativa valida e naturale all’uso di materiali tradizionali più impattanti.
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Redazione