TOSCANA LOCOMOTIVA DELL'EXPORT: IL VIVAISMO ATTARDATO RILANCIA CON "VIVAISMO NEL FUTURO SOSTENIBILE"
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in Il vivaista

A Firenze 60 top manager per “Obiettivo Italia 2025” di Intesa Sanpaolo. Crescita, dazi e nuove rotte per l’export e rischio delocalizzazione. Il vivaismo toscano si riorganizza con un progetto da 25 milioni.
A due settimane dalla tappa fiorentina di “Obiettivo Italia 2025”, il roadshow promosso dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, emergono i contorni di una Toscana sempre più strategica nel quadro dell’internazionalizzazione economica. Con un +13,6% di crescita dell’export nel 2024 – pari a 7,6 miliardi in più – la regione si è affermata come locomotiva italiana sui mercati esteri, grazie alla spinta di farmaceutica (+33,8%), oreficeria (+102,7%), meccanica, agroalimentare e cantieristica.
Firenze ha ospitato 60 imprenditori del Centro-Nord per discutere le nuove traiettorie dell’economia, con una lente sui rischi globali e le opportunità offerte dalla rimodulazione del PNRR e dal calo dei tassi di interesse previsto per il 2025. L’analisi di Giovanni Foresti, responsabile Regional Research di Intesa Sanpaolo, ha messo in evidenza un potenziale rimbalzo dei consumi interni, pur in un contesto ancora fragile. La visita della premier Meloni a Trump e i nuovi dazi USA aprono però scenari d’incertezza, soprattutto per l’export agroalimentare e florovivaistico, tradizionalmente orientato ai mercati transatlantici.
E proprio qui si colloca la riflessione più strategica per il Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, cuore del florovivaismo europeo, che non ha beneficiato del recente boom dell’export toscano. Il comparto, dopo il boom pandemico da autoconsumo verde, attraversa una fase di transizione verso modelli più sostenibili e internazionali. A rilanciarlo è l’ambizioso progetto “Vivaismo nel Futuro Sostenibile”, promosso da AVI (Associazione Vivaisti Italiani) e approvato nell’ambito del Decreto Interministeriale n. 0461776 del 18/09/2024, per un investimento complessivo di 25 milioni di euro.
Il progetto, strutturato in cinque assi strategici, punta a ridurre il fabbisogno idrico e l’uso di fitofarmaci, aumentare la produzione di energia rinnovabile, migliorare il welfare aziendale e digitalizzare i processi. Tra gli obiettivi: invasi aziendali per la raccolta delle acque piovane, sistemi irrigui intelligenti, software avanzati per la gestione vivaistica, sostituzione di materiali non eco-compatibili e rimozione di elementi pericolosi come il cemento-amianto. Una visione industriale che intende trasformare e rilanciare il distretto in un polo d’eccellenza green e competitivo a livello europeo.
La case history toscana mette in luce anche un altro fronte: la reattività delle imprese ai dazi USA. Un’indagine di Intesa Sanpaolo mostra un’alta propensione a diversificare mercati e aprire filiali negli Stati Uniti. Medio Oriente, India e Nord Africa si affermano come nuove rotte per l’export, in risposta al rischio, comunque concreto di delocalizzazione. Intesa Sanpaolo, con la sua presenza capillare tra Ancona, Firenze e Bologna-Parma, supporta oltre 1.600 clienti corporate del Centro-Nord con impieghi per 6 miliardi di euro, promuovendo un modello di crescita sostenibile fondato su innovazione, consulenza e radicamento territoriale.
Un modello di sinergia tra finanza, impresa e territorio che guarda lontano, e in cui anche il vivaismo può ritrovare slancio se saprà agganciare i driver della trasformazione green e digitale.
Andrea Vitali